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Libero Rassegna Stampa
11.01.2025 Torino, Askatasuna deve essere chiuso
Cronaca di Tommaso Montesano

Testata: Libero
Data: 11 gennaio 2025
Pagina: 5
Autore: Tommaso Montesano
Titolo: «Feriti a Torino cinque agenti. Le divise: «Punto di non ritorno»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/01/2025, a pag. 5, con il titolo "Feriti a Torino cinque agenti Le divise: «Punto di non ritorno»", la cronaca di Tommaso Montesano.


Tommaso Montesano

Minacce alle polizia, attacco alle camionette, lancio di bombe carta. Per protestare contro la morte dell'egiziano Ramy, inseguito dai carabinieri (a Milano), a Torino il centro sociale Askatasuna ha scatenato la sua ultima guerriglia urbana contro le forze dell'ordine. Sarebbe ora di sgomberarlo, invece che di continuare a corteggiarlo, come fa la giunta di Torino.

Quattro poliziotti e un carabiniere feriti; tre presidi delle Forze dell’ordine assaltati (due commissariati di polizia, una caserma dei carabinieri); barriere metalliche, sassi, bottiglie, bombe carta e uova di vernice lanciati contro le divise; cartelli stradali stradicati per essere scagliati contro gli automezzi militari (quattro le vetture danneggiate); muri imbrattati con scritte minacciose (“assassini” e il solito “Acab”: “All corps are bastards”). A Torino, nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, il corteo di circa un migliaio di manifestanti appartenenti ai centri sociali e all’area antagonista del capoluogo piemontese - con in testa i militanti di Askatasuna - organizzato per Ramy Elgaml - il 19enne egiziano morto il 24 novembre a Milano durante un inseguimento dei Carabinieri - è sfociato nell’ennesima aggressione alle Forze dell’ordine.
Anzi, per Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp, «si è trattato di un vero e proprio attacco organizzato». Ormai «criminali e delinquenti dei centri sociali», rincara la dose Fabio Conestà, segretario generale del Mosap, sono «pronti a cavalcare qualsiasi situazione pur di avere l’occasione di creare disordini e aggredire le Forze dell’ordine».
I presidi presi di mira sono stati i commissariati di polizia di Porta Palatina e Dora Vanchiglia e la caserma dell’Arma di piazza Carlina, sede del comando regionale. Antagonisti e divise - una trentina di uomini schierati a difesa delle sedi- sono entrati in contatto e il bilancio poteva essere ben più pesante: un carabiniere alla guida di automezzo ha rischiato di essere tirato giù dalla vettura. «Un quadro che evidenzia chiaramente l’intento di alzare il livello dello scontro tentando la tragedia a ogni costo», lancia l’allarme Pianese. In serata arriva l’allarme del Siulp, il primo sindacato degli agenti.
«Si sta pericolosamente salendo di livello», dice Felice Romano, il segretario generale, secondo cui il rischio, adesso, è che alla prossima occasione siano presidi mira direttamente «le sedi istituzionali dove si amministra la giustizia, o addirittura la democrazia».
L’occasione per gli scontri è offerta dalla vicenda - ancora tutta da chiarire a livello giudiziario- della morte di Ramy. «Ma i processi sommari fatti sui media invece che nelle aule di tribunale producono questo: odio sconsiderato nei confronti delle divise e violenze», attacca Conestà, che denuncia la «puntuale caccia allo sbirro».
L’assalto torinese ha anche un risvolto politico, perché tra chi solidarizza con le Forze dell’ordine c’è il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, sulle cui spalle pesa, però, il tentativo di “istituzionalizzare” Askatasuna, il centro sociale di corso Regina Margherita spesso causa delle violenze. «Ormai è passato il messaggio che in questa città l’illegalità sia non solo tollerata, ma addirittura premiata», accusano i deputati della Lega Elena Maccanti e Alessandro Benvenuto. Il riferimento è alla delibera del Comune dello scorso anno, atto con il quale di fatto la giunta ha legittimato, attacca il Carroccio, il «patto di collaborazione» con il centro sociale. «Manigoldi come quelli di Askatasuna vengono incoraggiati dal clima che si sta realizzando», conferma Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato. «Askatasuna deve essere chiuso», intima il ministro della Pubblica amministrazione, e segretario di Fi in Piemonte, Paolo Zangrillo.
Peccato che a sinistra ci sia chi esprime comprensione perle piazze di Torino. Come ad esempio Alice Ravinale, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra in Regione, che alla Stampa dichiara: «Condividiamo le ragioni della protesta e capiamo i motivi per cui esplode questa rabbia. La violenza va tenuta fuori dalle piazze, da una parte e dell’altra». Un’equiparazione tra antagonisti e divise bella e buona. «Parole agghiaccianti» per Roberto Ravello, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia in Regione.
È a quella di Ravinale e ad altre posizioni che si riferisce Stefano Paoloni, segretario generale del Sap, il Sindacato autonomo di polizia, quando auspica che nei riguardi dei «professionisti del disordine, sono sempre i soliti, non ci sia alcuna indulgenza, né da parte della magistratura, né da parte della politica». «È necessario rispondere con la giusta durezza», concorda Pianese.
Il governo, attraverso il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni (Lega), esprime «vicinanza, stima e la conferma di un impegno concreto a tutela delle nostre Forze dell’ordine».
A partire dall’approvazione- «immediata e rapida» - del “decreto sicurezza” all’esame del Senato.

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