Allarme: antisemitismo cresce in Europa Analisi di Antonio Castro
Testata: Libero Data: 17 dicembre 2024 Pagina: 6 Autore: Antonio Castro Titolo: «Allarme antisemitismo: crescono gli attacchi in Europa»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 17/12/2024, a pag. 6, con il titolo "Allarme antisemitismo: crescono gli attacchi in Europa" l'analisi di Antonio Castro.
Lievitano gli episodi di antisemitismo in tutto il mondo dopo il tragico attacco del 7 ottobre 2023. Dopo l’iniziale indignazione globale, dopo le manifestazioni di solidarietà, dopo l’inizio degli scontri che hanno visto impegnato l’esercito israeliano su ben 7 fronti differenti, 437 giorni dopo le comunità ebraiche italiane si interrogano. Alla solidarietà iniziale fa oggi da contraltare un montante numero di episodi gravi, spesso concreti, di anti semitismo diffuso. Le 21 comunità ebraiche italiane, in rappresentanza degli oltre 28mila ebrei italiani, si interrogano su come sia cambiata negli ultimi anni la percezione della vita quotidiana.
Il tutto parte da una ricerca europea “su come stanno gli ebrei europei”. L’indagine triennale, arrivata alla sesta edizione, mette in risalto con chiarezza come tra gli ebrei d’Europa sia in aumento «il timore per l’antisemitismo e l’isolamento sociale, ma allo stesso tempo un’importante resilienza interna alle comunità», ha spiegato Marcelo Dimenstein, direttore dell’indagine, a cui ha lavorato la sociologa Betti Guetta della Fondazione Cdec. La ricerca offre lo spunto a Noemi Di Segni, storica presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), per avviare una ulteriore riflessione sull’impatto che ha avuto il 7 ottobre sulla vita ebraica.
Di Segni parte dall’attualità per spiegare il “disagio” comunitario. L’ultimo, in ordine di tempo è il Gesù bambino scolpito a Betlemme e adagiato su una kefiah palestinese. Una fotografia che ha fatto il giro del mondo quando la scultura in legno d’ulivo è stata presentata a Papa Bergoglio. I ripetuti richiami del pontefice alla «martoriata palestina» sembrano aver accentuato le distanze. I vertici dell’Ucei non ne fanno mistero. Glissano volutamente sui rapporti attuali con le gerarchie vaticane. Di certo si registra una certa freddezza. All’orizzonte c’è l’imminente celebrazione (il prossimo 27 gennaio), dell’81esima Giornata mondiale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto. Il tutto mentre nel mondo emerge «una forte preoccupazione per l’antisemitismo, diventato un fenomeno non più confinato alla rete». A differenza però della media europea, «i leader italiani hanno una percezione molto positiva rispetto alla risposta di istituzioni e forze dell’ordine in termini di sicurezza». Resta «una significativa preoccupazione per possibili attacchi terroristici alle Comunità». La percezione di insicurezza è diffusa. Negli ultimi 3 anni le misure di sicurezza da parte delle autorità italiane sono state visibilmente aumentate. Segnale che non si tratta soltanto di una percezione ma di un problema concreto da affrontare e gestire con attenzione. L’altro aspetto interessante è che l’Unione delle comunità ebraiche italiane ha deciso di interrogarsi pubblicamente e far emergere «questa percezione di disagio e diffusa insicurezza».
Senza voler entrare a distanza nel dibattito politico quotidiano tutto israeliano di un Paese già tormentato da evidente fratture politiche interne, dalle complessità multireligiose che fanno capolino quotidianamente in una macedonia tutta mediorientale di differenze, sensibilità, credi e interessi che invece di attenuarsi si moltiplicano come dimostra la precipitosa deflagrazione del regime siriano.
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