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Libero Rassegna Stampa
10.11.2024 Milano, i pro-pal applaudono i ‘ragazzi di Amsterdam’
Commento di Enrico Paoli

Testata: Libero
Data: 10 novembre 2024
Pagina: 5
Autore: Enrico Paoli
Titolo: «I pro-pal di Milano applaudono i ‘ragazzi di Amsterdam’»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 10/11/2024, a pag. 5 con il titolo "I pro-pal di Milano applaudono i ‘ragazzi di Amsterdam’", la cronaca di Enrico Paoli

Enrico Paoli ospite di TGtg del 1 giugno - TGTG
Enrico Paoli

Foto di Sinwar e cori che inneggiano al pogrom di Amsterdam. Questo nel corteo pro-Pal di Milano di questo sabato. Che come ogni sabato si traduce in un'orgia di odio contro Israele e gli ebrei. 

Prima del piatto forte di giornata, l’agghiacciante applauso di solidarietà ai «ragazzi» di Amsterdam autori dell’aggressione ai danni dei pacifici tifosi israeliani, i pro Pal milanesi si erano concessi l’aperitivo del boicottaggio contro McDonald’s. «Ogni volta che mangiate un panino, mangiate il sangue dei palestinesi», hanno urlato i sostenitori di Hamas, ormai da oltre quaranta sabati consecutiti in piazza, a Milano, per rivendicare le ragioni dei palestinesi, non certo il diritto di Israele a esistere. Per loro, per i giovani palestinesi e l’universo della sinistra antagonista (ieri, però, si sono visti anche esponenti milanesi del Pd) che li fiancheggia, il mondo è a senso unico, con i terroristi di Hamas vittime e non carnefici, e gli ebrei massacratori e non bersagli da mettere all’indice e colpire. Come hanno fatto ad Amsterdam, appunto.
«Un applauso ai giovani di Amsterdam. Un applauso a tutti i giovani, ragazzi e ragazze, che hanno dato una lezione», hanno urlato dal megafono gli agitatori del corteo, parole seguite da applausi, ma anche qualche fischio. È stato quello il segnale che ha dato il via al corteo pro Palestina, per le strade di Milano, mettendo a rischio il sabato del villaggio dei milanesi, ostaggi dei pro Pal. Gli attivisti si sono radunati in piazzale Cadorna per dirigersi verso Porta Genova, nel cuore dei Navigli e della movida. Oltre alle bandiere palestinesi, tra le prime file del corteo, esposta anche una foto di Sinwar, leader del gruppo terroristico di Hamas, ucciso lo scorso ottobre, e un cartello con la scritta «Bastone di Sinwar», corredato da frasi in in arabo. Tra i cori gridati dai manifestanti, la solita parola d’ordine: «Israele criminale, Palestina immortale».
Per non farsi mancare nulla alcuni manifestanti pro Pal si sono ritrovati davanti al McDonald di largo Cairoli, in pieno centro a Milano, dove hanno dato vita al boicottaggio contro la catena, accusata di distribuire pasti gratis ai soldati israeliani.
Parole durissime al megafono: «Ogni volta che mangiate un panino, mangiate il sangue dei palestinesi». Tra gli slogan, alcuni incitano all’Intifada: «Un sasso qua, un sasso là, un sasso per la libertà». E prima o poi il rischio che qualche sasso vero, e non metaforico, colpisca a Milano, o altrove, inizia a farsi sempre più concreto. Il livello di violenza verbale raggiunto dai pro Pal è diventato preoccupante, a dimostrazione di come questi cortei non siano affatto atti di solidarietà, ma vere e proprie azioni di proselitismo, con l’obiettivo di portare la piazza ad esplodere. Oltre quaranta sabati di cortei non sono più un caso, ma il disegno di una chiara strategia di rivolta, anche se ancora a bassa intensità. Ma sino a quando? Perché questo è il punto vero.
«Gli applausi e gli slogan di sostegno rivolti dal corteo pro Palestina di Milano verso i criminali che hanno brutalmente aggredito i tifosi israeliani ad Amsterdam sono l'ennesimo grave rigurgito antisemita che sta ormai dilagando nelle manifestazioni filo palestinesi», afferma Marco Bestetti, consigliere regionale e comunale di Fratelli d’Italia, a Milano, «sono seriamente preoccupato per il clima pesante che si sta respirando da mesi in città ed esprimo profondo disgusto verso questi miserabili, che ci offrono una ragione in più per abbracciare con ancora maggiore convinzione il popolo israeliano e la Comunità ebraica milanese». «Il Paese non merita cortei di antagonisti violenti che attaccano la Polizia, minacciano le istituzioni, prendono a sassate gli agenti e mettono a ferro e a fuoco interi quartieri.
Inaudito quanto accaduto a Bologna e Milano», afferma la senatrice della Lega, Stefania Pucciarelli, capogruppo in commissione Esteri e Difesa. «Ci auguriamo che tutte le forze politiche condannino le parole di chi, a Milano, in una manifestazione pro Pal ha sfilato sotto la bandiera di Hamas e ha fatto plauso a coloro che si sono resi protagonisti delle aggressioni violente e antisemite ad Amsterdam», affermano i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza Ella Bucalo, Lucio Malan, Ester Mieli, Marco Scurria, Raffaele Speranzon e Giulio Terzi.
Dalle fila della Comunità ebraica si leva la voce di Davide Romano, direttore del museo della Brigata ebraica di Milano. «La solidarietà dei pro Pal milanesi agli autori del pogrom di Amsterdam supera ogni decenza», sostiene l’esponente della Comunità ebraica, «condannare solo a parole non sta avendo alcun effetto e sta, anzi, portando a una escalation dei toni sempre più violenti. è ora di provvedimenti concreti, possibilmente bipartisan. L’odio antiebraico non può essere tollerato ulteriormente». «Spero che prima o poi tutti aprano gli occhi. Il corteo dei pro Pal- che tutto hanno meno che la dovuta a giusta attenzione verso il popolo palestinese, ma solo la loro vicinanza ai terroristi di Hamas ed Hezbollah - ha inneggiato ed applaudito (con tanto di foto di Sinwar) ai giovani che ad Amsterdam hanno pianificato con chat tra i tassisti e effettuato la caccia all’ebreo ai margini della partita Ajax Maccabi», sottolinea Marco Carrai, Console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia.
Anche l’ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti, condanna gli episodi.
«Non basta neanche condannare, bisogna lavorare a bonificare questa società dalla violenza che oggi è una cosa che soverchia anche il contrasto politico e sociale: è come se si fosse autonomizzata, ma va contrastata», sottolinea l’ex segretario di Rifondazione Comunista, «ci stiamo riuscendo? Siamo lontani dal farlo, basta vedere il linguaggio della politica».

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