Zelensky cerca di incontrare Trump Cronaca di Amedeo Ardenza
Testata: Libero Data: 07 dicembre 2024 Pagina: 17 Autore: Amedeo Ardenza Titolo: «Zelensky cerca di incontrare Trump. E i russi le stanno prendendo a Kursk»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 07/12/2024, a pag. 17, con il titolo "Zelensky cerca di incontrare Trump. E i russi le stanno prendendo a Kursk", la cronaca di Amedeo Ardenza.
Si erano incontrati lo scorso 27 settembre a New York, a margine della 79ª Assemblea Generale dell’Onu: in quell’occasione il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump, aveva spiegato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky che per l’Ucraina era ormai giunto il tempo di siglare un accordo di pace con la Russia. I due leader, che si erano visti di persona una sola volta nel 2019, si sono sentiti anche telefonicamente, quando Zelensky lo scorso 7 novembre si è congratulato con Trump per la sua rielezione. Adesso è tempo di un nuovo incontro e l’occasione potrebbe essere fornita dalla cerimonia oggi a Parigi per la ri-inaugurazione della cattedrale di Notre-Dame: il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato all’evento cinquanta leader politici, tra i quali il presidente eletto degli Usa e lo stesso Zelensky.
L’Ile de la Cité potrebbe quindi fare da sfondo a un incontro determinante per il futuro assetto dell’est europeo. Per risolvere il nodo russo-ucraino, Trump ha scelto il navigato ex generale Keith Kellogg. Già consigliere per la sicurezza nazionale dell’ex vicepresidente Mike Pence, l’80enne nuovo inviato speciale per l’Ucraina e la Russia ha stilato un piano di pace secondo il quale gli aiuti a Kiev sono condizionati alla disponibilità degli ucraini a sedere a un tavolo negoziale con i russi. Qualora fossero i russi a non accettare l’offerta negoziale, gli aiuti ai militari ucraini sarebbero più sostanziosi. Ma, punto dolente per Zelensky, il piano Kellogg prevede che Mosca mantenga sotto il suo controllo i territori strappati al nemico negli ultimi tre anni di guerra mentre non prevede il rapido ingresso dell’Ucraina nella Nato. Come ha spiegato al Guardian Mykhailo Podolyak, ex consigliere di Zelensky, accettare il piano Kellogg «significherebbe perdere la guerra: la Russia ottiene il nostro territorio, e poi dominerà il tavolo dei negoziati, con nuove richieste».
Ecco perché, colloquio parigino o meno, l’Ucraina non molla nonostante la guerra con un nemico tanto più forte. A fronte di perdite territoriali molto rilevanti – il paese ha perso la guerra del Donbass, non ha più uno sbocco sul Mare d’Azov mentre la stessa Odessa, principale porto sul Mar Nero, è lambita dall’avanzata russa – Kiev continua ad attaccare la Federazione Russa.
Venerdì mattina il ponte di Crimea che collega la penisola sul Mar Nero alla Russia è stato chiuso dopo una serie di esplosioni a Kerch, nella zona del cantiere navale di Zaliv.
Il ministero della Difesa russo ha spiegato che la zona di Kerch è stata attaccata da droni ucraini, alcuni dei quali sono stati abbattuti. Obbligare i russi a chiudere il ponte fiore all’occhiello dell’annessione della Crimea nel 2014 è una piccola vittoria psicologica per gli ucraini. Come piccola da un punto di vista territoriale ma pur sempre sorprendente è la capacità dei militari di Zelensky di mantenere la posizione nell’oblast russo di Kursk più a nordest. Quattro mesi gli ucraini fa sono riusciti a occupare a una piccola porzione dell’oblast. Ieri il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la nomina di un nuovo governatore della regione, il deputato Alexander Khinshtein, al posto di Alexei Smirnov. Il Cremlino non può più tollerare quella puntura ucraina sul territorio russo.
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