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Informazione Corretta Rassegna Stampa
13.01.2025 Con un falso genocidio se ne copre uno vero
Commento di Ben Cohen

Testata: Informazione Corretta
Data: 13 gennaio 2025
Pagina: 1
Autore: Ben Cohen
Titolo: «Con un falso genocidio se ne copre uno vero»

Con un falso genocidio se ne copre uno vero
Commento di Ben Cohen
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.jns.org/a-fake-genocide-meets-a-real-one/

L'accusa di "genocidio" rivolta a Israele per la sua guerra difensiva a Gaza, cela la malafede con cui la comunità internazionale non affronta i genocidi veri, in corso. A partire proprio dal pogrom del 7 ottobre, condotto da Hamas con logica genocida. E per non parlare del genocidio, vero, condotto dalle RSF ribelli in Sudan.

Per più di un anno, gli ebrei dentro e fuori lo Stato di Israele sono stati assediati da false affermazioni di “genocidio” dei palestinesi nella Striscia di Gaza. La retorica della folla pro-Hamas – “Non vogliamo nessun sionista qui”, “Tornate in Polonia” e così via - è stata talmente orrenda da rendere orgogliosa la Germania nazista. L'impatto nel mondo reale - incendi dolosi e attacchi con armi da fuoco a sinagoghe e altre istituzioni ebraiche dal Canada all'Australia, un pogrom ad Amsterdam, aggressioni fisiche e sessuali su coloro che indossavano simboli identificabili come ebraici, discriminazione strisciante contro i “sionisti” nel mondo dell'arte, della medicina e degli  studi accademici, e troppi altri episodi simili per essere elencati in modo esaustivo qui - ricorda fin troppo la violenza nazista. Non c'è più alcun dubbio che le comunità ebraiche stiano affrontando la peggiore ondata di antisemitismo dalla Seconda Guerra Mondiale. Alla base dell'attuale ondata c'è quello che la mia collega di JNS, Melanie Phillips,  chiama “palestinismo”, che, come lei sostiene, “cerca di cancellare gli ebrei dal loro Stato, dalla loro storia e dal mondo.”  Ciò spiega l'ossessione di apporre l'etichetta di “genocidio” alla risposta militare di Israele alle atrocità del 7 ottobre 2023, che sono state di per sé un atto di genocidio, intenzionalmente mirato agli ebrei perché sono ebrei che vivono nella loro patria storica. Tuttavia, in termini di pubbliche relazioni, dobbiamo ammettere che questa è stata una calunnia del sangue che si è mossa perché abbracciata non solo dagli automi ricoperti dalla kefiah, ma da governi che vanno dall'Irlanda al Sudafrica, così come dalle Nazioni Unite, il cui Segretario Generale, António Guterres, ha dichiarato lo scorso settembre, a sua eterna vergogna, di non aver “mai visto un livello di morte e distruzione come quello che stiamo vedendo a Gaza negli ultimi mesi.”

È importante riconoscere che il trauma vissuto dagli ebrei dopo il 7 ottobre ha avuto un impatto anche su non ebrei. Non parlo dei nostri vicini più prossimi in Europa e Nord America che, a parte una minoranza coraggiosa e attiva, hanno seguito l'ignobile tradizione dei loro antenati voltando lo sguardo dall'altra parte. Ma mi riferisco a quelle minoranze e alle nazioni senza stato in tutto il mondo, il cui destino per mano di regimi repressivi e delle loro milizie per procura, è stato soffocato dal rumore della folla pro-Hamas e dei suoi complici.

Silenzio e indifferenza hanno accolto la promessa sanguinaria del regime turco di “eliminare” le forze di resistenza guidate dai curdi e sostenute dagli Stati Uniti in Siria sulla scia del rovesciamento della vile dittatura di Bashar al-Assad. Lo stesso Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite che il mese scorso aveva criticato duramente Israele, ha co-ospitato una conferenza sui “diritti umani” con lo stesso Partito Comunista Cinese che sta conducendo un genocidio nella regione nord-occidentale dello Xinjiang.

Tuttavia, è il massacro in corso in Sudan a mettere davvero a nudo la corruzione morale al centro del “palestinianismo.” Per la prima volta da quando il termine “genocidio” ha ottenuto valore legale con l'adozione della Convenzione ONU sul genocidio nel 1948, l'attenzione del mondo è stata catturata da un falso genocidio mentre uno vero infuriava allo stesso tempo, E’ in gran parte da ringraziare per questo sordido risultato, che lascia una macchia indelebile sulla civiltà occidentale la propaganda di Hamas che fa preda delle menti degli stupidi e dei creduloni nelle nostre società. Dallo scoppio dell'ultima guerra civile in Sudan nel 2023, l'amministrazione Biden ha lasciato la questione in fondo alla pila dei problemi della sua politica estera.

Ma uno degli ultimi atti del Segretario di Stato uscente, Antony Blinken, è stato quello di rilasciare una dichiarazione il 7 gennaio in cui si concludeva che “i membri della RSF e delle milizie alleate hanno commesso un genocidio in Sudan.” Troppo poco , troppo tardi, certamente, ma non del tutto inutile. Le Rapid Support Forces (RSF) sono una propaggine dei temuti paramilitari Janjaweed che 20 anni fa avevano compiuto un genocidio nella regione occidentale del Darfur.

Gli ultimi combattimenti hanno fatto seguito alla decisione del leader delle RSF Mohamed Hamdan Dagalo, noto come “Hemedti”, di separarsi dal governo militare che ha preso il potere con un colpo di stato a Khartoum nel 2021. Come ha correttamente sottolineato Blinken, sia il regime militare che le RSF “hanno la responsabilità della violenza e della sofferenza in Sudan e non hanno la legittimità per governare un futuro Sudan pacifico.”  Ma le RSF e i loro alleati hanno, per citare ancora Blinken, “sistematicamente assassinato uomini e ragazzi, persino neonati, su base etnica e hanno deliberatamente preso di mira donne e ragazze di determinati gruppi etnici per stupri e altre forme di brutale violenza sessuale.”  Il costo umanitario complessivo è impressionante. Oltre 11 milioni di esseri umani sono stati sfollati all'interno del Paese e altri 3,1 milioni sono fuggiti oltre i confini del Sudan, circa il 30% della popolazione del Paese. Circa 640.000 persone soffrono di una delle peggiori carestie nella storia del Sudan. Oltre 30 milioni di persone hanno un disperato bisogno di assistenza umanitaria. Il numero dei morti si aggira intorno alle decine di migliaia.

Il numero di dimostrazioni, raduni e proteste performative è pari a zero. Tra le sanzioni che hanno accompagnato l'annuncio di Blinken figurano sette società con sede negli Emirati Arabi Uniti, alleati e partner degli Stati Uniti nel più ampio processo di pace in Medio Oriente, che hanno aiutato le RSF ad acquistare armi e contrabbandare oro dalle redditizie miniere del Sudan attraverso Dubai. Gli Emirati Arabi Uniti gestiscono un'ambasciata e tre consolati qui negli Stati Uniti, i cui indirizzi sono facilmente reperibili con una rapida ricerca online. Una manifestazione fuori da uno di questi, con lo slogan “EAU: Stop Funding Genocide in Sudan”, sarebbe perfettamente fattibile ed assolutamente lodevole. Ma quelle organizzazioni che potrebbero essere in grado di organizzarne una, -  Black Lives Matter, un sentimento che chiaramente non si applica a Black Lives in Africa, quando sono gli arabi a uccidere - sono assenti. Questo mi riporta al punto che ho sollevato prima, sull'impatto di questa attuale ondata di antisemitismo. Non sono mai stato un fan dell'affermazione spesso fatta, che gli ebrei sono il canarino nella miniera di carbone e che ciò che inizia con loro non finirà lì, perché presuppone un grado di sovrapposizione molto maggiore di quanto non sia in realtà il caso, tra antisemitismo e altre forme di bigottismo. Tuttavia, un punto più saliente è che l'ossessione per gli ebrei e Israele, distoglie spazio sulle colonne e sui notiziari da quelle crisi umanitarie che sono molto più gravi di Gaza e molto più difficili da gestire.  La guerra nella Striscia infatti finirebbe non appena Hamas rilasciasse gli ostaggi rapiti il 7 ottobre e deponesse le armi, come un numero crescente di palestinesi, a differenza dei loro sostenitori occidentali, sta chiedendo con  urgenza.

Finché il mondo esterno continuerà ad assecondare la strategia palestinese di essere le uniche vittime degne di questo nome, saremo complici di genocidi di cui non si parla.

Ben Cohen Writer - JNS.org
Ben Cohen, scrive su Jewish News Syndacate


takinut3@gmail.com

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