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Libero Rassegna Stampa
11.11.2024 Impediremo all’Iran l’arma nucleare
Cronaca di Antonio Castro

Testata: Libero
Data: 11 novembre 2024
Pagina: 13
Autore: Antonio Castro
Titolo: «Bibi esulta: Hezbollah è stata sconfitta. Eliminato in Siria il comandante Ayyash»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/11/2024, a pag. 13, con il titolo "Bibi esulta: Hezbollah è stata sconfitta. Eliminato in Siria il comandante Ayyash" la cronaca di Antonio Castro.

Benjamin Netanyahu promette che l'Iran non avrà mai la sua arma atomica. Israele è pronto a prevenire la più grave delle minacce esistenziali. E intanto rivendica il successo della lotta contro Hezbollah, fra cui l'eliminazione dei suoi quadri con l'operazione cercapersone.

Sarà pure come sostiene il neo ministro della Difesa israeliano («Israele ha sconfitto il movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah sul campo di battaglia», ha scandito Israel Katz nel corso della cerimonia di insediamento del nuovo ministro degli Esteri, Gideon Sàar. «I colpi che abbiamo inflitto hanno sconfitto Hezbollah e l’eliminazione di (Hassan) Nasrallah, leader di Hezbollah, è il fiore all’occhiello», ha sottolineato Katz, puntualizzando che il compito di Israele è ora quello di «cambiare la realtà della sicurezza nel nord».
Scavallate le elezioni americane il premier Benjamin Netanyahu rivendica con orgoglio di aver «già parlato con Trump già tre volte». E ammette per la prima volta di aver dato il via libera all’operazione dei cercapersone in Libano a settembre contro gli operativi di Hezbollah. All’Afp, il suo portavoce, Omer Dostri, ha riferito che il premier israeliano ha detto di aver autorizzato l’operazione - con l’esplosione dei pager che avevano causato il ferimento di centinaia di persone - nel corso della riunione settimanale del Consiglio dei ministri. Solitamente i servizi segreti israeliani (Mossad, Shin Bet e Unità 8200/Idf) non rivendicano le operazioni. Ma questa volta Bibi si lancia in una pubblica dimostrazione di forza. Sarà forse per deviare l’attenzione da uno scandalo montante che coinvolgerebbe direttamente il gabinetto del premier. Ieri il Tzachi Braverman, capo dello staff del Primo Ministro, è stato indicato dal Times of Israel e dal canale televisivo Kan come il funzionario sospettato di aver ricattato un ufficiale dell’Idf per alterare i verbali delle riunioni in tempo di guerra minacciandolo con una registrazione video sensibile.
Sembra che Gerusalemme voglia tentare di regolare i conti sui molti fronti aperti in questo periodo di interregno tra la fine della presidenza Biden e il giuramento di Trump. Ieri - mentre proseguivano gli scambi di colpi sul confine con il Libano - le forze della difesa israeliane hanno confermato di aver ucciso in un attacco vicino alla città di Al Qusayr, nel nord-ovest della Siria, Salim Jamil Ayyash, uno dei più ricercati comandanti di Hezbollah. Ayyash era ricercato dagli Stati Uniti- ha ricordato l’emittente panaraba satellitare di proprietà saudita Al Arabiya - dal 2020 e gli States avevano messo in ballo una taglia di 10 milioni di dollari. Il terrorista filo sciita libanese era stato condannato in contumacia all’ergastolo da un tribunale sostenuto dalle Nazioni Unite per l’assassinio dell’ex primo ministro libanese, Rafiq Hariri, in un attentato suicida a Beirut nel 2005.
Resta da vedere cosa succederà sugli altri fronti aperti. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden domani incontrerà alla Casa Bianca il suo omologo israeliano Isaac Herzog. L’ennesimo sforzo diplomatico - stando al Jerusalem Post - per porre fine alle guerre in Libano e a Gaza durante ultimi tre mesi di mandato. Il defenestramento del battagliero ex ministro della Difesa, Difesa Yoav Gallant, non sembra aver cambiato la linea di azione israeliana. Non a caso il fedelissimo di Netanyahu, Katz ha voluto ribadire «che il suo compito numero uno sarà quello di impedire all’Iran di ottenere un’arma nucleare». E accertarsi che Hamas «non abbia alcun ruolo futuro nella Striscia di Gaza». Ma ci sono sempre i 101 ostaggi israeliani - da oltre 400 giorni - nella striscia da riportare a casa.

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