Testata: Libero Data: 15 agosto 2024 Pagina: 1/12 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «Amici di destra, non sperate di farvi accettare nei raffinati salotti della sinistra»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 15/08/2024, a pag. 1/12, con il titolo "Amici di destra, non sperate di farvi accettare nei raffinati salotti della sinistra", l'editoriale di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
Gentili onorevoli di centrodestra, egregi imprenditori non ideologizzati, cari intellettuali non aspiranti party-giani: c’è un piccolo segreto che qui a Libero vorremmo condividere con voi, rivolgendovi un invito garbato ma pressante.
Non pensate di essere “accettati” dalla sinistra, non illudetevi che – dando loro ragione – saranno più buoni con voi, non autoconvincetevi del fatto che smetteranno di odiarvi, e soprattutto – per carità – non credete alle loro promesse. Al massimo potranno blandirvi, transitoriamente e tatticamente, nella speranza di disarticolare il centrodestra. Ma un minuto dopo, cioè una volta ottenuto il risultato, vi getteranno via come limoni spremuti e torneranno alla loro collaudata routine: giudicare gli altri e trovarli colpevoli, rilasciare e soprattutto ritirare patenti di accettabilità morale, ridere di disprezzo della mezza Italia che non la pensa come loro, con punte di accanimento economico verso gli autonomi e il settore privato e di accanimento culturale verso i non genuflessi alla chiesa comunista (conta poco se ex, neo o post).
C’è una verità scomoda con cui prima o poi occorre fare i conti: la sinistra moderata non esiste. È doloroso dirlo, ma è così. Vuoi per antichi istinti ideologici, vuoi per compiacere le curve più talebane, vuoi per un’attitudine di fondo all’intolleranza, non c’è margine: alla fine l’istinto censorio e il vizio della prepotenza vengono fuori inevitabilmente. Perfino in Gran Bretagna, dove Keir Starmer, il neo premier laburista, ci era stato presentato come un convinto riformista, alla prima difficoltà (non a caso, legata all’immigrazione) già c’è motivo di temere un poderoso attacco al free speech, alla libertà di parola e di espressione (anche online), e alla libertà civili in generale.
La regola la conoscete fin troppo bene: si evocano obiettivi astrattamente desiderabili (almeno da parte di alcuni), si invocano esigenze di tutela e di protezione, ovviamente di contrasto all’estremismo, e – oplà – si procede alle misure liberticidi o censorie. Starei per dire che la motivazione (dal Covid al green alla presunta “emergenza” fascista) è quasi secondaria, si tratta di un innesco, di un pretesto: quel che conta è un “format” già pronto per essere imposto e replicato.
E allora, amici non di sinistra e non comunisti, qualunque sia il vostro settore di impegno (politica, comunicazione, editoria, libera impresa, università), non cascateci, non fatevi irretire, soprattutto non lasciatevi usare. Ricordatevi che nella vita arriva un momento in cui c’è da scegliere: da una parte del bivio, ci sono le proprie idee e il rapporto con la porzione di opinione pubblica che le condivide; dall’altra, c’è la chance di essere invitati – fisicamente o metaforicamente – agli elegantissimi aperitivi della sinistra chic. Ecco: il nostro caldo suggerimento è di tenervi alla larga dalla seconda opzione. Anche perché (scusate se “spoileriamo” la scena successiva del film): potranno anche invitarvi una volta o l’altra, ma ai loro occhi resterete sempre – moralmente parlando – simili ai lebbrosi dei tempi antichi a cui venivano ignominiosamente applicati rumorosi campanelli affinché i sani (o i presunti sani) potessero essere avvisati dell’arrivo dei contaminati.
Questo stesso criterio – e qui ci rivolgiamo direttamente ai protagonisti del centrodestra politico – vale per i litigi tra i partiti della coalizione di governo.
Sappiate che, per la sinistra, queste polemiche tra voi sono vero e proprio materiale pornografico, origine di orgasmi plurimi. Ecco, ricordatevelo bene: poiché la sinistra non vince un’elezione politica dal 2006, l’unica sua fonte possibile di godimento sta nello sfasciare lo schieramento avversario. Questo non vuol dire che a destra non si debba discutere: ci mancherebbe. Anzi, da queste parti ci augureremmo una competizione e una battaglia di idee sempre più serrata (dentro e fuori il perimetro del centrodestra) su molti temi. Ma sempre in una chiave costruttiva, e ricordando bene quale sia la porta (l’altra, non la propria) in cui occorre calciare il pallone.
LITE SULLO IUS SOLI
Ieri ad esempio, Lega e Forza Italia si sono azzuffate sul tema dello ius soli.
Su questo giornale, abbiamo sostenuto da mesi come non ci sia – a nostro avviso – nessuna urgenza di modificare la normativa vigente, che già fa dell’Italia il paese-record della concessione delle cittadinanze. Autorevoli esponenti di Forza Italia sembrano pensarla diversamente, e non si tratta certo un reato di opinione. Ma a tutti sarebbe richiesta saggezza nel maneggiare queste differenze, così come nella scelta dei toni (che sono essenziali pure in politica, non solo nella musica). Sentiamo da molte parti parlare di “moderati” (e tra gli elettori di centrodestra, a onor del vero, vediamo semmai più persone giustamente incazzate, altro che moderati: incazzature sacrosante sulle tasse, sulla sicurezza, sulla giustizia). Ma chi si sente moderato avrebbe il dovere di esserlo almeno nelle polemiche interne: vale per ciascuno dei tre partiti, a ognuno dei quali auguriamo le migliori fortune, per il bene del centrodestra (non per quello del centrosinistra).
A proposito. Ricordate sempre che la prossima volta la sinistra si unirà, mettendo insieme tutto e il contrario di tutto. Senza nessuna prospettiva credibile di governo, ovviamente; ma intanto realizzeranno una larghissima ammucchiata. Che potrà contare su sostegni enormi nel mondo bancario, finanziario, editoriale, con potentissime sponde istituzionali. Cretedeci: non hanno alcun bisogno di “aiutini” supplementari da parte del centrodestra sotto forma di autogol, papere difensive e liti da spogliatoio. Buon Ferragosto a tutti.
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