Ecco la carta vincente di Trump Analisi di Matteo Legnani
Testata: Libero Data: 01 novembre 2024 Pagina: 16 Autore: Matteo Legnani Titolo: «Quando lo colpiscono, diventa più forte. Ecco la carta vincente di Trump»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 01/11/2024, a pag. 16, con il titolo "Quando lo colpiscono, diventa più forte. Ecco la carta vincente di Trump" la cronaca di Matteo Legnani.
Prima il vecchio Joe Biden, con quello sguardo vitreo e i discorsi biascicati, capace di rendersi un po' divertente (suo malgrado) solo se cadeva dalla scaletta dell’Air Force One o quando, terminato un incontro pubblico, restava come paralizzato in attesa che qualcuno dello staff venisse a portarlo via.
Poi quell’imbalsamata della Harris nei suoi noiosissimi completi pantalone scuri (da donna in carriera), regolarmente “oscurata” da ex presidenti e rockstar giunti a darle una mano negli incontri elettorali.
Fosse dipeso dai Dem, la campagna elettorale per le presidenziali che si terranno martedì prossimo, sarebbe stata una palla pazzesca. Per fortuna, a tenere alto lo spirito di chi ha seguito la contesa ci ha pensato Donald Trump.
A partire (e qui passiamo dal faceto al serio) da quel pugno alzato al cielo in segno di sfida, nonostante lo shock e la faccia sanguinante, nel drammatico pomeriggio di Butler, in Pennsylvania, dove scampò miracolosamente a un tentativo di farlo fuori. La foto scattata con gli agenti del secret service che cercano di portarlo al sicuro con lo sfondo della bandiera americana passerà alla storia non solo di queste elezioni, ma degli Stati Uniti.
Tornando su un piano (appena) un po’ meno drammatico, come scordare l’espressione di sfida esibita dal tycoon nella foto segnaletica scattata al momento del suo arresto nell’agosto 2023 presso l’ufficio dello sceriffo della Contea di Fulton, in Georgia? Talmente iconica da essere finita su migliaia e migliaia di t-shirt vendute in tutto il Paese.
Come lo sono state le magliette con la scritta “God, guns and Trump”. O, ancora, i berretti da baseball con zazzera incorporata. Perché quel cespuglio di capelli di colore cangiante dal rossiccio al biondiccio resta uno dei marchi di fabbrica del personaggio, che la Harris non riuscirebbe a eguagliare in popolarità nemmeno se si facesse i capelli afro.
Non fosse bastato The Don da solo, a un certo punto nella sua campagna ha fatto irruzione il patron di Tesla e Space X, Elon Musk. Un sodalizio inatteso, quello fra Trump e l’uomo più ricco del mondo. Che, calatosi in un ruolo per lui nuovo, ha messo in mostra un aspetto leggero che in pochi si immaginavano, immortalato in una foto che lo vede zompare entusiasta sul palco durante un comizio di Trump, con la maglietta che gli si alza lasciandolo con mezza panza di fuori.
Ma è in questi ultimi dieci giorni che l’ex presidente e candidato repubblicano alla Casa Bianca ha sparato due colpi da fuoriclasse. Prima presentandosi a Filadelfia dietro il bancone di un McDonald’s a friggere patatine e consegnare hamburger al drive-thru. Poi, indossando la pettorina fluorescente e mettendosi alla guida di un camion della nettezza urbana di Green Bay in Wisconsin, in risposta al presidente Biden che aveva poche ore prima definito «spazzatura», gli elettori repubblicani.
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