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Il Foglio Rassegna Stampa
13.12.2024 Ostaggi, perché Hamas non detta più condizioni
Editoriale de Il Foglio

Testata: Il Foglio
Data: 13 dicembre 2024
Pagina: 3
Autore: Redazione de Il Foglio
Titolo: «Spifferi sensati di un accordo sugli ostaggi»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 13/12/2024, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "Spifferi sensati di un accordo sugli ostaggi".

Ostaggi israeliani del 7 ottobre, forse è arrivato il momento della loro liberazione. Non perché Israele scende a compromessi, ma proprio perché non ha mai ceduto alle condizioni di Hamas. Adesso, il gruppo terrorista, si dice disposto a fornire una lista dei prigionieri ancora vivi che è disposto a liberare, pur senza chiedere il ritiro delle truppe israeliane da Gaza.

Il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan è arrivato in Israele, il suo viaggio in medio oriente sarà lungo, alla ricerca di un accordo per la liberazione degli ostaggi israeliani che si trovano ancora nella Striscia di Gaza e per un cessate il fuoco. Il movimento dei mediatori tra Israele, Qatar ed Egitto è continuo e se questa volta qualcosa si muoverà dopo i ripetuti “no” di Hamas è perché l’organizzazione della Striscia non ha più alcun peso da mettere sul tavolo dei negoziati. Nonostante la guerra a Gaza sia iniziata per la carneficina che Hamas ha compiuto il 7 ottobre contro Israele e nonostante il gruppo non potesse competere con la risposta di Tsahal, ha continuato a pretendere di poter dettare le condizioni, pensando di poter usare anche il grande sentimento anti israeliano del mondo occidentale per fare pressione contro lo stato ebraico. Secondo gli ultimi resoconti, Hamas avrebbe finalmente ceduto su due questioni: la permanenza delle truppe israeliane dentro Gaza dopo l’inizio del cessate il fuoco e i tempi per la liberazione degli ostaggi. Non è detto che il gruppo sia pronto ad accordarsi, tante volte ha alimentato speranze false, ma se ora abbandona alcune posizioni inaccettabili è perché Israele non ha ceduto alla tirannia delle sue richieste, ha dato la caccia ai suoi leader più in vista ovunque si trovassero, ha eliminato Hezbollah in Libano. Non sappiamo se l’accordo verrà concluso o no, ma se Israele avesse accettato le pressioni delle piazze occidentali, oggi a Gaza ci sarebbe un Hamas forte, retto da Sinwar celebrato come colui che ha umiliato lo stato ebraico e liberato prigionieri palestinesi accusati di terrorismo. Nell’accordo che Sullivan sta negoziando, lo scambio tra ostaggi e prigionieri rimane, ma i numeri pretesi da Hamas cambiano. Israele, pagando un prezzo molto alto, ha fatto il suo, adesso tocca agli altri attori dell’area: se vorranno un medio oriente stabile non possono tollerare il ritorno al potere di quel che rimane di Hamas.

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