Pro Trump, il disprezzo per la gente comune Commento di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 31 ottobre 2024 Pagina: 1 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «'Trumpiani spazzatura': il disprezzo Dem per la gente comune»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 31/10/2024, a pag. 1, con il titolo "'Trumpiani spazzatura': il disprezzo Dem per la gente comune", l'editoriale di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
I freni inibitori sono definitivamente saltati, ogni forma di autocontrollo è venuta meno, e, a un fazzoletto di giorni da un voto decisivo, si è arrivati – da sinistra: e da dove, se no? – a gridare in faccia agli elettori l’equivalente di un: “Fate schifo”.
Un’esagerazione di Libero? No: parole e musica di un Joe Biden ormai ingestibile, che ha qualificato i sostenitori di Donald Trump nientemeno che come “garbage”, cioè spazzatura, salvo poi cercare disperatamente di rammendare lo strappo.
Il fattaccio è avvenuto nel corso di un collegamento con il gruppo ispanico Voto Latino. L’intenzione del vecchio Joe era quella di reagire alla battuta – a sua volta fuori luogo – di un comico che aveva partecipato al comizio trumpiano di qualche giorno fa al Madison Square Garden di New York. Ma la proverbiale propensione di Biden all’autogol ha avuto il sopravvento: «Donald Trump non ha carattere. Non gli interessa della comunità latina. L'altro giorno uno degli oratori a un suo comizio ha definito Porto Rico un'isola galleggiante di spazzatura. L'unica spazzatura che vedo galleggiare là fuori sono i suoi sostenitori».
Apriti cielo. Il video bideniano è ovviamente diventato virale, suscitando la motivatissima ira della mezza America repubblicana, e pure la disperazione dei democratici rimasti minimamente lucidi. Trump, ricevuta la notizia in tempo reale nel corso di un suo comizio (a riferirgliela è stato il senatore Marco Rubio) ha subito infilzato l’inquilino uscente della Casa Bianca: «Perdonatelo, non sa cosa dice». Che è più o meno l’equivalente di ciò che Trump disse a Biden nel corso del faccia a faccia televisivo di giugno, quando la fine del match per KO tecnico fu certificata nel momento in cui il repubblicano, dopo un intervento del dem ancora più confuso e imbarazzante degli altri, infierì così: «Non so davvero cos’abbia detto, e penso che non lo sappia nemmeno lui».
Più tardi, Biden e il suo staff hanno cercato abbastanza disperatamente di mettere una pezza sulla gaffe, provando a correggere il tiro sui social: «Oggi ho parlato della retorica di un sostenitore di Trump su Porto Rico» definendola «spazzatura. Questa è l'unica parola a cui posso pensare per descriverla. Questo è quello che volevo dire.
Quei commenti non riflettono chi siamo come paese».
E pure un’imbarazzatissima Kamala Harris, a un certo punto, ha provato a prendere le distanze: «Biden ha chiarito. Ma dissento fortemente da ogni critica verso le persone in base al loro voto».
Ma ormai la frittata era fatta. E non solo per il pandemonio che già si era scatenato sui canali social, ma perché Trump ha avuto la prontezza di collegare l’infelicissima uscita di Biden al celebre infortunio di Hillary Clinton nel 2016, quando parlò dei “deplorables”, cioè qualificò gli elettori di Trump con un termine che può essere tradotto come cattivi-deplorevoli-miserabili-pessimi.
Quella frase resta come epitaffio di un’intera classe dirigente progressista.
E ieri Biden non ha fatto che rinnovarne – e se possibile aggravarne – la memoria, manifestando un totale disprezzo nei confronti di almeno mezza America.
La verità è che Trump sarà pure rozzo e non è certamente una mammoletta, ma ha offerto attenzione a quell’America impoverita e bianca che continua a essere trattata dai progressisti (e dai loro media) come una feccia di sdentati.
Di più: Trump si è trasformato nello strumento della vendetta di quei cittadini verso le detestatissime élite progressiste. Proprio quelli che, in virtù di una presunta dotazione culturale superiore, dovrebbero immedesimarsi negli altri, comprenderne i timori (pur magari non condividendoli), non hanno fatto alcuno sforzo per capire la sofferenza dei ceti medi e medio-bassi, e anzi continuano a giudicarli e a insultarli.
C’è dunque un filo tenace che lega il “deplorables” del 2016 al “garbage” del 2024. La campagna Trump l’ha capito al volo, e da ieri diffonde infografiche con sacchi di spazzatura raccolti da un uomo con l’inconfondibile cappellino rosso siglato Maga (Make America Great Again). Insomma, un Trump orgoglioso di stare in mezzo alla sua gente, brutalmente offesa dai dem.
Come Libero continua a dirvi da mesi, la corsa presidenziale resta aperta fino all’ultimo, e ogni sorpresa è possibile fino alla fine. Ma se Kamala Harris perderà, un pezzetto di quella sconfitta andrà collegato a questa sanguinosa offesa rivolta da Biden verso gli elettori. Segno inequivocabile della presunzione fatale dei dem. Hybris, la definivano i greci. Che immaginavano atroci punizioni divine per chi fosse abitato da quel sentimento. Il 5 novembre vedremo se la storia si ripeterà.
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