Anche Sinwar ha i giorni contati: intervista a Emmanuel Navon Intervista di Orlando Trinchi
Testata: La Stampa Data: 04 agosto 2024 Pagina: 2 Autore: Orlando Trinchi Titolo: «Anche Sinwar ha i giorni contati. Poi la resa dei conti con Hezbollah»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/08/2024, a pag.2, con il titolo "Anche Sinwar ha i giorni contati. Poi la resa dei conti con Hezbollah" l'intervista di Orlando Trinchi a Emmanuel Navon.
«La leadership di Hamas crollerà». Non mostra tentennamenti il politologo franco-israeliano Emmanuel Navon, accademico presso l’università di Tel Aviv, quando parla della morte di Ismail Haniyeh, leader politico dell’organizzazione palestinese ucciso mercoledì in un appartamento di Teheran, dove era giunto per partecipare all’investitura del nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Dopo l’uccisione di Haniyeh, l’Iran prepara l’attacco. Cosa dovremmo aspettarci? «Che la leadership di Hamas crolli. Arriveremo anche a Sinwar. Il piano dell’Iran di attivare il suo anello di alleati per procura per la conquista di Israele sta fallendo. Ma la guerra sarà lunga e richiede resistenza: ne abbiamo in abbondanza». Riguardo all’uccisione del capo politico di Hamas, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah scandisce che “gli israeliani piangeranno molto”. Cosa farà Israele? «Combatti e vinci: alla fine, lamacchina da guerra di Hezbollah dovrà essere – e sarà – neutralizzata». Nasrallah afferma che Hezbollah non abbia nulla a che fare con la strage dei bambini drusi nel Golan. Che ne pensa? «Hezbollah non ha dubbi mamente. Sabato 27 luglio, alle18:49 ora israeliana, i media affiliati a Hezbollah Al Mayadeen Live hanno riferito che Hezbollah si è preso il merito dell’attacco al Monte Hermon, dove si trova Majdal Shams. Chi altro potrebbe lanciare un missile del genere se non Hezbollah? Caso chiuso». Israele chiama in causa l’Iran per ciò che è avvenuto. È d’accordo? «Come si può non essere d’accordo? Né l’Iran né Hezbollah negano che quest’ultimo sia una milizia del primo. E nessuno dei due nasconde il fatto che il loro obiettivo sia la distruzione di Israele». Il presidente israeliano Isaac Erzog ha twittato: “Israele difenderà fermamente i cittadini e la sovranità”. Una nuova guerra potrebbe essere inevitabile? «Laguerra è iniziata dieci mesi fa. Se un’organizzazione terroristica controllata dall’Iran lanciasse dall’Austria e dalla Svizzera migliaia di missili su Bolzano, sulla Lombardia e la Valled’Aosta, e se 480.000 italiani (l’equivalente di 80.000 israeliani) fossero stati sfollati dalle loro case in quelle regioni e indirizzati per oltre nove mesi nel centro del Paese, non la chiamereste guerra? Certo che lo fareste. La questione non è se la guerra sia inevitabile – siamo già in guerra - ,ma se Israele cambierà i termini del conflitto al fine di neutralizzare Hezbollah. La risposta è sì». La missione di pace delle Nazioni Unite ha contattato le autorità libanesi e israeliane per mantenere la calma. Gli sforzi potrebbero essere ancora utili? «Le forze Onu sul terreno sono inutili. È sotto il loro controllo che Hezbollah e l’Iran hanno costruito dal 2006 un’enorme macchina militare e un arsenale di oltre 150.000 missili in violazione della risoluzione1701 delConsiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Essere bombardati per nove mesi e venire minacciati da un esercito iraniano al proprio confine non corrisponde alla pace: non la si può avere se si permette a un nemico che vuole distruggerti di farlo. Lo si combatte e sconfigge. Le lezioni della Seconda Guerra Mondiale sono già state dimenticate in Europa?»
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