Dicevano di essere 100mila, ma per la polizia erano 7mila Cronaca di Alessandro Gonzato
Testata: Libero Data: 15 dicembre 2024 Pagina: 4 Autore: Alessandro Gonzato Titolo: «Vetrine rotte, insulti, antifascismo da operetta: ecco la sinistra in piazza contro il Ddl Sicurezza»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 15/12/2024, a pag. 4, la cronaca di Alessandro Gonzato intitolata: "Vetrine rotte, insulti, antifascismo da operetta: ecco la sinistra in piazza contro il Ddl Sicurezza".
Alessandro Gonzato
Per manifestare contro il “disegno di legge sicurezza” spaccano le vetrine e assaltano i distributori di benzina: riecco il popolo di pacifinti e pseudo filopalestinesi che usano l’odio contro Israele con l’unico obiettivo di creare il caos. Poi studenti, centri sociali e iscritti all’Anpi insultano il governo, tutto l’occidente, un’insalata nizzarda al cui interno ci sono diverse zucche vuote. «Siamo in 50mila», urlano gli esponenti della “Rete no ddl Sicurezza” che a Roma hanno organizzato la manifestazione partita da piazzale del Verano, terminata in piazza del Popolo e scandita da “Bella Ciao” e “Fischia il vento”. Le immagini smentiscono nettamente la cifra, ma dalla tombola di Natale escono i numeri più disparati: «Ma quali 50mila, siamo 100mila!», rilanciano gli organizzatori («Non più di 7mila»; riportano le agenzie che citano «fonti qualificate delle forze dell’ordine»). I quali in una nota informano: «Siamo donne, uomini, identità non binarie, lavoratori, attivisti. Difendiamo la democrazia da chi vuole trasformare l’Italia in una Paese autoritario».
Risuona la grancassa dell’antifascismo da operetta. L’emblema dell’ideologia che permea ilcorteo è un grande manifesto che rappresenta un bacio tra la premier Meloni e Mussolini. Gli autori si sono ispirati al bacio del video realizzato con l’intelligenza artificiale tra Meloni ed Elon Musk. Stavolta si tratta di stupidità naturale. Tra i partecipanti una folta rappresentanza di studenti dell’Università Sapienza: venerdì avevano già occupato la facoltà di Lettere. Il grido, pardon la frase di battaglia è che «il decreto trasformerà l’Italia in uno Stato autoritario». Pochi di loro sanno in cosa consista il ddl, ma questa è un’altra storia. Scoppiano petardi contro la vetrata del Carrefour di viale Regina Margherita. Il negozio viene anche insozzato con la scritta “Assassini”.
Ma cosa prevede il “ddl Sicurezza” in via di approvazione definitiva? Pene più severe per chi blocca strade o ferrovie; il nuovo reato di rivolta nelle carceri e nei centri di permanenza per il rimpatrio; i migranti irregolari non potranno avere una scheda sim, ora legata al permesso di soggiorno. E ancora: il disegno introduce la cosiddetta “legge anti-Salis”, un inasprimento «per l’occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui»; c’è poi il rafforzamento degli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine: previsto il raddoppio delle spese legali (fino a 10mila euro) per fatti inerenti al servizio.
Torniamo alla piazza. Giuseppe Conte partecipa per qualche minuto e mentre dichiara che «la lettura del bisogno di sicurezza che fa questo governo è deformata» viene contestato da un gruppetto di giovani che urlano: «Fate schifo, ci siete stati pure voi al governo con la Lega!». Negli stessi minuti Elly Schlein, dall’assemblea nazionale del Pd, dice «giù le mani dal diritto costituzionale di sciopero» e non si capisce cosa c’entri dato che il “ddl sicurezza” non lo tocca, altrimenti sarebbe già stato considerato incostituzionale. Oltretutto da quando si è insediato questo governo chiunque ha manifestato per qualsiasi cosa.
Intanto trapela una prima stima ufficiale dei partecipanti: 7mila, meno di un decimo di quelli strombazzati. Altre parole in libertà dalla piazza: «L’Italia non diventerà come l’Ungheria»; «Meloni, stiamo venendo a prendervi»; c’è chi esagera: «Vogliamo riprenderci tutto». Tutto cosa? E ancora: perla Cgil «si vogliono criminalizzare proteste pacifiche».
Carrellata di politici e vip in corteo tra cui spicca l’arruffatissimo “verde” Angelo Bonelli: «È un disegno di legge illiberale, una misura cinica e feroce».
C’è anche Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana: «La destra vuole cancellare i diritti di libertà, quello al dissenso». È il turno del senatore dem Francesco Boccia: «Siamo in piazza per difendere la democrazia». Fantasia al potere. Irrompe Laura Boldrini: «È un provvedimento liberticida che ci spinge verso una democratura repressiva in stile orbaniano».
Sfila Zerocalcare, il fumettista amico della Salis; passerella per gli attori Elio Germano e Valerio Mastandrea e per il regista Michele Riondino, il quale afferma: « Vogliono criminalizzare il pensiero critico». A proposito della Salis, dal movimento per il diritto all’abitare sono stati lanciati altri petardi, questa volta contro l’ambasciata tedesca.
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