Parigi:Trump incontra Zelensky Analisi di Anaïs Ginori
Testata: La Repubblica Data: 08 dicembre 2024 Pagina: 3 Autore: Anaïs Ginori Titolo: «Il colpo a sorpresa dell’Eliseo, Trump incontra Zelensky»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 08/12/2024, a pag. 3, con il titolo "Il colpo a sorpresa dell’Eliseo, Trump incontra Zelensky", l'analisi di Anaïs Ginori.
Una stretta di mano davanti ai fotografi, mantenendo un’aria seria, e poi l’incontro a porte chiuse durato trentacinque minuti. È un trilaterale inatteso quello tra Donald Trump, Emmanuel Macron e Volodymyr Zelensky. Il leader francese è riuscito nell’impresa di far uscire The Donald dalla residenza in Florida dove trascorre molte delle sue giornate dalla vittoria del 5 novembre. E di farlo atterrare a Parigi ieri mattina, nella sua prima visita all’estero dalle elezioni Usa.
L’occasione è la riapertura di Notre- Dame, il cui incendio Trump aveva seguito in diretta dalla Casa Bianca, mostrando grande emozione e proponendo di inviare i Canadair. «Siamo riconoscenti per la solidarietà dimostrata allora», dice Macron accogliendo il presidente eletto. Il cantiere aperto nella diplomazia internazionale oggi è molto più drammatico di quello, lanciato con successo, per ricostruire la cattedrale. E la solidarietà degli Usa non è più garantita. «Il mondo sembra un po’ impazzito, ne parleremo» osserva il tycoon che mette a suo agio Macron, ricordando i loro trascorsi durante il primo mandato, la loro «eccellente relazione» e il «lavoro comune, in particolare nella Difesa».
Con gli equilibri in Medio Oriente sconvolti, la tregua in Libano che sembra già fragile, la Siria che sta diventando «un caos», come dice il leader Usa, non mancano i dossier da affrontare insieme. Per Macron, come per gli altri leader dell’Ue, la priorità è però la guerra che tormenta il continente e quella «pace forzata» che Trump vuole imporre alla Russia, minacciando al tempo stesso di chiudere i rubinetti delle armi a Kiev. Terminata la campagna elettorale, per gli europei è urgente capire come si concretizzeranno davvero queste promesse. Cosa aspettarsi dal 20 gennaio, quando si insedierà alla Casa Bianca.
L’incontro con Zelensky non era in agenda, ed è stato organizzato all’ultimo minuto. Dall’ambasciata americana, che dista solo qualche centinaia di metri dall’Eliseo, Trump si presenta più di mezzora dopo l’orario previsto delle 16. Un ritardo che facilita l’allineamento con il presidente ucraino, atteso per le 17. Macron accoglie il presidente americano con un abbraccio. «Bentornato», dice il leader francese. «Sono fiero dell’amicizia tra Stati Uniti e Francia - prosegue -. Abbiamo tante sfide da affrontare insieme ». I due leader sorridono, mostrano una certa intimità. Sembra di essere tornati a quella bromance, scoppiata all’inizio della loro relazione, ma poi sfumata. Al tavolo del consiglio europeo, insieme a Orbàn, Macron è il leader che può vantare la frequentazione più antica con Donald.
Macron è nel mezzo di una crisi di governo, ma Trump non sembra tenerne conto. Il francese vuole accreditarsi come interlocutore di peso. E sfrutta l’ottima relazione con Zelensky, orfano in questo momento di una leadership chiara a Berlino. Il tentativo di Olaf Scholz di parlare con Putin è stato seguito da bombardamenti feroci sull’Ucraina. Il destino di Kiev dipende dal nuovo alleato Usa in un 2025 denso di incognite. «È stata un’ottima conversazione», sostengono nell’entourage di Macron, senza però sbilanciarsi su eventuali concessioni da parte dell’americano. Zelensky e Trump si sono parlati in inglese, senza traduttore. Un incontro «proficuo e produttivo» ha raccontato l’ucraino che spiega di aver trovato il suo interlocutore «risoluto come sempre».
Nel giorno in cui The Donald si sfila dall’escalation in Siria - «non è la nostra battaglia» ha scritto su Truth – Zelensky incassa almeno un primo gesto di attenzione e di ascolto dall’imprevedibile leader. Ogni minimo segnale sul volto e nei gesti di Trump viene scrutato. E persino il fatto che Trump indossi una giacca blu e una cravatta gialla, i colori nazionali dell’Ucraina, vengono interpretati da alcuni come un buon presagio in questa «giornata storica» come sottolinea Macron dopo l’incontro. Il leader francese è abituato a tentare «colpi diplomatici », come quando nel 2019 fece atterrare il presidente iraniano nel mezzo del vertice G7 a Biarritz. Non sempre però questa spettacolarizzazione dell’arte di dialogare si traduce nel finale auspicato.
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