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Libero Rassegna Stampa
07.10.2024 Iran in attesa dell’attacco di Israele
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 07 ottobre 2024
Pagina: 8
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «L'Iran chiude il suo spazio aereo in attesa dell'attacco di Israele»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 8/10/2024, a pag. 8, con il titolo "L'Iran chiude il suo spazio aereo in attesa dell'attacco di Israele", l'analisi di Amedeo Ardenza

L'Iran ha chiuso il suo spazio aereo, in attesa della rappresaglia israeliana. Che ci sarà, a tempo debito. 

Per chi critica Israele sempre e comunque, Benjamin Netanyahu è il nemico ideale: corrotto, sdoganatore dei sionisti estremisti, promotore di riforme antidemocratiche e guerrafondaio. L’uscita di Benny Gantz, ex generale e politico israeliano centrista, rompe le uova nel paniere ideologico di chi cerca di dipingere Netanyahu come un Kim Jong-un mediorientale.
In una lettera scritta al New York Times, Gantz ricorda al mondo che l’obiettivo strategico dell’Iran e dei suoi alleati è annichilire Israele, distruggerlo.
Ecco perché «i governi devono affrontare con forza e proattività l’aggressione iraniana e degradare sistematicamente le capacità dei suoi alleati. Questa è la responsabilità che Israele si è assunto questa settimana con la sua azione militare contro Hezbollah e gli Houthi e mentre valuta come rispondere all'ultimo attacco missilistico dell'Iran», ha scritto l’ex generale ed ex ministro della Difesa.
Gantz conferma così la sostanziale unità del Paese dietro alla politica di difesa del governo: non si tratta di esprimere più o meno simpatia nei confronti di Bibi ma nel riconoscersi in una scelta strategica; se un anno fa, il 7 ottobre 2023, Hamas ha iniziato una guerra di distruzione per conto dell’Iran, oggi è venuto il momento di impedire a Teheran e i suoi alleati di portare a compimento quel progetto.
Ecco dunque spiegato un anno di guerra contro Hamas a Gaza, ecco spiegata la caccia all’uomo contro Hezbollah in Libano ed ecco perché oggi la grande maggioranza degli israeliani sostiene un attacco all’Iran, responsabile indiretto del pogrom del 7 ottobre e dei bombardamenti del nord d’Israele firmati Hezbollah e autore di due attacchi missilistici contro Israele (uno lo scorso 14 aprile, uno lo scorso 30 settembre).
Ieri le Idf hanno ancora bombardato massicciamente il sud di Beirut mentre Netanyahu visitava i militari sul confine israelo-libanese: «Un anno fa abbiamo sofferto un colpo terribile ma negli ultimi dodici mesi la realtà è cambiata: oggi tutto il mondo è impressionato dai colpi che state infliggendo al nemico», ha dichiarato rivolto alla 36ema Divisione.
Compatto sul fronte politico interno, ieri Israele ha fatto delle “avances” ai suoi vicini nella regione: parlando alla rete saudita Al Arabiya, il presidente israeliano Isaac Herzog ha invitato libanesi e iraniani a ribellarsi contro l’asse iraniano. «Se lo affrontiamo e siamo forti insieme, possiamo sperare in un futuro migliore e creare una struttura simile alla Nato nella regione che blocchi il radicalismo. Abbiamo 101 ostaggi ancora nelle segrete di Gaza, in immensa sofferenza», ha proseguito il capo dello Stato. «Stiamo combattendo nel nord e nel sud, ovvero a Gaza e in Libano. Stiamo cercando di cambiare l’equazione e portare speranza alla gente del Medio Oriente, La gente della Striscia di Gaza merita un futuro migliore come nostri vicini, e noi meritiamo una giornata migliore e un futuro migliore come loro vicini».
Nel futuro prossimo ci dovrebbe essere dunque un’azione contro l’Iran: nessuno sa dire che tipo di operazione né contro quali obiettivi ma il solo annuncio, ribadito ieri dal ministro della Difesa Yoav Gallant, che Israele attaccherà ha sortito due reazioni. Da un lato il presidente Usa Joe Biden ha chiesto che non siano attaccati i giacimenti petroliferi israeliani; giorni fa aveva lanciato un appello analogo a protezione dei siti nucleari della Repubblica islamica; dall’altro il governo iraniano ha dapprima chiuso lo spazio aereo nazionale (dimostrando un certo nervosismo) poi ha assicurato una ritorsione se il paese verrà attaccato.
Israele sa bene che con Teheran c’è poco da scherzare e affida la propria difesa a soprattutto due strumenti. Il primo è l’aeronautica militare, che, come ricordato ieri da Gallant, è uscita indenne dal doppio attacco iraniano. L’altro è il triplice sistema antimissile terra aria: l’Iron Dome, contro i missili lanciati da non più di 70 km di distanza; la Fionda di Davide, che intercetta i missili a medio raggio e i missili da crociera lanciati da non meno di 40 e non più di 700 km di distanza; e il sistema Arrow per abbattere i missili balistici in arrivi da fuori dell’atmosfera terrestre.

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