La strategia militare di Israele Analisi di Mirko Molteni
Testata: Libero Data: 25 settembre 2024 Pagina: 15 Autore: Mirko Molteni Titolo: «Per disarmare Hezbollah, l'ONU non basta»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 25/09/2024, a pag. 15 con il titolo "Per disarmare Hezbollah, l'ONU non basta " la cronaca di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
Per Israele una guerra totale con Hezbollah, il “Partito di Dio” degli sciiti libanesi, sarà un filo da torcere, dato che il movimento guidato da Hassan Nasrallah è molto più forte di Hamas, che già non è stato possibile, finora, sradicare da un territorio piccolo come la Striscia di Gaza, nonostante un anno di guerra.
Hezbollah controlla un territorio molto più vasto di Hamas, che assicura profondità di manovra, e, soprattutto, ha moltiplicato le sue forze rispetto al precedente conflitto del 2006. L’ala armata di Hezbollah è comandata da un “Consiglio della Jihad” a cui rispondono le unità operative, raggruppate nella “Resistenza Islamica”, affiancata da due servizi segreti, uno per lo spionaggio estero e uno per la sicurezza interna.
L’apparato è numericamente superiore a quello delle forze armate libanesi, paradosso di un Paese in cui lo Stato è più debole di un partito che ne ha espropriato la sovranità. Nasrallah vanta «100.000 combattenti». La cifra reale è inferiore, ma sempre formidabile. S’ipotizzano 50-60.000 uomini, dei quali forse 30.000 sarebbero i miliziani a tempo pieno, il resto riservisti. Crescita esponenziale rispetto ai 1.000 combattenti professionisti, più 6.000-10.000 volontari che il movimento schierava nel 2006 contro l’incursione delle truppe israeliane in Libano.
GUERRA PERMANENTE
Allora, Hezbollah aveva già 14.000 razzi, ma ancora nessun missile balistico guidato. Disponeva però di missili anticarro come i russi Kornet, con cui distrusse vari carri pesanti israeliani Merkava, o come i missili antinave cinesi C-802, con cui bersagliò navi israeliane sulla costa. Già aveva avamposti fortificati, collegati da tunnel e costruiti con la consulenza di ufficiali nordcoreani.
Grazie a questa rete difensiva Hezbollah inflisse gravi perdite all’esercito dello Stato ebraico 18 anni fa.
Dopo quella guerra il movimento di Nasrallah s'è via via rafforzato, a dispetto della presenza della forza ONU Unifil, di cui dal 2006 hanno fatto parte anche circa 1200 militari italiani della missione Leonte. Ha spostato le sue strutture difensive a nord del fiume Litani, aumentando il ricorso ai consiglieri iraniani delle brigate Quds, il ramo operazioni estere dei pasdaran. Già nel 2010 l'arsenale di razzi salì a 45.000 ordigni.
Dal 2013 Hezbollah è intervenuto nella guerra civile siriana a fianco dei pasdaran e del governo di Damasco, conflitto che è stato la palestra per 4.000 veterani che oggi formano il nucleo più esperto. In quel periodo Hezbollah ha avuto dalla Siria vecchi carri armati sovietici, tra T-55 e T-72, ma si pensa non verrebbero usati contro Israele perché facili bersagli dell’IAF. Per difendersi dai raid aerei, Hezbollah conta, grazie ai finanziamenti iraniani, su nuovi tunnel in grado d'accogliere autocarri lanciamissili, nonché su una rete di cavi sotterranei a fibre ottiche, più preziosa ora dopo i sabotaggi israeliani alle comunicazioni senza fili. L’antiaerea è un tallone d’Achille, ma il movimento avrebbe ottenuto, via Iran e Siria, missili insidiosi almeno per elicotteri e droni, come gli SA-18 russi lanciabili a spalla o i Sayyad iraniani a guida radar.
Nerbo di Hezbollah sono razzi e missili. Nei bunker sarebbe radunata una forza variamente stimata in 120.000, 150.000 o perfino 200.000 ordigni, di cui la frazione più numerosa è costituita da razzi non guidati, economici e lanciabili in massa per saturare un'area. Fra essi primeggiano le vecchie Katyusha di origine russa, specie nella versione BM-21 Grad, con una gittata fra 20 e 40 km, a seconda della testata, da 6 o 21 kg, e un calibro di 122 mm. C'è anche il BM-27 Uragan, che tira fino a 35 km ma ha una testata di ben 100 kg, dato un calibro di 220 mm.
Alcuni di questi ordigni sono stati adattati al camion lanciatore iraniano Hadid, che monta un sistema di 40 tubi per una bordata simultanea.
Fra gli adattamenti locali, un po’ artigianali, si segnala il Tharallah, un apparato di lancio doppio munito di due tubi lanciamissili per anticarro Kornet, abbinati e in grado di scaricare su uno stesso carro armato nemico un doppio colpo di maglio istantaneo. Fra i razzi più potenti di Nasrallah si segnala lo Zelzal 2 iraniano, lungo 8 metri e pesante 3,5 tonnellate, con una testata di 600 kg. Ha una gittata di ben 210 km e può colpire mezza Israele, arrivando comodamente su Tel Aviv, ma non ha sistemi di guida e può solo servire come arma del terrore su una vasta area urbana.
FORNITURE CONTINUE
Ci sono poi anche missili guidati, non disponibili nel 2006, consegnati, anche in tal caso, dall’Iran e anche dalla Siria. Il missile iraniano Fateh 110, di cui Hezbollah avrebbe alcune centinaia di unità, ha una gittata di 300 km, è lungo 9 metri e porta una testata da 500 kg. Sembra abbia un sistema di guida satellitare abbinato a una guida ottica terminale, ma non è chiaro quale sia il suo reale grado di precisione. C'è un numero imprecisato di vettori della serie Scud, che potrebbero essere una variante evoluta nordcoreana, Hwasong 7, fornita dalla Siria e in grado di colpire oltre 1.000 km di distanza.
Pericolosi, ma forse pochi, sarebbero missili antinave russi Yakhont, in grado di volare a velocità supersonica solo 10 metri sopra la superficie del mare, fino a 300 km dalla costa. Dall'8 ottobre 2023 Hezbollah ha lanciato finora su Israele 8000 tra razzi e missili. Tanti, anzi, già troppi secondo Israele, ma è ancora solo una minuscola frazione dell'arsenale sciita. Hezbollah sa che i sistemi antimissile israeliani, specie l’Iron Dome, funzionano a patto che non venga lanciato un numero eccessivo di ordigni, che soverchierebbe il sistema. In più ci sono i droni. Hezbollah ne ha 2.000, anche in tal caso iraniani, come gli Ababil e Karrar, capaci di volare fino a 1.000 km.
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