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Libero Rassegna Stampa
20.08.2024 Kamala non convince
Analisi di Carlo Nicolato

Testata: Libero
Data: 20 agosto 2024
Pagina: 13
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: «La corsa alla Casa Bianca costa un mucchio di soldi e Kamala non convince»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/08/2024, pag. 13, con il titolo "La corsa alla Casa Bianca costa un mucchio di soldi e Kamala non convince", l'analisi di Carlo Nicolato. 

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato

Kamala Harris celebrata da un murales a Chicago, dove si tiene la convention dei Democratici. La candidata, subentrata a Biden, sta godendo di un momento di euforia. Ma nelle donazioni, così come nei sondaggi degli Stati in bilico, si leggono già segnali di debolezza. E fino al 21 luglio era considerata come una figura impopolare, la più impopolare fra i vicepresidenti.

Non c’è nulla di questi tempi che muove le coscienze come il denaro, specie quello che non c’è. Non c’è da sorprendersi dunque che sia stato davvero lo spettro di una raccolta fondi insufficiente ad aver alla fine convinto i Dem della necessità di mettere da parte il riottoso Joe Biden. Forse anche lui stesso si è persuaso al cospetto dell’esplicito ricatto di molti grandi donatori che hanno minacciato che non avrebbero tirato fuori un centesimo finché fosse stato candidato. Né c’è da meravigliarsi che, via Biden, i soldi abbiano ricominciato a fluire come una valanga incontrollabile, tanto che un consulente degli stessi donatori avrebbe consigliato di rallentare fino a quando le dinamiche della corsa non renderanno più chiaro dove tali fondi saranno più necessari.
In una settimana, la prima da quando Joe ha salutato, Kamala Harris ha raccolto 200 milioni di dollari. A inizio agosto il partito ha annunciato che il mese precedente la raccolta totale ha superato la cifra record di 300 milioni di dollari.
Una cosa del genere non era mai successa nella storia delle elezioni americane: la speranza che Kamala alla fine si riveli una sorta di Obama in gonnella vale a giustificarla? O piuttosto il motivo risiede nel fatto che finalmente i Dem possono presentare un candidato credibile per far definitivamente sparire Donald Trump da Washington? Da qualsiasi parte la si guardi in tutto questo c’è poca logica politica.

FOTO A PAGAMENTO

Kamala Harris in questi anni di vicepresidenza ha sempre goduto di pochissimo credito, tanto da essere annoverata come il vicepresidente più impopolare della recente storia americana. Quattro anni fa quando affrontò le primarie Democratiche per la presidenza dovette mollare tutto in quanto, ammise lei stessa, la sua campagna non aveva «le risorse finanziarie di cui abbiamo bisogno per continuare». Cosa è successo nel frattempo, tanto che adesso per fare una foto con lei ci vogliono 50mila dollari, mentre con Biden la cifra media era di circa un quinto? Alcuni, anche tra i Dem, sono sicuri che non durerà, almeno nei termini attuali, che tra qualche giorno dalla “luna di miele” si passerà alla dura realtà di una campagna elettorale di colpi bassi e insulti, ma per il momento va registrata un’euforia che rasenta l’irrazionale.
Racconta il Wall Street Journal che tra i donatori che non volevano dare i soldi a Biden c’era Marius Meland, un imprenditore che ha fondato un popolare servizio di notizie legali. Meland aveva fatto saltare un evento di raccolta fondi a Fire Island, dove vive part-time con suo marito, salvo poi riorganizzarlo quando si è palesata la candidatura di Kamala. È successo venerdì scorso, presenti molti vip della ricca comunità gay, tra i quali Chasten Buttigieg, marito del segretario ai trasporti Pete Buttigieg.
L'evento ha registrato il tutto esaurito spingendo gli organizzatori a emettere biglietti extra con prezzi da capogiro. Quello da record da 325.000mila dollari lo ha comprato Cher. «Non mi sentivo così eccitato, personalmente, per un candidato dai tempi di Obama», pare abbia detto detto Meland.

EVENTI E BIGLIETTI

In un’altra raccolta fondi a San Francisco, presente la stessa Harris, sono stati donati 13 milioni di dollari. «Potevi sentire l’elettricità nell’aria», ha riferito il co-fondatore di LinkedIn Reid Hoffman. Alla fine di luglio, la stratega politica Jotaka Eaddy ha organizzato la sua abituale chiamata Zoom per donne nere del mondo degli affari, nota come Win With Black Women. Di solito tale evento attira qualche centinaio di persone, ma stavolta si parlava di Kamala e si potevano fare anche donazioni, le chiamate di conseguenza sono arrivate a più di 44.000, mentre i soldi racimolati in due ore ammontano a 1,6 milioni di dollari.
Raccolte fondi tra vip, grandi donatori, eventi zoom fantasiosi, ma alla fine la differenza l’ha fatta anche la gente comune, quella che reagisce di pancia alle notizie di cronaca. Come Trump che dopo essere stato condannato ha raccolto in poche ore 52 milioni di dollari, così la Harris ne ha raccolti 81 in un giorno dopo l’abbandono di Biden. Durerà? Basterà tutto questo per vincere? Come ha detto ieri David Axelrod, ex stratega di Barack Obama, l’euforia negli Usa non fa vincere le elezioni: gli Stati chiave che faranno la differenza.

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