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Libero Rassegna Stampa
18.11.2024 Inciampo del Papa su Gaza: genocidio
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 18 novembre 2024
Pagina: 1/6
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Il Papa inciampa su Gaza: 'Indagate se è genocidio'. Israele: la vera strage è quella del 7 ottobre»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 18/11/2024, a pag. 1/6, con il titolo "Il Papa inciampa su Gaza: 'Indagate se è genocidio'. Israele: la vera strage è quella del 7 ottobre", la cronaca di Amedeo Ardenza.

Le parole di Papa Francesco sul "genocidio" a Gaza che sarebbe in corso "secondo alcuni esperti" e su cui "si deve indagare", non sono una novità. Già altre volte aveva condannato la risposta israeliana "sproporzionata" sia a Gaza che in Libano. Applaudono le sinistre e i palestinesi, gli israeliani invece ricordano che il vero atto genocida, il 7 Ottobre, lo hanno subito loro.

A Pretoria si saranno fregati le mani. L’operazione “genocidio”, ossia l’accusa lanciata dal Sudafrica a Israele di portare avanti la distruzione sistematica del popolo palestinese, ha trovato in queste ore un sostenitore d’eccezione: papa Francesco. «A detta di alcuni esperti», ha affermato il pontefice romano, «ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali». Le riflessioni di Bergoglio sul possibile ma tutto da verificare genocidio attribuito allo stato degli ebrei sono state affidate al suo nuovo libro «La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore», basato su una serie di interviste al papa (e sul quale Francesco ha piena potestà editoriale), curato da Hernán Reyes Alcaide e in uscita martedì prossimo. È nel volume pensato come una guida per i fedeli attraverso l’imminente anno giubilare 2025 che il pontefice ha indicato in Israele un possibile criminale internazionale, sollecitando la stessa indagine che proprio il Sudafrica, aperto sostenitore di Hamas, ha messo in moto presso le corti internazionali di giustizia fra il plauso di altri paesi che non brillano per rispetto dei diritti umani come per esempio la Turchia.
L’attacco domenicale contro lo stato degli ebrei segue una tempistica non casuale.
Solo giovedì scorso Francesco ha ricevuto una delegazione di ex ostaggi israeliani: un piccolo gruppo che comprendeva due signore e una ragazzina di 15 anni che hanno avuto la disgrazia di essere state rapite da Hamas nel sud d’Israele durante il pogrom del 7 ottobre 2023 ma che hanno anche avuto la fortuna di essere state liberate nel novembre successivo, quando Israele e il gruppo terroristico palestinese si sono accordati per lo scambio di un centinaio di rapiti con diverse centinaia di detenuti nelle carceri israeliane. Mai visitati dalla Croce rossa internazionale, alcuni dei loro familiari languono da oltre anno nei tunnel sotto Gaza: la visita al papa intendeva proprio riaccendere l’attenzione internazionale sulla loro sorte. In quell’occasione il neo ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede, Yaron Sideman, aveva espresso commozione per la «vicinanza di Francesco alle vittime di quella orribile giornata».
Dopo tre giorni quel clima di concordia sembra lontano un’epoca: «Il 7 ottobre c’è stato un massacro genocida di cittadini israeliani e da allora Israele ha esercitato il proprio diritto all’autodifesa contro i tentativi provenienti da sette diversi fronti di uccidere i suoi cittadini», si legge in una nota della stessa ambasciata fatta circolare domenica sera.
«Qualsiasi tentativo di chiamare questa autodifesa con qualsiasi altro nome significa isolare lo stato ebraico». Opposte le reazioni dei soliti noti: «La richiesta del Papa va sostenuta», ha dichiarato il portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, Angelo Bonelli. «Abbiamo sempre ringraziato Sua Santità per il riconoscimento del popolo palestinese all’autodeterminazione», ha commentato Yousef Salman, presidente della comunità palestinese di Roma e Lazio mentre Repubblica infiocchettava le parole del papa: «Ma davvero serve un’indagine per capire che a Gaza c’è un genocidio?», nel titolo di un editoriale a firma della palestinese Rita Baroud.
Non è a la prima volta che papa Francesco prende di mira Israele con durezza e l’accusa di genocidio è molto grave.
Lo scorso marzo, parlando del conflitto Israele-Hamas aveva dichiarato: «La guerra la fanno in due, non in uno. Gli irresponsabili sono questi due che fanno la guerra», equiparando uno stato democratico a un’organizzazione del terrore. L’ambasciata d’Israele presso la Santa Sede non sarà dunque caduta dal pero: lo scorso 29 settembre il pontefice romano, che in passato ha lanciato altri appelli a favore degli ostaggi, aveva dichiarato che i bombardamenti israeliani contro il sud del Libano sono “immorali” perché spoporzionati.

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