Curdi coraggiosi in guerra contro i terroristi filo-turchi Analisi di Maurizio Stefanini
Testata: Libero Data: 10 dicembre 2024 Pagina: 3 Autore: Maurizio Stefanini Titolo: «Uomini, donne, bambini liberati dall'orrore delle galere di Assad»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 10/12/2024, a pag. 3, con il titolo "Uomini, donne, bambini liberati dall'orrore delle galere di Assad" l'analisi di Maurizio Stefanini.
Maurizio Stefanini
«Non imponiamo il velo alle donne né limitiamo libertà», promette Jolani nel mentre annuncia un suo fedelissimo alla testa del governo, e viene garantita una amnistia completa ai militari di Assad.
Il leader dei ribelli ha incontrato il primo ministro uscente Mohammed al-Jalali per «coordinare un trasferimento del potere che garantisca la fornitura di servizi» al popolo siriano, mentre un breve video dell'incontro ha mostrato che vi ha partecipato anche Mohammed Bashir, che guida il «governo della salvezza» dei ribelli nel loro bastione della Siria nord-occidentale e sarà appunto il nuovo capo del governo. «In tutti questi anni di amministrazione a Idlib e nelle altre zone liberate non abbiamo mai imposto il velo a nessuno, né ai musulmani né ai curdi, né ai drusi, né ai cristiani. Perché dovremmo cominciare a imporre adesso limiti alle libertà individuali?», ha ribadito retoricamente Mazen Jaber, uno dei portavoce di Hts.
La bandiera dei ribelli è stata issata anche sull’ambasciata siriana a Mosca. Nel contempo il Cremlino fa sapere che Putin non ha in programma incontri con Assad e riconosce che pur nell’intenzione di difendere le sue basi in Siria ne dovrà negoziare il futuro con i nuovi governanti. Anche l’Iran starebbe cercando un canale con loro, mentre Arabia Saudita, Qatar, Giordania e Iraq invitano i ribelli siriani a evitare il caos e la frammentazione nella regione e sottolineano l’importanza di rispettare la sovranità e preservarne la coesione territoriale.
Secondo il parlamentare di Hezbollah Hassan Fadlallah «quello che sta accadendo in Siria è una trasformazione importante, pericolosa e nuova, e il come e il perché di ciò che è accaduto richiedono una valutazione, e la valutazione non viene fatta su due piedi».
Curiosamente, mentre il già jihadista Hts fa il moderato, problemi vengono dall’un tempo moderato Esercito Libero Siriano, ora divenuto essenzialmente una formazione filo-turca che in questo momento nel nord sta combattendo duramente contro le curde Ypg, cui ha sottratto l’importante centro di Tal Rifat, e con cui si sta ora scontrando a Manbic. «La caduta del regime criminale di Assad segna un momento storico per il popolo siriano. Esortiamo tutti gli attori a evitare ulteriori violenze, a garantire la protezione dei civili e a rispettare il diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale. Esortiamo in particolare a proteggere i membri di tutte le minoranze, comprese quelle cristiane e di altre confessioni non maggioritarie, nonché a garantire la sicurezza dei cittadini stranieri e il rispetto delle rappresentanze diplomatiche a Damasco», avverte l'Alto Rappresentate Ue per la Politica Estera Kaja Kallas.
Vicino a Damasco, intanto, le squadre di protezione civile siriana stanno indagando sulle «celle sotterranee nascoste» nella famigerata prigione di Sednaya, dopo che con la caduta del regime il carcere, definito da Amnesty un «mattatoio umano», è stato aperto e i detenuti rilasciati. Molti i video delle persone liberate dalla famigerata prigione. «Non abbiate paura... Bashar Assad è caduto», dice uno dei ribelli in un video mentre cerca di far uscire in fretta e furia una quantità di donne dalla prigione di Sednaya.
IL MATTATOIO
Mentre escono dalle celle, si può vedere un bambino camminare lungo un corridoio. Secondo Rami Abdurrahman dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, decine di migliaia di detenuti sono stati finora liberati dalle prigioni siriane. Un rapporto indipendente del 2022 affermava che Saydnaya era «diventata effettivamente un campo di sterminio» dopo l'inizio della guerra civile. Si stima che più di 30.000 detenuti siano stati giustiziati o siano morti a causa di torture, mancanza di cure mediche o fame tra il 2011 e il 2018. Citando i resoconti dei pochi detenuti rilasciati, almeno altri 500 detenuti sono stati giustiziati tra il 2018 e il 2021. Ogni transizione politica in Siria dopo la caduta del presidente Bashar al-Assad deve includere l'accertamento delle responsabilità nei confronti di coloro che hanno commesso crimini sotto il suo governo, afferma il responsabile delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk.
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