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Libero Rassegna Stampa
06.08.2024 Un fiume di balle
Editoriale di Daniele Capezzone

Testata: Libero
Data: 06 agosto 2024
Pagina: 1/12
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: «Nel fantastico mondo di Macron, se la realtà osa interferire finisce avvelenata nella Senna»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 05/08/2024, a pag. 1/7, con il titolo "Nel fantastico mondo di Macron, se la realtà osa interferire finisce avvelenata nella Senna", l'editoriale di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

Tutti nella Senna! Nonostante il fiume non sia mai stato balneabile e non lo sia ancora adesso. Già diversi atleti sono stati male e Claire Michel, belga, è ricoverata. Ma con Macron si deve dire che la Senna è balneabile. Come su tutto il resto, in queste Olimpiadi prevale la menzogna, ben coperta da media ed "esperti" compiacenti anche in Italia.

Magritte, scansati: è arrivato Macron. Quello - René Magritte - dipingeva una pipa e ci scriveva sotto: «Questa non è una pipa», per spiegacaso, si parlò di «tradimento delle immagini». Quest’altro fa nuotare gli atleti in un fiume di merda, ma manda i suoi cortigiani (alcuni anche in lingua italiana) a dire: «Quale merda?». Insomma, nel caso delle Macroniadi, è la realtà – notoriamente prosaica, antiretorica, non adeguatamente “competente”, forse anche un po’ stronza – che non deve permettersi di guastare la soave narrazione macronista, facendo piangere il Re Sòla.
Dunque, siamo nell’era del “tradimento della realtà”, che può essere tranquillamente abbellita, diversamente raccontata, o totalmente capovolta, a seconda delle esigenze dei gestori della “narrazione”. I quali – altra capriola – sono gli stessi che ci ammorbano da anni col fact checking, col debunking, con l’accusa (sempre scagliata contro gli altri, eh...) di fabbricare fake-news, di gingillarsi con la “post-verità”.
E loro invece che fanno? Elementare, Watson: i tecno-progressisti alla Macron sono specialisti della “pre-verità”, cioè di una verità preconfezionata, costruita prima, surgelata e scongelabile a piacere, ovviamente impermeabile a qualunque rapporto con la realtà delle cose.

MITOLOGIE

Emmanuel Macron Prendi la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi: anche un bambino vi aveva visto una grottesca caricatura dell’Ultima Cena. Ma loro – imperterriti – hanno negato, straparlando di Dioniso e di mitologia greca.
Prendi la storiaccia di Imane Khelif e di Lin Yu Ting, con i loro cromosomi e con livelli di testosterone maschili. Ma anche in questo caso il macronista (di tutti i tipi: a pelo corto, a pelo lungo, a pelo morbido, a pelo ruvido) nega, spiega che il problema non esiste, che i documenti sono a posto (anche se non li ha visti nessuno). E chi non è d’accordo? Tutti tipacci della fasciosfera, inclusa l’icona gay Martina Navratilova, rapidissimamente buttata nell’inferno del trumpismo.
Prendi infine la storia della Senna.
Qui a Libero, la scorsa settimana, avevamo beffardamente titolato: «Nella Senna fino al collo». Ma loro negavano tutto, tiravano fuori analisi meravigliose, in cui il fango diventava acqua pura (una specie di laicissima Transustanziazione, ma non vorremmo dare suggerimenti blasfemi per la cerimonia di chiusura) e la merda si trasformava in essenza di Chanel numero 5. Senonché (di nuovo: guarda che combina ’sta stronza della realtà), ecco l’atleta belga che rimane intossicata, ed ecco gli altri nuotatori che vomitano pure l’anima dopo essersi tuffati in quel fiume meraviglioso. Ma sarà mica inquinata questa Senna? Ma no, impossibile: il Re Sòla ha speso 1,4 miliardi per ripulirla. Tra aprile e maggio, lui stesso e la sindaca Anne Hidalgo avevano promesso di farsi un bagnetto pure loro, per dimostrare che tutto era a posto. E - udite udite - si era dichiarato pronto a unirsi alla comitiva il mitologico Thomas Bach (Johann Sebastian, perdonalo...), il presidente del Comitato olimpico: «Non ho ancora ricevuto un invito, ma se lo riceverò sarò felice di farlo. Spero che non faccia troppo freddo». Tuttavia - ma guarda – né Macron né Bach si sono presentati (la Hidalgo è stata l’unica del gruppo a mantenere la parola): e il tuffo se lo sono dovuti fare i nuotatori.

VIROLOGI, DOVE SIETE?

Offrendoci per una consulenza gratuita, suggeriremmo ai macronisti in cerca di balle di inventarsi che gli atleti si sono sentiti poco bene perché colpiti dalla sindrome di Stendhal: è l’eccesso di bellezza che li ha travolti e destabilizzati, mica l’Escherichia coli.
Quanto ai virologi, gli stessi che ci hanno fracassato i neuroni per tre anni descrivendo contagi biblici, curve che si impennavano, sciagure presenti e future, ora sono spariti: la tempesta di merda non li preoccupa, questo è chiaro. Resterà - pronto all’estremo sacrificio - solo un pugno di poveri e bravissimi nuotatori, trattati come i gladiatori della Roma antica. Quelli secondo la leggenda - dicevano: «Ave Imperator, morituri te salutant». A Parigi, stavolta, rivolti al Re Sòla, i nuotatori, se troveranno il fiato, potranno al massimo mormorare: «Ave Macron, vomituri te salutant». Che vergogna, anzi che figura di merda, Monsieur le Président.

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