Ecco cosa fanno leggere al Papa: Fatto, Manifesto, Domani... ... ma attenzione! Analisi di Andrea Morigi
Testata: Libero Data: 04 dicembre 2024 Pagina: 5 Autore: Andrea Morigi Titolo: «Al Papa danno solo giornali di sinistra»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 04/12/2024, a pag. 5 con il titolo "Al Papa danno solo giornali di sinistra", l'analisi di Andrea Morigi.
Andrea Morigi
Quali giornali legge il Papa? il manifesto – quotidiano comunista, Il Fatto Quotidiano, Domani, la Repubblica, The New York Times, The Guardian, Le Monde, Corriere della Sera, Avvenire, La Croix, la rivista dei gesuiti ultraprogressisti statunitensi America e poi, senza peraltro avventurarsi troppo “in partibus infidelium”, anche Il Foglio, Le Figaro e Il Sole 24Ore.
Sebbene i corvi ormai abbiano nidificato in Vaticano senza alcuna intenzione di migrare altrove, ieri mattina passavano per recapitare in forma anonima le 109 pagine di cui constava la giornaliera rassegna stampa del Dicastero della Comunicazione della Santa Sede.
Selezione accuratissima di articoli, per un pubblico molto ristretto di utenti, confermano autorevolmente dietro il Portone di Bronzo, dove tuttavia reagiscono con un certo imbarazzo alle osservazioni sulla predilezione spiccata per l’informazione di sinistra, precisano che talvolta vi compaiono perfino articoli di Libero e perciò non ci si dovrebbe limitare alla consultazione occasionale del malloppo, solitamente pluralistico e comunque mai soppesato con il bilancino.
ROSSO MONOTONO
Tant’è: è capitato proprio di incappare nella data infausta del calendario, quella in cui il coro non è tanto polifonico quanto monotono. E monocolore, dilagante financo sullo stemma pontificio, rigorosamente riprodotto in rosso.
Se la stessa musica dovesse essere suonata tutti i giorni su quel medesimo spartito, non sarebbe difficile individuare meglio anche da quale angolo visuale, spesso anticattolico, nella residenza Santa Marta ci si trova ad affrontare temi di attualità scottante come l’immigrazione, il cambiamento climatico, il conflitto Israele-Hamas.
Per limitarci a quest’ultimo argomento, con le categorie interpretative suggerite dai compagni giornalisti, segnatamente il genocidio, la pulizia etnica, la scarsità e talora il blocco degli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, va da sé che, dopo aver subito rapimenti, stupri e massacri, agli ebrei si dovrebbe assegnare di conseguenza anche il compito di nutrire i terroristi e i loro sostenitori.
Sull’esempio della pretesa dei nazisti, che imponevano alle loro vittime di ripulire la strada dai cocci di vetro dopo la notte dei cristalli.
FILTRO CLERICALE
Del resto chi va a riferire al Santo Padre che i due tribunali internazionali incaricati di giudicare Israele sono entrambi presieduti da musulmani? Magari, se anche il presente articolo domattina finisse sulla sua scrivania, ci sarebbe una possibilità. Ma il clericalismo, si sa, ha la scorza dura e per lunga consuetudine sa filtrare prudenzialmente le notizie sgradevoli.
Almeno ieri, a Roma, durante un incontro con esponenti palestinesi e filoiraniani presso la sede di via delle Botteghe Oscure (a due passi dal ghetto), la Fnsi e il Gruppo Cronisti Lombardi hanno fatto ipocritamente finta di sentire anche un’altra campana, quella del quotidiano israeliano Haaretz. Benché il ministro delle Comunicazioni dell’esecutivo di Gerusalemme, Shlomo Karhi, abbia interrotto le comunicazioni con la testata perché la ritiene responsabile di aver «danneggiato la legittimità dello Stato di Israele e il suo diritto all'autodifesa», riferendosi «in particolare alle osservazioni fatte a Londra dall'editore di Haaretz, Amos Schocken, che sostengono il terrorismo e chiedono di imporre sanzioni al governo». Ma il sindacato dei giornalisti si sa da che parte pende. Sulle dinamiche interne alla Curia romana, invece, fino a ieri ci si poteva ancora illudere.
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