3 Lettere
1. I mentecatti che voltano le spalle all'inno di Israele
Cara Deborah,
no, non è possibile che il gruppo di mentecatti (perché tali soprattutto sono) che ha dimostrato odio per Israele nel corso della ricordata partita rappresenti l'Italia, no. C'è un bel 50% circa di popolazione italiana che vota centrodestra, e non è antisemita. Se (scommettiamo?) chiedessimo a ciascuno dei predetti imbecilli per quale partito votano, ebbene io son quasi sicuro che sono tutti della sinistra. D'altronde, chi troviamo nelle piazze ad inneggiare ad Hamas, insieme ai palestinesi di ogni generazione, se non solo i sinistri? Quali giornali manifestano più fastidio (per usare un termine politicamente corretto, da quelle parti molto apprezzato) per la causa d'Israele, se non quelli che si riconoscono nell'area di sinistra? E (questa è solo una gustosa annotazione, la cosiddetta ciliegina sulla torta) di quale parte politica sospetti che sia quel disgustoso soggetto, con addosso il distintivo "free palestine", intervistato ieri nel corso della trasmissione 4di sera? Ovvio, della sinistra. Sono sempre loro che, comunque ci volgiamo, manifestano sentimenti antiebraici e antisemiti. Ma sono sempre più isolati, come lo erano nei tempi andati gli appestati.
Un caro Shalom
Angelo Costanzo
Caro Angelo,
Ho visto anch’io sulla giacca di quel disgustoso personaggio il distintivo Free Palestine, con la bandierina della morte attaccata. Voglio sperare, o forse illudermi, che Paolo Del Debbio non se ne sia accorto perché, se così non fosse, mi sarei aspettata da uno come lui l’invito a levarselo o a uscire dalla sala. Siamo d’accordo che al giorno d’oggi e ormai da molti anni, l’odio contro Israele è tutto a sinistra. A destra vi sono gruppetti di fascisti che portano avanti la vecchia ideologia morta e sepolta ma l’antisemitismo di sinistra è vivo e sempre più violento. La jihad però si sta avvicinando all’Occidente a grandi passi e, quando la proveranno sulla propria pelle, avranno due possibilità: diventarne schiavi o piangere.
Shalom
Deborah Fait
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2. La Spagna incontra gruppi palestinesi vicini a Hamas
Cara Debora,
Le scrivo per segnalarle un evento vomitevole: è noto che la Spagna si sta chiaramente distinguendo dal resto dell'Europa per le sue decisioni contro Israele. Allora, venerdì 13 Sanchez si è incontrato con rappresentanti di un gruppo di paesi denominato “gruppo di contatto arabo-islamico per Gaza”. Sì, ha capito bene, da una parte rappresentanti di paesi europei (Spagna, Norvegia, Irlanda) dall'altra un gruppo arabo-islamico.
Traduco dall'articolo di rtve:
"Oggi a Madrid andiamo avanti per promuovere una voce comune europea, araba e islamica intorno all'applicazione della soluzione dei due Stati e per rafforzare il nostro coordinamento in vista degli incontri che nelle prossime settimane decideranno il futuro della regione " , ha annunciato il ministro degli Affari Esteri, José Manuel Albares, in una breve conferenza stampa sull'evento, che si svolge nella sede del suo dicastero, nel Palazzo di Viana.
All'incontro, intitolato 'Incontro di Madrid per l'applicazione della soluzione dei due Stati', sono presenti, oltre ad Albares, il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa e rappresentanti di Arabia Saudita, Turchia, Egitto e Qatar Bahrein, soprattutto, a livello ministeriale. Presenti anche il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit, e quello dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica, Hussein Ibrahim Taha. Da parte europea, oltre all'alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell, erano presenti rappresentanti di Norvegia, Slovenia e Irlanda, paesi che, come la Spagna, hanno riconosciuto la Palestina come Stato.”
Che altro aggiungere? La Spagna nel 2004 ha avuto centinaia di morti per le bombe nella metropolitana di Madrid e Sanchez che fa? Crea un gruppo europeo e arabo-islamico per discutere e decidere su quanto avviene in Israele. E Israele? Assente. E non è tutto. Quando una giornalista gli chiede perché Israele non è stato invitato alla riunione, il ministro degli esteri Albares risponde
“Abbiamo contattato i partner europei che più si sono impegnati per l'attuazione della soluzione dei due Stati, il gruppo che ha realizzato il riconoscimento, l'alto rappresentante (delle Nazioni Unite) naturalmente, che svolge un ruolo fondamentale nell'Unione Europea, e il gruppo di contatto arabo-islamico, e quindi Israele non è invitato perché non appartiene a nessuno dei due gruppi, né al gruppo degli europei né al gruppo di contatto arabo-islamico...”
Credo che l'evento e queste dichiarazioni del ministro Albares si commentino da sole.
Vorrei sbagliarmi ma credo che questi politici conoscano bene la storia (non stiamo parlando di qualche giovane sprovveduto e manipolato dei centri sociali). Allora mi chiedo, dove ci porteranno queste scelte politiche? Che cosa vogliono fare questi politici? Ho una grande preoccupazione che gli eventi stiano drammaticamente precipitando.
Shalom
Milena Adda
Cara Milena,
Sono disgustata dalla piega che ha preso la Spagna insieme con altri paesi europei. Lei mi chiede dove ci porteranno queste politiche e la mia risposta è la stessa che ho dato a un altro amici che mi scrive: sta arrivando la jihad in Europa, abbiamo avuto molti esempi, in Spagna, in Francia, in Olanda. In milioni sono già tra voi e allora, grazie a questi politici infami e già dhimmi degli arabi, la vita sarà invivibile. In una buona parte d’Europa, Inghilterra in testa, vige già la legge islamica della Sharia, in molti quartieri delle capitali europee sembra di essere a Bagdad. L’Europa si sta trasformando velocemente in Eurabia e questi politici di sinistra ne sono i maggiori responsabili. Ieri Mario Rizzo, un polirico della sinistra italiana, ma persona intelligente, ha detto:” Se continuiamo con questa politica, quello che oggi vediamo intorno alle stazioni (degrado e violenza), lo vedremo dovunque”. È triste ma è la realtà.
Shalom
Deborah Fait
====================================================3. L'imperativo è vincere la guerra
Gentile Deborah,
per favore, solo se Le è possibile spenda per queste righe un istante di attenzione, quando non avrà altre urgenze e potrà mettersi comoda, come Le auspico.
In questi giorni cerco di non sprecare tempo a parlare del lupo qatariota incrollabilmente e impunemente travestito da agnello, o di altri indegni personaggi della storia mediorientale corrente, dai libanesi, ostaggi per natura e per scelta (sì, anche loro ostaggi, forse ancora più di quei poveri 101 a cui vanno le mie preghiere!) ai giordani nuovamente sospesi tra inettitudine e malafede. Ma non posso fare a meno di pensare con crescente sdegno: altro che moderazione, altro che appeasement all'americana! Per questo stavolta non sono riuscito a fare a meno di indirizzarmi a Lei. Altro che ragioni dei corrotti, incoscienti e miserabili egiziani, che stanno compromettendo una pace guadagnata tanti anni fa a caro prezzo con il loro vicino più affidabile e sincero - e perché, poi? Per avidità, per furberia, per miopia di calcolo, perché non ce la fanno proprio a tenere le mani a posto, senza sferrare troppo a lungo pugnalate alla schiena di chi vorrebbe non attendersele più e si stava disperatamente fidando di loro e della loro buona guardia! Ma non starò diventando forse una specie di kahanista, io, dopo avere sperimentato il naufragio di tanta politica israeliana omologata secondo i gusti del politicamente corretto? Una volta, ciò che sosteneva un Ben Gvir mi faceva un certo effetto, ma adesso... adesso che ho visto tutt'intorno certi abissi di disonore, irrazionalità e squallore, devo ammettere, me ne fa un altro.
Fatto sta che non solo non consiglierei cedimenti di sorta in questa ipocrita farsa dei negoziati, se servisse a qualcosa dire la mia, ma sarei anche per un energico rilancio. Molto energico.
Lascio stare, per ora, il sogno di una Gaza che passa, senza altri indugi, sotto sovranità israeliana: forse è attendersi davvero troppo, chissà. Sarebbe la vera soluzione, ne sono persuaso, ma lasciamola perdere. Non arrivavo a tanto, con la fantasia. Però, ed ecco il mio punto... a mantenere soltanto due corridoi a Gaza Israele sta mostrando attualmente una mitezza ai limiti della bontà nei confronti dei malfidi palestinesi. Dipendesse da me, io spingerei con tutte le mie forze Netanyahu, come qualsiasi suo possibile successore o sostituto, per l'apertura a qualsiasi costo di un terzo corridoio, da consegnare in amministrazione e custodia eterna a Israele. Qualcosa che corra tra Netzarim e Philadelphi. Parlo sul serio: un varco, per dare un'idea, largo almeno un paio di chilometri, che sfondi un bel tratto di vecchio confine tra Israele e la Striscia in un punto all'altezza di Kissufim o Re'im e proceda dritto dritto, rasando al suolo senza troppi complimenti i quartieri a nord e a est di Deir al-Balah, per sboccare gloriosamente e senza il minimo intoppo sul lungomare Al-Rashid. E non mi fermerei qui. Non capisco perché alcuni esperti militari dicono che Israele si annetterà solo una fascia di sicurezza tutt'intorno alla Striscia per via di terra. Chi pensa di limitarsi a un'ingenuità simile? La fascia di sicurezza israeliana deve circondare Gaza integralmente, deve cioè includere anche in larghezza due chilometri ininterrotti di territorio costiero, figuriamoci, tappando nell'entroterra i gazawi. Ci mancherebbe che il governo e Tsahal li lasciassero sboccare a mare, questi qui, magari per accogliere in futuro qualche nuova flottiglia di malintenzionati nostalgici (a qualsivoglia titolo) della mattanza del Mattino dei Cristalli, che so io, bravi aiutanti turchi o russi o irlandesi o - peggio di ogni altro orrore immaginabile - ansar onusiani! Io spero e prego che Israele rinunci ad assumere pose gradite a chi lo vuole morto, anche dietro l'ambiguo, depistante e maligno stratagemma che provoca le agitazioni di piazza e di autostrada e forza la mano di quelle dolenti famiglie che secondo me chiedono qualcosa di sostanzialmente diverso, molto diverso dai chiassosi abusivi che le circondano e sovrastano (ma figuriamoci se qui in Europa uno si sforza di capirlo). Spero e prego che ai cosiddetti negoziati abbia luogo il più netto, coraggioso, lucido irrigidimento su posizioni un tempo viste come irragionevoli, e che Israele faccia passare sotto sua sovranità definitiva e permanente qualunque tratto di battigia, di arenile, di lido e di passeggiata che vada da Al-Qarya as-Suwaydiya su fino ad As-Siafa, senza interruzioni (anzi, con qualche buon ispessimento di tre-cinque chilometri, a titolo di piazzuola di sosta per qualsiasi emergenza, in ogni area marittima libera da cemento).
La cultura italiana ci ha regalato un certo Pirandello, colui che ha notato che, d'un tratto, quando l'esasperazione nei rapporti sociali giunge a un massimo insostenibile, alla vita umana autentica non resta, per sopravvivere, che calarsi nella maschera che altri le hanno cucito addosso. Il mondo considera spietati i sionisti? Basta, è ora di non cercare più di dimostrare che i sionisti non lo sono: anche se si sforzano di non esserlo davvero, un certo mondo li definirà sempre tali, mentendo e sapendo di mentire. Io non consiglio a Israele di sterminare nessuno, ma di essere spietato nella ridefinizione del territorio dei terroristi e dei loro complici, sì. Sì, eccome, questo senza sconti: qui ci vuole una fermezza di fronte alla quale la storica annessione del Golan deve sembrare una delicatezza da Galateo. I gazawi colpevoli, cioè tutti gli arabi di Gaza, vanno stretti e assediati senza scampo anche in un futuro e auspicato tempo di pace. Solo chi si arrende e si ravvede davvero fra di loro potrà vivere tranquillo lì dentro, e pazienza se qualcuno dirà che questi tre quartierini rinserrati tra le "assi" parranno sezioni di una "prigione a cielo aperto": tanto, per molti sbruffoni, la Striscia di Gaza prigione lo era già prima, con il confine egiziano e lo sbocco al mare ancora disponibili. Forse, quando prigione lo diventerà sul serio, parecchi smetteranno di dire che lo è. Pirandello ci scommetterebbe: per paradossale che sia, non c'è niente di più noioso della verità vera.
Mi perdoni questo sfogo, tanto più che Glielo ho spedito senza avere alcuna intenzione di vedermelo pubblicato su Informazione Corretta. Ma volevo cogliere anche l'occasione, con questo invio, per riaffermare la mia più tenace gratitudine nei confronti Suoi e della lotta che Lei conduce al servizio della verità.
In fede,
Maurizio Farina
Caro Maurizio,
Come vede ho pubblicato la sua lettera, lunga ma molto interessante. Quello che lei scrive è condiviso dal 90% dei cittadini di Israele. Le manifestazioni contro la guerra contano centinaia di migliaia di persone, comunque, anche fossero un milione, di fronte ai 10 milioni di israeliani sarebbero una minima parte. Tutto quello che lei scrive sarebbe già accaduto dopo il 7 Ottobre se non avessimo gli ostaggi in mano alle belve di Gaza. È solo questo che ci trattiene e il ricatto di Hamas. Quelli non sono stupidi, caro Maurizio, sanno perfettamente che Israele farebbe di tutto per riavere quelli che le belve rapiscono perché non è la prima volta che lo fanno. Gilad Shalit insegna e insegnano anche i cadaveri dei nostri due soldati, Ehud Goldwasser e Eladv Regec, uccisi in Libano per i quali abbiamo liberato persino l’assassino Samir Kuntar. Adesso l’imperativo è vincere la guerra a sud come a nord e in Giudea e Samaria, e portare a casa almeno i corpi dei nostri poveri rapiti il 7 Ottobre.
Shalom
Deborah Fait