Ucraina: Trump pieghi Putin Intervista di Fabio Tonacci a Mykhailo Podolyak
Testata: La Repubblica Data: 14 novembre 2024 Pagina: 9 Autore: Fabio Tonacci Titolo: «Podolyak: 'Non è Kiev a dover fare concessioni. Se è un numero uno Donald pieghi Putin'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 14/11/2024, a pag. 9, con il titolo "Podolyak: 'Non è Kiev a dover fare concessioni. Se è un numero uno Donald pieghi Putin'" la cronaca di Fabio Tonacci.
Fabio Tonacci
Mykhailo Podolyak, lei è uno dei consiglieri di Zelensky. Domanda secca: Trump alla Casa Bianca è un bene o un male per l’Ucraina?
«Osservo che le elezioni hanno avuto un risultato netto, quindi non si è generato nella società americana quel conflitto interno che la Russia sperava. Già questo è un bene».
Trump però ha un rapporto diretto col vostro peggior nemico, non vi inquieta?
«Voglio ricordare che Zelensky ha avuto una prima conversazione telefonica con Trump durante la campagna e un’altra dopo il voto, e l’Ucraina ha il supporto bipartisan di repubblicani e democratici. Le strategie americane che ci riguardano devono ancora formarsi, bisogna aspettare che Trump si confronti con le agenzie di intelligence, acquisendo informazioni sulla Russia e sul profilo psicologico di Putin».
Secondo i media americani, invece, un progetto è già pronto e prevede il congelamento del fronte così com’è adesso.
«Trump è un politico che punta a essere il numero uno. I presunti progetti che circolano in queste ore si basano tutti sul concedere qualcosa alla Russia, ma sono suggestioni di Putin. Se Trump gli andasse dietro, diventerebbe il numero due. E non credo che lo possa accettare».
E voi potreste accettare il cessate il fuoco lasciando i territori occupati alla Russia, pur senza riconoscerli, se la Nato vi offrisse di entrare subito nell’alleanza?
«Si fa un gran parlare di quest’ipotesi perché si presuppone che l’Ucraina debba per forza concedere qualcosa. Gli obiettivi di Putin sono la distruzione dell’Ucraina e il dominio in Europa, quindi perché dovrebbe accettare l’accordo?».
Riformulo: cosa siete disposti a mettere sul tavolo del negoziato?
«Non credo che il Paese attaccato debba fare concessioni e smettere di resistere. Stiamo combattendo da tre anni e ora dovremmo rinunciare alla nostra sovranità? Sfortunatamente non vedo la stessa discussione su cosa la Russia dovrebbe concedere o pagare. È un po’ strano, no?».
Cambia il Piano per la vittoria di Zelensky con Trump presidente?
«Noi portiamo pragmatismo sul tavolo del negoziato. Abbiamo sviluppato competenze militari e possiamo offrire a Trump una parziale sostituzione dei contingenti americani in varie regioni, prima di tutto in Europa. Abbiamo inoltre depositi di minerali rari, come litio e titanio, che possiamo sfruttare insieme».
Pare di capire che non intendete modificare le linee basi del Piano. Posto che Trump proverà a chiudere il conflitto, esattamente cosa vi aspettate da lui?
«L’approccio razionale è obbligare la Russia ad accettare condizioni appropriate. Non chiedere o negoziare, ma obbligare…»
E come? Sul campo di battaglia siete in grossa difficoltà.
«Gli strumenti esistono, e non parlo di quelli militari piuttosto di controllo del prezzo del petrolio. Gli Usa hanno i mezzi per trasformare il mercato e renderlo sfavorevole alla Russia. Possono inoltre emettere sanzioni economiche che colpiscanodavvero Mosca. A mio parere questa sarà la linea di Trump, lui è uno che può prendere misure drastiche. Se poi infliggiamo colpi anche sul piano militare, come sta accadendo in scala ridotta, influenzeremo il fronte interno russo».
Parla di infliggere colpi militari alla Russia, ma non è chiaro nemmeno se riuscirete a rimanere nel Kursk. Vi state ritirando da lì?
«No. Nel Kursk stiamo risolvendo i problemi positivamente, eliminando le postazioni che lanciavano attacchi su Chenihiv e Sumy. Il punto è un altro: quando abbiamo cominciato l’operazione nella regione, ci aspettavamo di essere autorizzati ausare i missili (occidentali, ndr )e di avere più armi del genere».
Le risulta che il governo ucraino abbia chiesto a Giorgia Meloni di intercedere con Trump e Musk?
«Buona domanda... ma no. Abbiamo ottime relazioni con Paesi europei che possono agire da lobbisti, chiarificando le nostre posizioni a vari livelli e anche coinvolgendo figure come Musk e Meloni. Però l’Ucraina in nessun caso chiede di fare pressioni su altri».
Vederemo elezioni presidenziali in Ucraina nel 2025?
«A guerra in corso, non ci sono proprio i presupposti».
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