Lo sapevate? Secondo l'articolo 225-17 del Codice civile francese: “Qualsiasi attentato all'integrità del cadavere, con qualsiasi mezzo, è punibile con un anno di reclusione e con una multa di 15.000 euro.” Tuttavia, né le autorità, né i senatori e i deputati, né i rappresentanti dei culti, né i media hanno finora rilasciato unminimo commento – e ancor meno una condanna – su ciò che Hamas sta facendo a Gaza.
Dopo aver commesso le atrocità del 7 ottobre, il branco selvaggio dei “combattenti” di questa organizzazione terroristica è tornato a Gaza con 251 prigionieri – oltre alle spoglie di molte delle sue vittime. Sia gli uni che le altre devono servire loro come ostaggi. Purtroppo sappiamo a quali abusi sono esposti gli ostaggi ancora vivi. Sappiamo anche in quali condizioni vengono “conservati” i corpi senza vita, custoditi come moneta di scambio: sepolti nei tunnel senza sudario e senza sepoltura. L'esercito israeliano sta compiendo notevoli sforzi per individuare la loro posizione. Quando ci riesce, segue un difficile compito di identificazione, nell'indifferenza dei grandi di questo mondo e della stampa. Per la cronaca, lo scorso gennaio, il Sudafrica, nella sua denuncia contro Israele davanti alla Corte penale internazionale per genocidio, aveva sottolineato che i soldati israeliani avevano “violato” l’integrità di un cimitero di Gaza mentre cercavano i resti degli ostaggi che sarebbero stati sepolti là. Sebbene l’esercito abbia sottolineato – prove alla mano – che l’operazione è avvenuta nel rispetto dei morti, una esperta internazionale ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Un cimitero può essere attaccato o distrutto intenzionalmente solo se diventa un obiettivo militare…” L'esperta in questione, la professoressa Janina Dill, co-direttrice dell'Istituto di etica, diritto e conflitti armati dell'Università di Oxford, affermando che queste azioni erano probabilmente contrarie al diritto bellico, ha aggiunto quanto segue: “C’è un enorme significato simbolico nell’idea che anche i morti non vengono lasciati in pace. Ciò suggerisce una mancanza di rispetto per la vita spirituale, la vita culturale e le tradizioni del tuo nemico. Questa è una prova di odio verso il tuo nemico che non è utile in questo contesto.” Parole che oggi risuonano sinistramente, nonostante la signora non abbia ritenuto opportuno esprimere il suo parere sulla sorte riservata ai morti israeliani “prigionieri” a Gaza.
Vediamo ora queste informazioni pubblicate martedì 20, da Le Monde: “Martedì 20 agosto, in mattinata, l’esercito israeliano ha annunciato di aver recuperato in un tunnel nella Striscia di Gaza i corpi di sei ostaggi morti, durante un’operazione condotta congiuntamente con l’intelligence interna…. Dopo aver ottenuto informazioni e perizie forensi, sono state informate le famiglie degli ostaggi trovati morti.” Ammirate questa sobrietà! Nemmeno il minimo approfondimento per spiegare la necessità di queste competenze, nessuna indignazione e soprattutto nessuna condanna. E soprattutto silenzio assoluto dal Quai d'Orsay.