mercoledi` 16 ottobre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
09.10.2024 Espulso l’imam di Bologna, sosteneva il terrorismo
Cronaca di Pietro Senaldi

Testata: Libero
Data: 09 ottobre 2024
Pagina: 11
Autore: Pietro Senaldi
Titolo: «Cacciato dall'Italia l'imam filo-Hamas»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 09/10/2024, a pag. 11, con il titolo "Cacciato dall'Italia l'imam filo-Hamas" il commento di Pietro Senaldi.

Risultati immagini per pietro senaldi
Pietro Senaldi

L'imam Zulfiqar Khan, pakistano, predicava a Bologna l'odio islamico contro Israele. Espulso dall'Italia dopo le segnalazioni di due deputati di FdI: Sara Kelany e Marco Lisei. La predicazione di Zulfikar si era fatta ancora più violenta dopo il 7 Ottobre.

«Coloro che si schierano con Israele e gli Stati Uniti faranno una brutta fine». E poi: «Perpetrate la jihad contro gli ebrei, questi bugiardi e assassini». E ancora: «Il re di Giordania è un infedele perché ha difeso gli impuri sionisti di Israele». E di più: «Stiamo aspettando il castigo per gli infedeli, viene da parte di Allah con le mani di Hamas e Hezbolloah, perché Hamas non è un’organizzazione terrorista ma difende il proprio territorio». Infine la confessione: «Se qualcuno mi dice che sono un estremista islamico io rispondo di sì, perché estremismo significa seguire i fondamenti della religione. È tempo di risvegliare le menti delle genti». Queste erano le parole dei sermoni dell’imam Zulfiqar Khan, pakistano istigatore di odio in servizio delirante presso il centro islamico Iqraa, in quel di Bologna.

RETE DI ESPULSIONI

Odio, guerra, distruzione, antisemitismo: ecco l’insegnamento del sacerdote del terrore, espulso ieri dopo le segnalazioni degli onorevoli Sara Kelany e Marco Lisei, entrambi di Fratelli d’Italia, che con un’interrogazione parlamentare hanno svelato questo profeta di sventura e spacciatore di lutti. La predicazione di Zulfikar si era fatta ancora più violenta dopo la mattanza da parte di Hamas del 7 ottobre 2023 di quasi mille e duecento cittadini israliani, prelevati nelle loro case o al rave party Supernova, immensa festa musicale di ragazzi nel deserto. Tanto che il Viminale, riferendosi a lui, parla di «crescente fanatismo ideologico» ed «esaltazione del martirio».
L’iman, che era solito esortare i propri fedeli a «non pagare le tasse perché le risorse devono restare nella comunità islamica», ne aveva per tutti, anche per gli omosessuali, definiti «persone che Allah castigherà con una punizione molto forte».
Si tratta della novantaquattresima espulsione per terrorismo dal 7 ottobre 2023 a oggi.
«Dopo lo scoppio della guerra, l’allerta è stata alzata di molto - rivelano fonti del ministero dell’Interno, - ma l’Italia è in una situazione di relativa sicurezza». In particolare, quella di Zulfikar Khan segue di appena due giorni la segnalazione al nostro Paese da parte dei servizi segreti americani di Mohammed Hannoun e della sua associazione nella lista di quanti organizzano qui da noi attività umanitarie, che altro non sono se non una copertura per raccogliere fondi da inviare ad Hamas a Gaza.
Dal 22 ottobre 2022, data di insediamento del governo, sono invece 164 i soggetti espulsi dallo Stato per ragioni di sicurezza, tutti segnalati per terrorismo, radicalizzazione, rischio di attentati. Il problema principale, in termini di minaccia islamica, è dato dalle moschee abusive, dove si predica in arabo per nascondre gli inviti alla guerra santa e il sentimento anti-semita e anti-occidentale.

RISCHIO MODERATO

Gli esperti però rivelano che la presenza in Italia di fanatici islamici pronti a tutto è molto calata negli ultimi dieci anni.
Merito anche delle intese firmate dall’allora ministro dell’Interno, Marco Minniti, con le comunità musulmane per avere prediche in italiano e per delle scuole di formazione degli imam, altrimenti improvvisati. La svolta dell’accordo fu riuscire a convincere anche l’Ucoii, la siglia meno moderata della comunità islamica.
Ma l’abbassamento dei livelli di rischio rispetto a una decina d’anni fa è legata anche al fatto che il marchio Hamas, fuori dalla Palestina, emoziona più l’estrema (e anche quella un po’ moderata) sinistra nostrana che non i musulmani.
La sigla infatti, a differenza dell’Isis, che era stato capace di rappresentare un simbolo per tutto l’islam in armi contro l’Occidente, viene per lo più interpretata come legata a una problematica politica locale, non a una questione religiosa e identitaria. Segno che la popolazione palestinese è vissuta da chi dice di volerla difendere come uno strumento di guerra contro Israele piuttosto che come un fine. Ne è riprova il fatto che la comunità palestinese si è sfilata dal corteo pro-Pal di sabato scorso a Roma, dove i manifestanti che dicevano di scendere in piazza per la pace hanno ferito trenta agenti delle forze dell’ordine.

ANTISEMITISMO

Malgrado Hamas in Italia possa contare su tanti estimatori ma poche truppe effettive, le autorità ricordano che è invece in aumento vertiginoso l’antisemitismo in Italia, e questo a causa della copertura politica che un’ampia parte del campo largo dà alle manifestazioni di facinorosi anti-israeliani. Nel solo ultimo anno, dall’eccidio del 7 ottobre 2023 a oggi, c’è stato un incremento del 400% delle azioni antisemite nel nostro Paese, che ormai sono una novantina al mese.
È un allarme che è destinato a crescere e a durare nel tempo, perché l’odio razziale verso il popolo ebraico dilaga nelle giovani generazioni, presso le quali il credito della Shoah si è esaurito. Purtroppo, la difesa della causa di Israele ha subito in Italia ormai una divaricazione politica: il centrodestra schierato con Gerusalemme, il centrosinistra invece freddo, con una partecipazione non sentita, stanca, di prammatica, doveristica, al ricordo nelle sinagoghe del pogrom subito un anno fa dagli ebrei in casa loro.

 

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT