Iran, la trappola per Haniyeh Analisi di Amedeo Ardenza
Testata: Libero Data: 04 agosto 2024 Pagina: 13 Autore: Amedeo Ardenza Titolo: «Retate in Iran: è caccia a chi ha tradito»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 04/08/2024, a pag. 13, con il titolo "Retate in Iran: è caccia a chi ha tradito ", l'analisi di Amedeo Ardenza
La guerra e la pace camminano parallele. Ieri sono arrivati al Cairo il capo del Mossad, David Barnea, il numero uno dello Shin Bet, Ronen Bar, e il coordinatore per le attività del governo israeliano nei Territori (Cogat), il generale druso Ghassan Alian per colloqui per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. I tre saranno ricevuti dal generale Abbas Kamel, numero uno dell’intelligence egiziana Egyd.
Sul tavolo ci sarebbe una volta ancora il rilascio da parte di Hamas degli ostaggi israeliani rapiti durante il pogrom del 7 ottobre 2023 nel sud d’Israele e trattenuti da allora nella Striscia di Gaza. Il tema è molto sentito in Israele dove la manifestazioni per il rilascio dei rapiti si susseguono da mesi: ieri i famigliari di Eitan Levy, un taxista che il 7 ottobre ebbe la sfortuna di accompagnare un cliente nei luoghi del pogrom, hanno diffuso le immagini del corpo dell’uomo di mezza età buttato per terra dai rapitori e lasciato alla mercè dei gazawi che ne hanno fatto scempio.
In cambio del rilascio dei 115 rapiti – non si sa quanti ancora in vita –, Hamas pretenderebbe la fine delle ostilità scatenate quasi dieci mesi fa e, secondo il Jerusalem Post, anche la riapertura del valico di Rafah tra Gaza e l’Egitto. Va ricordato che dallo scorso maggio Israele ha ripreso il controllo dell’intera Philadelphi Route che corre lungo il confine fra l’Egitto e la Striscia.
La mediazione del Cairo fra le parti non ferma dunque la guerra: ieri il portavoce delle Israel Defense Forcers (Idf), Daniel Hagari, ha reso noto che un velivolo israeliano ha attaccato un veicolo nella zona di Tulkarem, nel nordovest della Cisgiordania, eliminando le quattro persone a bordo.
Ore dopo Hamas ha confermato che fra i suoi operativi uccisi a Tulkarem c’era uno dei leader delle Brigate Al-Qassam, Haitham Beilidi, e il comandante dell'ala militare della Jihad islamica palestinese, Achmad Alsaba'd.
Il massimo della tensione è pero più a nord: ieri Stati Uniti e Regno Unito hanno chiesto ai propri cittadini di lasciare il Libano al più presto; la Svezia ha chiuso la propria ambasciata. Il timore è che il Paese dei Cedri diventi presto il nuovo campo di battaglia della guerra tra Israele da una parte e Hezbollah e Iran dall’altra. Sabato anche il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty ha espresso al suo omologo libanese Abdallah Bou Habib «la profonda preoccupazione del suo paese» perla crescente escalation nella regione. Ieri si è continuato a sparare: un drone israeliano ha ucciso un operativo di Hezbollah di nei pressi di Tiro mentre nel kibbutz Bar’am nel nord d’Israele sono suonati gli allarme antimissile. Un obice anticarro libanese ha colpito nel pomeriggio una scuola di Metula: un “incidente” che segue di poche ore la minacciosa intervista con Cbs News di un diplomatico iraniano all’Onu secondo cui, dopo l’omicidio mirato da parte di Israele del comandante di Hezbollah Fuad Shukr a Beirut, la milizia libanese avrebbe cominciato a prendere di mira obiettivi civili in Israele.
Dall’Iran, intanto, arrivano notizie di purghe fra gli stessi quadri dei Guardiani della Rivoluzione (i pasdaran), il corpo militare più importante, che controlla grandi leve economiche e risponde alla Guida suprema Ali Khamenei. Sarebbero almeno 24 le persone fra alti ufficiali ma anche responsabili dell’intelligence arrestati in reazione all’omicidio mirato mercoledì scorso di Ismail Haniyeh a Teheran: il leader di Hamas è stato ucciso ore dopo aver incontrato Khamenei nel quadro delle celebrazioni per il giuramento del nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian. La circostanza che operativi del Mossad sapessero dove Haniyeh alloggiasse e come eliminarlo ha gettato gli iraniani nel panico: il timore è che il nemico sionista sia riuscito a inflitrarsi anche fra i massimi gradi dei pasdaran. Parlando con il giornale panarabo Asharq Al-Awsat, il responsabile per l’Iran del thin-tank brussellese International Crisis Group, Ali Vaez, ha osservato che «la percezione che l'Iran non possa né proteggere la sua patria né i suoi alleati chiave potrebbe essere fatale per il regime».
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