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Libero Rassegna Stampa
12.11.2024 Breve cronaca di una giornata di ordinaria follia
Editoriale di Mario Sechi

Testata: Libero
Data: 12 novembre 2024
Pagina: 1
Autore: Mario Sechi
Titolo: «Breve cronaca di una giornata di ordinaria follia»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/11/2024, a pag. 1 con il titolo "Breve cronaca di una giornata di ordinaria follia" l'editoriale di Mario Sechi.


Mario Sechi

I magistrati cercano ancora una volta di impedire il trasferimento degli immigrati illegali nei centri in Albania. Fra l'uso politico della magistratura, il silenzio sulle violenze di piazza e lo sciopero preventivo dei sindacati, la sinistra sta cercando di paralizzare il paese.

Cronaca di una giornata di ordinaria follia: i giudici hanno per l’ennesima volta invaso il campo della politica e deciso quali (non) sono i Paesi sicuri per il rimpatrio di migranti; il principale partito della sinistra tace sui picchiatori della polizia a Bologna; dopo 5 ore di incontro con la premier Meloni, Cgil e Uil (senza la Cisl) confermano lo sciopero preventivo contro la legge di Bilancio, nel momento in cui l’Italia ha il record dell’occupazione, siamo al sindacato surrealista.
Donald Trump ha vinto le elezioni su tre temi chiave: immigrazione, sicurezza e economia. La sinistra italiana va contro la storia e si dirà che è una buona notizia, si schianterà. Vero, ma Trump ha un’idea di America forte, un mandato chiaro, controlla la Camera e il Senato, avrà un impatto enorme. Andrà bene solo se i leader europei capiranno che non serve l’anti-Trump, ma una linea complementare e competitiva con la nuova agenda americana. In Italia il governo Meloni è ben orientato (ottima l’idea di un taglio fiscale per la classe media), ma l’alleanza isterica tra i progressisti dei tribunali, i propagandisti del Pd e i populisti dei sindacati - senza una politica vigile e ben condotta della maggioranza - ha il potere di frenare le riforme, smontare punti importanti del programma del governo (clamoroso il caso Albania), chiamare i barricaderos in piazza contro la più che mai necessaria convergenza tra Palazzo Chigi e la Casa Bianca. Una collaborazione sul commercio e i dazi, la politica verde europea, il rapporto con la Cina, la spesa nella Difesa, il contributo alla sicurezza del fianco orientale europeo (Ucraina e non solo), l’impegno in Africa. Parigi e Berlino già si muovono.
La fase della transizione a Washington sta correndo, Trump sta selezionando il team di un governo ultra “Maga”, Putin si è fatto sentire e faticherà a leggere le mosse di Trump, Zelensky sa che deve presentare un piano credibile per l’Ucraina, Netanyahu deve vincere bene e in fretta. La storia sta accelerando, e non ci aspetterà mentre perdiamo tempo con i Landini, le Schlein, i Lepore, le toghe e le camicie rosse. Sono la tragedia del nostro circo, clown che non fanno ridere.

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