mercoledi` 25 dicembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






israele.net Rassegna Stampa
14.12.2024 Il trucco per accusare Israele di genocidio
Editoriale del Wall Street Journal

Testata: israele.net
Data: 14 dicembre 2024
Pagina: 1
Autore: Redazione del Wall Street Journal
Titolo: «Il trucco per accusare Israele di genocidio? Facile: basta cambiare il significato della parola»

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - la traduzione dell'editoriale del Wall Street Journal dal titolo: "Il trucco per accusare Israele di genocidio? Facile: basta cambiare il significato della parola"

Il rapporto di Amnesty che accusa Israele di genocidio, mentendo sin dalla prima frase

Gli stessi che ci hanno elargito “l’apartheid israeliano” ci offrono ora un’altra calunnia di moda: il “genocidio israeliano”.

Con il nuovo rapporto diffuso mercoledì scorso, Amnesty International si assicura un’ottima posizione nel gregge anti-Israele. Il prezzo è ingoiare un’inversione della realtà.

Amnesty si atteggia a critico imparziale delle politiche israeliane, ma già con il suo rapporto del 2022 si è tolta la maschera, quando ha cercato di sostenere che “questo sistema di apartheid ha avuto origine con la creazione di Israele nel maggio 1948”. Vale a dire, ben prima di qualsiasi “occupazione”: il che riflette l’ossessione ideologica di chi considera un crimine l’esistenza stessa dello stato ebraico, entro qualsiasi confine.

Il sensazionalistico rapporto di Amnesty sull’apartheid ammetteva tranquillamente di non sostenere che le leggi di Israele fossero analoghe a quelle del Sudafrica (il vero apartheid ndr).

Questo nuovo rapporto sul “genocidio” usa un trucco simile, ridefinendo il concetto di genocidio.

La giurisprudenza della Corte Internazionale di Giustizia richiede che “l’intento di distruggere il gruppo, in tutto o in parte, deve essere l’unica ragionevole deduzione che può essere tratta dal modello di condotta”. Amnesty sostiene che questo è uno standard troppo alto e che bisogna guardare al “quadro più ampio” e al “contesto”.

Per “contesto” intende l’apartheid e tutte le sue precedenti calunnie nei confronti di Israele.

E il massacro di Hamas del 7 ottobre, di evidente carattere genocida? Ecco la frase con cui inizia il rapporto di Amnesty: “Il 7 ottobre 2023, Israele ha intrapreso un’offensiva militare sulla striscia di Gaza occupata di portata, dimensioni e durata senza precedenti”.

Gaza non era occupata e Hamas, non Israele, ha intrapreso un’offensiva militare.

Ma Amnesty dice che si occuperà più tardi dell’assassinio di massa di Hamas. Qui, usa il massacro del 7 ottobre per ridurre a patologia lo “stato d’animo israeliano derivante dagli attacchi”.

Amnesty utilizza le cifre sulle vittime diffuse dal “Ministero della Sanità di Gaza”, cioè da Hamas. Ma non menziona mai che, secondo Israele, tra i morti ci sono 17.000 combattenti di Hamas. E omette il cruciale rapporto civili/combattenti, che indicherebbe che Israele si è comportato meglio di quasi tutti gli altri, in fatto di guerra urbana.

Il rapporto in sostanza consacra la strategia di Hamas di utilizzare scudi umani. Suggerisce che Israele non ha il diritto di attaccare nelle aree civili anche se Hamas le sta usando, così come non lo avrebbe se dei soldati nemici fossero andati a casa in licenza. Come dire che dei soldati in licenza equivalgono a centri di comando dei terroristi dentro gli ospedali e a un sistema di tunnel ad uso esclusivo dei terroristi lungo 400 miglia sotto le città.

Amnesty critica Israele persino per l’evacuazione di civili da zone di guerra attiva. Anche questa diventa una prova di “intento genocida”: perché allontana i civili dai combattimenti. Ma Amnesty critica Israele come genocida anche nei casi in cui non ha evacuato i civili.

Il gioco consiste nello stravolgere il diritto internazionale fino al punto in cui Israele – o gli Stati Uniti – non avranno più modo di combattere i terroristi.

Nessuno dei gruppi che gridano al genocidio chiede all’Egitto di permettere a donne e bambini di mettersi in salvo aprendo il confine con Gaza. Solo nel caso di questo conflitto si pretende che i civili restino rinchiusi nella zona di guerra.

Lo fanno perché sanno bene che non si tratta di un genocidio israeliano, bensì di vittime civili non volute che possono essere usate contro Israele.

(Da: Wall Street Journal, 5.12.24)

Per inviare a israele.net la propria opinione, cliccare sull'indirizzo sottostante


http://www.israele.net/scrivi-alla-redazione.htm

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT