Amore, lotta e potere: quando la famiglia si fa storia Commento di Fiona Diwan
Testata: Bet Magazine Data: 05 settembre 2024 Pagina: 19 Autore: Fiona Diwan Titolo: «Amore, lotta e potere: quando la famiglia si fa storia»
Riprendiamo da BET Magazine-Mosaico di settembre 2024, a pagina 19, il commento di Fiona Diwan dal titolo: "Amore, lotta e potere: quando la famiglia si fa storia".
Fiona Diwan
Tutte le storie e le genti del pianeta, nelle loro infinite e molteplici diversità, hanno in comune una cosa: la famiglia. Ma è possibile raccontare la storia del mondo attraverso le famiglie di ogni luogo, epoca e continente? Un’impresa indubbiamente titanica se non fosse che a cimentarcisi è Simon Sebag Montefiore, scrittore e saggista inglese aduso a imprese torrenziali e tour de force intellettuali come questo. Vizi privati e pubbliche virtù di individui definiti dalla loro appartenenza a un gruppo prima ancora che dalla loro soggettività. Ecco allora le storie dei Bonaparte e dei Rothschild, dei Kennedy e degli Asburgo, dei macedoni come Filippo e Alessandro Magno, ma anche delle compagini famigliari di Hitler e Giulio Cesare, di Obama e Eltsin, dei Mao, dei Menghistu e dei Fidel Castro, solo per elencarne una piccola parte. Sebag ci regala così la lettura di una specie di DNA famigliare che è postura valoriale, tratto emotivo, forma mentis che si plasma intorno a un determinato destino.
“Ho sempre voluto scrivere una storia intima e umana come questa, dall’impostazione per certi versi nuova e per altri tradizionale…”, scrive Montefiore. Un’impostazione inedita, innovativa, che usa la storia delle famiglie nel corso del tempo. Che collega i grandi eventi al dramma umano individuale, dagli ominidi a oggi, dalla pietra levigata all’I-phone. Montefiore ha ben chiaro lo schema duale per il quale ciascuno di noi si definisce in antitesi-opposizione oppure in mimesi-identificazione con le aspirazioni e gli ideali, i modelli e i valori della propria famiglia.
Famiglie che diventano dinastie, tribù che si coagulano intorno alla grandezza di uno dei loro membri, interi clan la cui quintessenza è espressa e raggrumata nella personalità di uno dei suoi appartenenti. Quanto contano gli atavismi, le ambizioni collettive di un gruppo? In che modo sono in grado di influenzare e imprimere svolte di destino nei membri singoli del gruppo famigliare? In che cosa consiste il “tono” di una famiglia? “Troppo spesso la storia è presentata come una serie di eventi, rivoluzioni e paradigmi isolati, vissuti da persone ben categorizzate e identificate. Ma le vite delle famiglie rivelano qualcosa di diverso: persone singole, particolari, che vivono, ridono, amano nel corso dei decenni e dei secoli in un mondo stratificato, ibrido, liminale e caleidoscopico che sfida le categorie e identità delle epoche successive”, scrive Montefiore nell’Introduzione.” “Concentrarsi sulla famiglia permette di prestare maggiore interesse alla vita delle donne e dei bambini, entrambi trascurati dai libri… La parola famiglia trasmette un senso di conforto e affetto ma, come sappiamo, nella vita reale le famiglie possono anche essere grovigli di lotte e crudeltà. Molte di quelle famiglie qui raccontate sono famiglie di potere…, e io sono uno storico del potere: la geopolitica è il motore della storia mondiale». Sebag Montefiore, che è uno specialista di storia russa e sovietica, dedica da sempre particolare attenzione saggistica a Stalin, ai Romanov, a Caterina la Grande (ha vinto il premio di libro dell’anno del Jewish Book Council per Gerusalemme. Biografia di una città, Mondadori).
Opera ambiziosissima, lunga 1356 pagine, da leggere in dosi omeopatiche, poche pagine al giorno: è il mondo narrato attraverso le famiglie di tutti i tempi, fino ad oggi. Una lettura che forse resterà incompiuta, ma che comunque vale la pena avere a portata di mano, fonte di sorprese e erudizione senza fine. Perché in definitiva, come scrive lo stesso Montefiore, “la storia è diventata una pietra focaia: la sua forza morale accende istantaneamente il fuoco della conoscenza e i roghi dell’ignoranza”.
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