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Libero Rassegna Stampa
12.12.2024 I Fratelli Musulmani padroni di Damasco
Analisi di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 12 dicembre 2024
Pagina: 14
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «I Fratelli Musulmani ormai sono padroni di Damasco»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/12/2024, a pag. 14 con il titolo "I Fratelli Musulmani ormai sono padroni di Damasco" l'analisi di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Al Jolani, nuovo padrone della Siria, per ora si presenta come un moderato (incredibile!), ma ha iniziato la sua carriera in Al Qaeda e da lì provengono le sue milizie dell'HTS. Sono comunque inseriti nella galassia dei Fratelli Musulmani, come Hamas. Che infatti plaude alla sua presa del potere.

Dopo la caduta di Bashar El Assad in Siria, ieri i ribelli jihadisti hanno profanato la tomba del precedente dittatore Hafez, padre di Bashar, appiccandole fuoco. È accaduto a Qardaha, città d'origine degli Assad, sulle alture a oriente di Latakia. Lì un mausoleo ospita non solo Hafez, ma altri rampolli della casata, fra cui il fratello di Bashar, Bassel, morto nel 1994 in un incidente automobilistico. I filmati diffusi ieri mostrano il mausoleo devastato e una bara in fiamme.
Inizialmente i miliziani avevano affermato «di non voler violare la tomba perché la nostra religione ce lo vieta”.
Poi, la devastazione, allo sventolio delle nuove bandiere siriane del fronte islamista guidato dal gruppo Hayat Tharir Al Sham, sostenuto dalla Turchia. I ribelli, forse per scaricare la colpa dell'insensato attacco a un monumento funebre, hanno dichiarato: «Siamo alla tomba di Hafez al-Assad, siamo venuti a vederla bruciata e distrutta dalla gente del suo villaggio perché li ha affamati, perché lo odiavano».
Nel caos, i jihadisti di Abu Al Julani cercano di rendersi presentabili. Hanno inviato dei guardiani a sorvegliare la residenza dell’ambasciatore italiano a Damasco, Stefano Ravagnan, che era stata saccheggiata. La guerra civile siriana non è finita, si sta solo trasformando. Anche se nelle zone di Manjbi e Deir Er Zor è iniziata una tregua fra jihadisti e milizie curde, tutti sono sempre all'erta. Il nuovo raìs di Damasco esorta il mondo a «non temere» la sua fazione e sui «torturatori del vecchio regime», dice: «Li perseguiremo in Siria e chiediamo ai Paesi di consegnarci coloro che sono fuggiti». Allusione ad Assad, riparato in Russia.
Sulle angherie del decaduto regime si muovono anche i partiti cristiani del vicino Libano, su cui la Siria ha avuto grande influenza, sulla scia della guerra civile libanese durata dal 1975 al 1990 e fermata dal pugno di ferro di Hafez, con la “pax siriana”. Per tre decenni, la Siria ha esercitato un'influenza politica e militare dominante sul Libano, ritirando le proprie truppe solo nel 2005, sotto pressione internazionale, dopo l’assassinio dell'ex primo ministro libanese Rafic Hariri. Secondo le organizzazioni per i diritti umani, migliaia di uomini, donne e bambini sono scomparsi durante il periodo di occupazione siriana. Il capo del Movimento per il Cambiamento, Elie Mahfoud, e l’ex deputato Eddie Abi Lamaa, delle Forze Libanesi, hanno presentato al Palazzo di Giustizia di Beirut una denuncia verso Bashar, con richiesta di mandato d’arresto in contumacia, e verso l’ex-ministro dell’Interno siriano Ali Al Mamlouk. Motivo, la sparizione di tanti cittadini libanesi inghiottiti dalle prigioni di Damasco. Qualcuno è tornato, come Suheil Hamawi, che solo tre giorni fa ha rivisto la sua città, Chekka, nel nord del Libano, dopo 33 anni di galera.
Pur salvando Assad, la Russia dialoga con i jihadisti per conservare le sue posizioni in Siria, specie la base navale di Tartus e quella aerea di Hmeimm.
L'ha confermato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov: «Siamo in contatto con le forze che controllano la Siria per garantire la sicurezza delle basi russe e delle missioni diplomatiche. Questione molto importante». La Siria è il punto d'appoggio per la proiezione delle forze armate russe in Africa, dal Sahel al Corno, da Suez all’Oceano Indiano.
E se la Turchia resta lo sponsor principale di Hayat Tharir Al Sham, si segnala la prossima riapertura dell'ambasciata del Qatar a Damasco, che era chiusa dal 2011, dall'inizio della guerra civile. Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri, Majed-al Ansari. Pare così riemergere, dietro ai nuovi padroni di Damasco, l’asse Turchia-Qatar simpatizzante per la Fratellanza Musulmana, la quale era stata, quarant’anni fa, la matrice di Hamas.
Ecco perchè un paio di giorni fa la stessa Hamas, pur appoggiata anche dall'asse sciita Iran-Hezbollah-Huthi, alleato degli Assad alawiti, ha plaudito alla «giustizia per il popolo siriano».

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