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Libero Rassegna Stampa
05.12.2024 I curdi sotto attacco, difesi dagli Usa: finalmente!
Cronaca di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 05 dicembre 2024
Pagina: 19
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «L'avanzata jihadista punta a Damasco. I curdi sotto attacco, difesi dagli Usa»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 05/12/2024, a pag. 19 con il titolo "L'avanzata jihadista punta a Damasco. I curdi sotto attacco, difesi dagli Usa" l'analisi di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Miliziane curde nel nord della Siria. Ancora sotto attacco dopo l'offensiva jihadista, trovano appoggio solo dagli Stati Uniti. I curdi sono l'unica fazione siriana veramente libera, l'unica che appoggia Israele in tutta la regione. Da sempre.

Le milizie jihadiste guidate dal gruppo Hayat Tharir al Sham, o HTS, avanzano in Siria nell’area di Hama, trampolino per Damasco, e ieri puntavano alle due cittadine di Maharde, a maggioranza cristiana, e Salamiye, di credo ismailita. Gli integralisti sunniti sostengono di voler rispettare le minoranze, ma a patto che si rivoltino contro il governo di Damasco.
Per l’Osservatorio siriano dei diritti umani, dall’inizio dell’offensiva jihadista, il 27 novembre, sono morte finora 704 persone, tra cui 361 islamisti, 233 soldati regolari siriani, e loro fiancheggiatori, e 110 civili.
Monta la paventata ondata di profughi. Sul posto, il vice coordinatore umanitario ONU David Carden ha valutato in «115.000 gli sfollati a Idlib e Aleppo». Proprio ad Aleppo s’è mostrato in pubblico il capo di HTS, quell'Abu Mohammad Al Julani, già esponente di Al Qaeda e del fronte Al Nusra, che il 30 novembre era stato dato per morto, “centrato” da un bombardamento aereo russo che, evidentemente, ha fallito.
L’esercito siriano s’avvale molto dell'appoggio dell’aviazione di Mosca, di base a Hmeimm, e nell'organizzare la controffensiva s’è disposta a difesa dell'ingresso nordest di Hama appostandosi anche in villaggi vicini. Le avanguardie siriane stanno combattendo coi jihadisti ad Al Majdal, a nord di Hama. Il presidente siriano Bashar El Assad, per premiare la fedeltà dei suoi uomini, ha decretato un aumento del 50% dello stipendio dei soldati governativi, come riportato dalla televisione libanese Al Mayadeen. Interessante l’intervista telefonica del padre francescano Firas Lutfi, nativo di Hama, all'agenzia Dire: «HTS ha ottenuto finanziamento e addestramento da potenze straniere e vuole prendere una città nevralgica. Aleppo è caduta in meno di 24 ore, senza resistenza, nemmeno presso i commissariati di polizia o i centri dell’intelligence».
A causa delle incursioni aeree russo-siriane sui ribelli nella regione di Hama è stato ucciso incidentalmente il giovane fotoreporter Anas Alkharboutli, 32 anni, che lavorava per l’agenzia tedesca DPA ed è stato sepolto a Idlib. Dopo che anche l'Iran, per bocca del ministro degli Esteri Abbas Aragchi, s'è detto «pronto a inviare truppe in aiuto di Damasco, se lo chiederà», Teheran s'è consultata con Mosca e Baghdad per un impegno militare coordinato in Siria. L’ambasciatore russo all'ONU Vassilij Nebenzia, ha accusato di nuovo l’Ucraina d'aver aiutato i jihadisti siriani con armi e istruttori. Ma il loro maggior sponsor resta la Turchia, infatti la coalizione di HTS ha attaccato i curdi, odiati da Ankara, a Tel Rifat, spingendone 120.000 alla fuga. Le milizie curde YPG del gruppo SDF sono appoggiate dai 900 soldati americani stanziati nel Nordest della Siria a occupare il giacimento petrolifero Conoco. E il comando USA Centcom ha comunicato di aver «distrutto armamenti in risposta a una minaccia imminente», senza spiegare se si trattasse di milizie filoirainiane o dei jihadisti filoturchi. Per il Centcom «sono stati distrutti tre lanciarazzi su camion, un carro armato T-64 (vecchio tank sovietico probabilmente catturato all'esercito siriano), un veicolo corazzato da trasporto truppe e mortai». Il raid americano sarebbe seguito al lancio di razzi da uno dei lanciarazzi verso le posizioni dei soldati statunitensi.

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