mercoledi` 16 ottobre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
11.10.2024 Morta nelle prigioni di Putin
Editoriale de Il Foglio

Testata: Il Foglio
Data: 11 ottobre 2024
Pagina: 3
Autore: Redazione de Il Foglio
Titolo: «Morta nelle prigioni di Putin»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 11/10/2024, a pag. 3, il l'editoriale dal titolo: "Morta nelle prigioni di Putin".

Viktoria Roshchyna raccontava i crimini di guerra russi in Ucraina. E' morta in carcere, in Russia. Arrestata dai russi nell'agosto del 2023 da allora non si avevano più sue notizie.

Viktoria Roshchyna era una giornalista ucraina, aveva ventotto anni e un “dovere professionale”: raccontare la verità sui crimini di guerra russi in Ucraina. Questo dovere le è costato la vita. Ieri il portavoce del Gru, l’intelligence militare ucraina, Andriy Yusov, ha confermato la notizia della sua morte in una prigione russa. Era scomparsa il 3 agosto del 2023 mentre stava preparando un reportage sui territori occupati dalla Russia, aveva cercato di entrare nel territorio russo dalla Polonia, poi è stata catturata dalle autorità di Mosca e da quel giorno non si sono più avute sue notizie. Non era la prima volta che Roshchyna veniva imprigionata in Russia, già a marzo del 2022, poco dopo l’inizio dell’invasione su larga scala, era stata catturata nei territori orientali e aveva passato dieci giorni imprigionata a Berdyansk: aveva raccontato quei giorni in un lungo reportage, una volta tornata in Ucraina. Dopo quella volta suo padre l’aveva pregata di non avvicinarsi più ai territori occupati, si era offerto di pagarla, lei gli aveva risposto che avrebbe continuato, perché è proprio in quelle zone che le atrocità passano inosservate. Dopo il suo rilascio aveva ricevuto il premio “Coraggio nel giornalismo” dall’International Women’s Media Foundation: “Non lo considero coraggio ma piuttosto un mio dovere professionale. Le persone devono sapere la verità e i colpevoli devono essere ritenuti responsabili”, aveva detto. Ora il Cremlino è colpevole e responsabile anche della sua morte, è la tredicesima giornalista a morire dall’inizio della guerra. Sono ancora 19 i giornalisti trattenuti in Russia e di cui il regime di Vladimir Putin si rifiuta di fornire informazioni. Ieri Yusov ha dichiarato che Roshchyna avrebbe dovuto essere inclusa in un imminente scambio di prigionieri, Kyiv ha fatto di tutto per riportarla a casa, ma non è bastato.

 

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT