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Libero Rassegna Stampa
19.08.2024 La strage dimenticata degli istriani
Commento di Alberto Busacca

Testata: Libero
Data: 19 agosto 2024
Pagina: 1/10
Autore: Alberto Busacca
Titolo: «Quella strage impunita degli italiani d'Istria. Il governo la ricorda, a sinistra c'è chi sbraita»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/08/2024, a pag. 1/10 con il titolo "Quella strage impunita degli italiani d'Istria. Il governo la ricorda, a sinistra c'è chi sbraita" la cronaca di Alberto Busacca.

I nomi delle vittime italiane della strage di Vergarolla, Pola. Il 18 agosto 1946, una bomba piazzata dai servizi segreti del regime di Tito sulla spiaggia fece strage degli italiani. Anche dopo la guerra continuarono i massacri da parte di Tito per indurre gli italiani a lasciare la Jugoslavia. I comunisti italiani hanno continuato a collaborare con il regime jugoslavo anche dopo la liberazione e oggi continuano a negare la responsabilità dei comunisti italiani per le foibe e le stragi.

Una strage terribile. Con un centinaio di morti in gran parte italiani (tra i quali anche molti bambini). Se n’è sempre parlato poco di quello che è successo sulla spiaggia di Vergarolla, vicino a Pola, il 18 agosto 1946. Eppure è qualcosa che dovrebbe far parte della nostra memoria collettiva. Anche se avvenuto in un territorio che non fa più parte del Belpaese.
Torniamo a quel giorno di 78 anni fa.
La spiaggia, frequentata prevalentemente da italiani, è affollatissima, perché è estate e perché è in programma anche una manifestazione sportiva. Sono da poco passate le due di pomeriggio quando alcune mine belliche presenti a poca distanza, ritenute inoffensive, esplodono improvvisamente causando la morte di decine di persone (65 vittime identificate, ma quelle effettive sarebbero oltre 100, di cui circa un terzo minorenni). Una tragedia immane.
Ribattezzata la strage degli italiani. Ma chi è stato a far esplodere quelle mine?
E perché? Le inchieste giudiziarie non sono riuscite a identificare i colpevoli.
Si sa che l’esplosione non è stata casuale ma organizzata da qualcuno. Secondo la tesi più accreditata sarebbero stati colpiti gli italiani per convincerli ad abbandonare definitivamente l’Istria. E per alcuni storici l’attentato sarebbe stato organizzato direttamente dall’OZNA, il servizio segreto della Jugoslavia comunista di Tito. La verità completa, però, purtroppo non la sappiamo ancora...
Anche per questo, perché si riesca finalmente a fare chiarezza, è importante che si continui a ricordare quello che è successo. Come ieri, nel giorno dell’anniversario, ha fatto il governo con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. «L’Italia», ha detto, «deve ricordare la strage di Vergarolla, le vittime innocenti e il medico eroe Geppino Micheletti per fissarli nella memoria collettiva da cui per troppo tempo sono stati esclusi». Si tratta, ha aggiunto di «un crimine terribile per il quale nessun colpevole è stato individuato, consumato nel clima postbellico e, soprattutto, in quella serie di violenze che spinsero gli italiani d’Istria ad abbandonare case e città. Una strage per troppo tempo volutamente dimenticata». E ancora: «Per quanto la vicenda sia avvolta da tanti misteri e, soprattutto, non siano stati trovati i colpevoli, è forte il sospetto che si trattò di una intimidazione agli italiani della città. Da quel momento, e poi con il trattato di pace di Parigi, la quasi totalità degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia abbandonò terre e affetti. La loro memoria per troppo tempo fu strappata dalle pagine del libro della storia d’Italia».

SOCCORSO ROSSO A TITO

Qualcosa, però, adesso potrebbe finalmente cambiare. «All’interno dei valori dell’Unione europea e in un clima totalmente diverso e di serena amicizia con la Croazia», ha aggiunto Sangiuliano, «appare ancora più doveroso inserire questa drammatica vicenda nella memoria collettiva degli italiani. A breve verrà siglata una convenzione per una mostra sul confine orientale che si terrà al Vittoriano. Inoltre, ho finanziato l’ampliamento del centro di documentazione del monumento nazionale della Foiba di Basovizza. Soprattutto, va ricordato che il Consiglio dei ministri, con prima firmataria Giorgia Meloni, ha già approvato l’istituzione del Museo Nazionale del Ricordo da realizzarsi a Roma, in memoria degli italiani vittime delle atroci violenze perpetrate dai partigiani comunisti di Tito». Nelle sale del museo, ha concluso, «verrà raccontata anche la strage di Vergarolla e la figura del medico eroe Geppino Micheletti. Chirurgo dell’ospedale di Pola, continuò a operare i feriti dell’esplosione anche dopo aver saputo che i due figli, che erano in spiaggia, erano morti e che di uno era rimasta solo una scarpina».
Di Vergarolla, ieri, ha parlato tra gli altri anche Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, che ha chiesto verità sulla «prima strage che ha colpito l’Italia nel dopoguerra». E la sinistra? La senatrice del Pd Tatjana Rojc ha sottolineato il fatto che Vergarolla «non è ancora entrata nella coscienza collettiva nazionale al pari di altre stragi che commemoriamo». Polemico, invece, Giovanni Barbera di Rifondazione comunista: «Vergognoso il tentativo di Sangiuliano di accusare ingiustamente le autorità jugoslave, riciclando vecchie tesi molto in voga tra neofascisti e revisionisti. L’attribuzione della strage alle autorità titine è una colossale fake news, l’ennesimo tentativo di accreditare nell’opinione pubblica una narrazione falsata della storia di quegli anni per annacquare le gravi responsabilità del fascismo». E poi ci spiegano che è la destra che deve fare i conti con il passato...

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