Il popolo ebraico fa un altro miracolo Commento di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 30 settembre 2024 Pagina: 12 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Il popolo ebraico fa un altro miracolo»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 30/09/2024 a pag. 12 il commento di Fiamma Nirenstein con il titolo: "Il popolo ebraico fa un altro miracolo".
Fiamma Nirenstein
Il prossimo 7 ottobre non sarà un anniversario di sole lacrime, di pura contrizione anche se la memoria è cocente. Il popolo d’Israele vive! E come, e non era affatto scontato. Tutta la sua storia è fatta di miracoli: per salvarlo dal Faraone all’inseguimento, si deve aprire il mare; dall’Inquisizione, dai pogrom, dalle mille altre aggressioni genocide cui è stato sottoposto l’uscita è sempre incredibile, sorprendente, specie per come gli ebrei ne sono usciti attivi, fedeli a se stessi e alla tradizione Torah, e al ritorno a Gerusalemme finché l’hanno realizzato. Il 1948 fu una guerra combattuta da reduci dei campi di concentramento eppure abbiamo vinto tutti gli eserciti arabi uniti nell’odio che ci marciarono addosso; e più avanti nel ‘67, nel ‘73… Tutte guerre vinte per un pelo, colpi di fantasia miracolosi, leader che partoriscono idee salvifiche che chi se le sarebbe aspettate. E adesso, mai nessuno avrebbe puntato un euro sull’idea che si potesse eliminare Nasrallah e tutta la sua gerarchia, pietrificando l’Iran cui abbiamo ridotto a pezzi anche l’altro suo proxy favorito, Hamas. E adesso abbiamo bombardato a duemila chilometri di distanza l’altro suo incaricato speciale, gli Houti, distruggendogli l’aeroporto da cui riceve armi e aiuti degli Ayatollah? Khamenei è nascosto sottoterra, gli sciiti iracheni e siriani aspettano il loro turno, le cinque capitali controllate da Teheran tremano.
È una misura di giustizia come ha detto Biden, ma Israele se l’è costruita col suo stile impossibile, difendendo i suoi cittadini fra mille divieti e senza paura di fantasticare, mettendo in atto il suo film di vittoria. Solo così si difende uno Stato giovane di 76 anni, attaccato da ogni parte. Israele cammina nella scia della storia del popolo che nato 2500 anni fa nella terra d’Israele, ora la difende, finalmente a casa, con tutto se stesso. La guerra certo non è finita, Hezbollah aveva almeno 100mila uomini: Netanyahu sa che la deve portare fino in fondo, nonostante la pressione internazionale cui Israele ha prestato per mesi orecchio. Adesso, ha capito che la sua stessa esistenza è a rischio definitivo se non ci sarà un “nuovo Medio Oriente”.
Strano era il modo in cui Shimon Peres chiamava quello che doveva nascere da un accordo che si è rivelato fallimentare: ora per stabilire la pace che Israele ama più di se stesso, lo Stato Ebraico ha capito che anche la guerra, come la pace, deve essere vera, fino in fondo, altrimenti vince e ti uccide chi non la vuole perché dominato da assurde convinzioni fanatiche e religiose (gli Houti che c’entrano con gli ebrei?). Questa è la lezione del nostro tempo, ma per tutti. Non solo per Israele: il popolo ebraico è il capofila di una pagina di storia in cui il mondo libero deve combattere a suo fianco, per la sopravvivenza. Adesso anche lui ha una splendida potenza di fuoco, aviazione, coraggio da vendere. Per ora ha eliminato con operazioni che faranno scuola nei decenni le due formazioni terroriste più pericolose del mondo: Hamas e Hezbollah. E sfida l’Iran. Vorrei sentire gli applausi, prego.
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