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Libero Rassegna Stampa
09.11.2024 Israele aveva dato l’allarme
Analisi di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 09 novembre 2024
Pagina: 5
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Israele aveva dato l'allarme, ma la polizia non ha fatto nulla»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 09/11/2024, a pag. 5, con il titolo "Israele aveva dato l'allarme, ma la polizia non ha fatto nulla", la cronaca di Amedeo Ardenza.

Conferenza stampa del sindaco di Amsterdam dopo la caccia all'ebreo del giovedì notte. Israele aveva avvertito per tempo, ma le autorità olandesi non hanno comunque prevenuto la violenza islamica.

Un incontro sportivo trasformato in una manifestazione di violenza.
Nella notte fra giovedì e venerdì il centro di Amsterdam ha fatto da sfondo a una caccia all’ebreo in un indecoroso spettacolo di odio razziale. A margine della partita di Europa League del Maccabi Tel Aviv contro i padroni di casa dell’Ajax (che hanno vinto per 5-0), gruppi di autoproclamati sostenitori della Palestina hanno individuato i tifosi del Maccabi a spasso per la capitale.
In tanti, dopo l’incontro, si sono riversati nel centro cittadino per una birra e una passeggiata fra i canali.
Ma qui sono stati avvicinati da gruppetti di facinorosi che li hanno isolati e insultati: «Assassini! Genocidi!». Colte di sorpresa, le vittime dell’aggressione si sono messe a correre e qui è iniziato il linciaggio: chi cadeva è stato preso a calci e chi resisteva ha preso pugni in testa.

LA “NOTTE DEI CRISTALLI”

Altri tifosi sono stati fatto oggetto di lanci di fuochi di artificio: razzi e petardi usati per spaventare e ferire le vittime di un pogrom in miniature consumato un giorno prima del 9 novembre, l’anniversario, quest’anno è l’86esimo, della Notte dei Cristalli, prova generale della Shoah. «Questo è per i bambini di Gaza! Volete uccidere i bambini di Gaza!», sono alcune degli urli, alternati a insulti in arabo, lanciati dai “giustizieri”. Dettagli che le vittime delle aggressioni non hanno avuto bisogno di raccontare: accanto a chi picchiava gli ebrei c’erano assalitori che filmavano le aggressioni, emuli dei terroristi di Hamas che il 7 ottobre del 2023 hanno attaccato il sud di Israele armati di mitra, granate e di webcam fissate sull’elmetto.
Venerdì mattina la polizia di Amsterdam ha scritto che la notte dopo la partita di calcio «è stata molto turbolenta» è «la polizia è stato costretta a intervenire più volte, proteggendo i sostenitori israeliani scortandoli negli hotel». Sempre venerdì la polizia ha adottato misure di emergenza ad Amsterdam e Amstelveen aumentando l’allerta, vietando gli assembramenti e la circolazione a volto scoperto e rafforzando, infine, la sorveglianza dei siti ebraici. Nel corso della notte le forze dell’ordine hanno fermato 62 persone ma resta da capire come sia stato possibile che i tifosi israeliani siano rimasti a lungo alla mercè dei loro assalitori; tanto più che le autorità israeliane avevano avvisato quelle neerlandesi dei movimenti sospetti di alcune bande di giovani di origine straniera.
Una lentezza che ha permesso violenze indegne di una capitale europea. Bambini picchiati insieme ai loro papà, denti saltati, labbra spaccate mentre non arrivavano né la polizia né le ambulanze. In cinque sono poi finiti all’ospedale. A intervenire è stato piuttosto il governo israeliano che ha mandato due voli El Al nella capitale olandese per riportare i tifosi a casa a spese del contribuente con tanto di dispensa rabbinica per viaggiare durate lo Shabbat.
I fatti di Amsterdam rilanciano il tema della resistenza se non dell’aperto rifiuto di alcuni poliziotti olandesi di proteggere siti ebraici come la casa di Anna Frank o il Museo dell’Olocausto. «Altri lo fanno malvolentieri e rifiutano il caffè che viene offerto loro da questi siti». Così avevano parlato due poliziotti olandesi ebrei intervistati lo scorso 4 ottobre dal Jerusalem Post. A loro avevano risposto il sindacato di polizia ed esponenti del governo ricordando che, a prescindere dalla fede personale, dalle preferenze politiche o dall’origine etnica, il dovere di ogni poliziotto è di proteggere ogni cittadino.

SCUSE OLANDESI

I fatti di ieri hanno gettato nell’imbarazzo le istituzioni dei Paesi Bassi a cominciare dal governo del premier Dick Schoof insediatosi lo scorso luglio con un programma law and order contro gli immigrati. Dalla sindaca Femke Halsema al sovrano Gugliemo Alessandro, che ha telefonato al capo di stato israeliano Isaac Herzog, ieri è stato tutto un condannare e scusarsi sullo sfondo del silenzio dell’Ajax e della Uefa. Dagli Stati Uniti, l’inviata speciale della Casa Bianca contro l’antisemitismo, Deborah Lipstadt, si è detta «inorridita» e «profondamente turbata dalla durata degli attacchi». Lipstadt ha anche esortato il governo neerlandese «a condurre un'indagine approfondita sull'intervento delle forze di sicurezza e come sono stati organizzati gli attacchi».
Da Israele, intanto, ieri sera sono volati ad Amsterdam il neoministro degli Esteri Gideon Sa’ar e lo speaker della Knesset Amir Ohana per incontrare il leader del Partito per la Libertà Geert Wilders che sostiene il governo Schoof. Da Gerusalemme il governo di Benjamin Netanyahu ha vietato ai militari olandesi di volare in Olanda e ha sollecitato il Mossad a preparare un piano per prevenire disordini come quelli avvenuti ad Amsterdam.

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