Lettera: Tajani e le tajanate
Salve Dame Devorah. Ottimo articolo, che punto per punto va a incidere sugli argomenti chiave. Perché Antonio Tajani, visto le cose che dice, non si iscrive al partito della Schlein? Perché Giorgia Meloni se lo tiene rischiando così un danno al suo governo? Alla prima domanda rispondo che a pieno titolo Tajani e chi nel suo partitino la pensi come lui, dovrebbero togliere il disturbo e passare dalla parte opposta; la Schlein troverebbe un alleato coerente alle sue/loro idee e ideologie (… vedi pure lo ius scolae: in pratica ogni arabo che arrivi e metta piede nella scuola diventerebbe di fatto italiano, con le conseguenze immaginabili; in pochi anni la popolazione italiana sarebbe sostituita da quella araba, visto l’incremento demografico esponenziale a loro favore, ed entro un decennio o poco più creerebbero ulteriori enclave, come a Parigi, Brussel, Londra, etc., dove vige la sharia, con velleità di sostituire anche le altre religioni, imponendo la propria. Non è fantascienza!).
Alla seconda domanda rispondo che se Meloni togliesse il Tajani, si aprirebbe una pericolosa crisi di governo, mettendo il quadrunviro, Bonelli-Fratoianni-Conte-Schlein, nella condizione di fregarsi le mani per la opportunità che si aprirebbe. Non gli parrebbe vero di potersi ripresentare dall’affittuario domiciliato al Colle, invocando un governo con chi ci vuole stare, loro più il Tajani, di certo, che il pro-tempore al Colle, accetterebbe a mani basse e senza tentennamenti, fregandosi a sua volta le mani. Sarebbe una tragedia, per l’Italia e Israele.
Di base a Tajani piace non scontentare nessuno, a destra e a sinistra, ma in queste delicate questioni è necessaria una scelta di campo netta, senza ondeggiamenti e strizzate d’occhio alla opposizione. Non possono esserci punti di convergenza con chi su Israele ha posizioni antisioniste e antisemite. L’uscita di Tajani, dopo i razzi di hezbollah sulla base Unifil, e stata indecente; di fatto ha ammesso candidamente che gli italiani e Unifil sono lì a difendere hezbollah da Israele. In pratica il famigerato “Lodo Moro”, è una condizione permanente, governo dopo governo, destra o sinistra che sia. Brutta, brutta storia italiana.
Saluti
Yosef ben Hektor
Caro Yosef,
Tajani ricorda molto da vicino il Don Abbondio di manzoniana memoria. È il tipico personaggio pavido e conformista che dà ragione o torto a tutti, secondo i casi e secondo i propri interessi e quelli della poltrona su cui siede. Lei ha ragione, se la Meloni si liberasse di lui ci sarebbe il pericolo di una crisi e il quartetto da lei nominato: Bonelli-Fratoianni-Conte-Schlein, farebbe salti di gioia. La politica italiana è unica al mondo, Fratoianni, e peggio ancora Bonelli, fino a qualche tempo fa erano quasi sconosciuti ai più, poi si sono accaparrati Ilaria Salis e sono diventati tristemente famosi insieme all’eurodeputata ex galeotta, “occupa-case”.
Avere questi personaggi al governo sarebbe davvero una tragedia per non parlare di Conte e della Schlein. La tragedia per Israele sarebbe enorme perché, seppur l’Italia conti come il due di picche, comunque avere un nemico di fronte a noi nel Mediterraneo, un nemico che non si asterrebbe, come fa vilmente adesso all’ONU, ma voterebbe sempre contro di noi, sarebbe un disrastro.
A conti fatti, teniamoci stretto questo governo, con i suoi Don Abbondio, perché tutto il resto sarebbe un’enorme disgrazia sia per l’Italia che per Israele. Lei cita il Lodo Moro! Certo che è ancora e sempre attuale, anzi è peggiorato. All’epoca si limitava al liberatutti per i palestinesi e il loro terrorismo, adesso l’Italia intera è diventata palestinese con le tremende conseguenze del caso.
Un cordiale Shalom
Deborah Fait