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Libero Rassegna Stampa
07.12.2024 L’islamizzazione è completa in Inghilterra
Commento di Lavinia Orefici

Testata: Libero
Data: 07 dicembre 2024
Pagina: 14
Autore: Lavinia Orefici
Titolo: «A Londra, Muhammad è il nome più comune»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 07/12/2024, a pag. 14, con il titolo "A Londra, Muhammad è il nome più comune", il commento di Lavinia Orefici. 

Lavinia Orefici
A Londra il nome più diffuso è Muhammad, dopo anni di islamizzazione. Inoltre Leicester, Luton e Birmingham e molte altre sono città a maggioranza islamica. Entro il 2050 gli islamici saranno il 17% della popolazione del Regno Unito. Per quanto tempo ancora sarà una nazione occidentale e democratica?

Charles, come il re? William, come l’erede? George, come il figlio dell’erede? O Harry, come il ribelle? Niente di tutto ciò.
È Muhammad, come il Profeta, di Allah, il nome più popolare in Inghilterra e in Galles nel 2023. Lo ha reso noto l’ufficio nazionale di statistica. Già nella top ten della classifica dal 2016, anno dopo anno ha scalato posizioni, fino a conquistare, con 4661 bambini chiamati così, adesso il primo posto, battendo Noah, che scivola al secondo.
Perdono appeal i nomi che si identificano con la famiglia reale: George è in quarta posizione, William scende al ventinovesimo posto, dietro a Mohammed, con 1601 bambini. Muhammad più Mohammed più Mohammad, sessantottesimo nella lista, sono tre declinazioni dello stesso nome, che in totale porta 7 097 il numero di neonati che in Inghilterra si chiamano come il Profeta Maometto.
È un segnale forte che indica da che parte tira il vento nel Regno Unito. A Birmingham, città simbolo dell’islamizzazione britannica, la coppia del futuro è Muhammad e Fatima.
Nel 2021, per la prima volta Leicester, Luton e Birmingham, sono diventate le tre città a maggioranza di cittadini appartenenti alle minoranze etniche e religiose. Birmingham in particolare, che con il suo 1 milione e 500 mila abitanti è la seconda del Regno Unito, in cui fino a vent’anni fa sette persone su dieci erano bianche, ha visto crescere la popolazione musulmana al 29,9%.
Dallo stesso sondaggio, è emerso un altro primato dell’Inghilterra: meno della metà dei cittadini si definisce cristiana. Un calo del 17% che invece ha visto crescere del 43% le persone che si professavano seguaci di Maometto, sfiorando i 4 milioni di musulmani nel paese. Da uno studio del think thank americano Pew Research Center si stima che nel regno di Sua Maestà entro il 2050 il 17% della popolazione sarà di fede musulmana. La Dolce Conquista, il libro di Giulio Meotti, scrive che il processo irreversibile di islamizzazione è fissato al 20%. Sotto il segno della mezzaluna si sono già riconvertiti edifici simbolici anche nel cuore della capitale, a Piccadilly, dove al posto dello storico Trocadero, tempio del divertimento in città chiuso nel 2006, sta per sorgere quella che è stata soprannominata la moschea dei ricchi.
L’investimento, che aveva creato non poche polemiche, è stato fatto Azif Azziz, il miliardo musulmano colosso dell’immobiliare, cui fanno capo le proprietà intorno a Leicester Square. Londra e l’Inghilterra sono diventati il parco giochi dei miliardari islamici che spostano come pedine del Monopoli gli asset della Vecchia Europa. Con un investimento di 1,2 miliardi di dollari attraverso il fondo sovrano del Qatar, anche la famiglia reale di Doha, gli Al-Thani, tra il 2000 e il 2013, sono diventati proprietari di alcuni dei luoghi iconici della città: mezza City, Harrods e perfino Park Lane.
Tornando ai nomi, la ricerca ha stabilito che neo genitori inglesi si ispirano perfino al pop, dopo l’uscita del film Barbie spopola Margot, come Margot Robbie ed è curioso anche che le stagioni dettino le tendenze. Per esempio a dicembre i nomi più popolari sono Holly, Robyn e Joseph. Infine se in testa alla classifica dei maschi Maometto vince, tra le bambine resistono i grandi classici. Per l’ottavo anno consecutivo Olivia rimane il nome più popolare, seguito da Amelia e Isla, come una nipote di re Carlo III. Qualcosa di regale l’Inghilterra lo conserva, consolandosi così di non aver abdicato in tutto per tutto alla tradizione.

 

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