Per i compagni i tagliagole islamici sono “martiri” Editoriale di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 03 agosto 2024 Pagina: 1/3 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «Un'ossessione che può diventare molto pericolosa»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 03/08/2024, a pag. 1/3, con il titolo "Un'ossessione che può diventare molto pericolosa", l'editoriale di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
No, stavolta non c’è proprio niente da ridere. In altre occasioni, qui su Libero, avevamo scelto un registro di ironia, anzi di pesante sarcasmo, rispetto all’“ossessione-fascismo” che agita i giorni e le notti della sinistra. All’ultimo conteggio, dal primo gennaio 2024 fino a qualche settimana fa, avevamo raggiunto l’imbarazzante quota di ben 40 “allarmi fascismo” lanciati dalla sinistra politica e da quella mediatica, al ritmo di uno ogni cinque giorni, incluse le domeniche e le feste comandate.
Ma in questa occasione c’è poco da scherzare, perché non siamo in presenza del solito disturbo ossessivo -compulsivo, quello di provare a infilare a forza stivaloni, fez e camicia nera agli avversari, nel tentativo di trovare un racconto unificante e un “senso” alle battaglie di una sinistra smarrita e in crisi di identità.
Stavolta si è registrato un drammatico salto di qualità. Nel momento in cui, in modo ufficiale e in qualche modo perfino “solenne”, il presidente dell’associazione dei familiari della strage di Bologna, già parlamentare del Pd, individua le “radici” di quell’orrendo attentato nell’attuale destra di governo, si varca una soglia inquietante, che mette a rischio la possibilità stessa di una convivenza democratica.
Viene da sorridere- amaramente- nel ripensare alle immagini di Elly Schlein che, pochi giorni fa, ha disputato la “partita del cuore” in una squadra di parlamentari allenata da Ignazio La Russa. Quale schizofrenia, quale inquietante attitudine alla doppia verità, può portare la sinistra italiana a fingere che dall’altra parte ci siano “avversari e non nemici”, come ipocritamente ripetono di tanto in tanto, salvo poi riversare sulla destra accuse sanguinanti, indegne, letteralmente irricevibili?
Se dall’altra parte ci sono gli stragisti o i fratelli minori degli stragisti, nessuna convivenza è più possibile. Che se ne rendano conto o meno, gli esponenti del Pd - Schlein in testa che non solo non hanno preso le distanze da Paolo Bolognesi, autore di quella sciagurata dichiarazione, ma hanno difeso e rilanciato quella tesi, hanno con ciò esposto Giorgia Meloni come un bersaglio che può e “deve” essere colpito.
Anziché deplorare la sortita di Bolognesi, Schlein ha perfino accusato Meloni di «fare la vittima». La segretaria del Pd (temiamo) nemmeno se n’è resa conto, ma ha contribuito a raggiungere un livello di mostrificazione che può giustificare qualunque reazione da parte di uno sconsiderato contro i vertici della destra italiana. Delle due l’una: o a sinistra dicono queste cose pensando (contemporaneamente) di strizzare l’occhio e far capire che è tutto uno scherzo, una polemica a uso di social media, oppure ci credono davvero. Ma dovrebbero almeno valutare l’ipotesi che qualcuno della loro parte possa convincersi delle accuse scagliate dai capi della sinistra e quindi possa trarne coerenti e terribili conseguenze.
La verità è che non hanno capito niente di quello che è accaduto a Butler, in Pennsylvania, il 13 luglio scorso. Il proiettile sparato contro Trump non è stato un incidente, ma l’ultima tappa di un percorso di demonizzazione che dura da anni. E che ha indotto qualcuno lo sparatore- a ritenere di poter e dover «risolvere il problema». Vogliamo rivedere anche in Italia, prima o poi, una scena del genere?
Se non parlassimo di cose maledettamente serie, ci sarebbe perfino da sorridere sulla scissione mentale che induce la sinistra a comportarsi in questo modo contro Meloni, mentre dall’altro lato- vengono trattati in guanti bianchi i terroristi islamici (vivi o morti). Ancora in questi giorni, abbiamo letto sulla stampa progressista ritratti di una belva sanguinaria come Haniyeh presentata come un leader “pragmatico”. Ieri un’altra belva che non è più su questa terra, Deif, è stato descritta da Avvenire come un “miliziano” con trascorsi universitari di teatro. Poche ore dopo, l’edizione online di Repubblica ha definito uno dei supercapi di Hamas, Khaled Meshal, come un “martire vivente”.
Capito? Meloni è una stragista o una nipotina degli stragisti, mentre i tagliagole islamici sono intellettuali sensibili e figure drammatiche. No, non finirà bene. Occorre che qualche testa fredda a sinistra si renda conto che ci si è avviati lungo una strada che non promette nulla di rassicurante.
Ps: Premesso che questo post scriptum esula del tutto dalle dichiarazioni di ieri di Giorgia Meloni (e dalle sue opinioni sul tema che ignoro), rimane un ulteriore curioso doppio standard da chiarire. E riguarda i dubbi sulle sentenze, che in Italia - ma guarda - in qualche caso sono ammessi e in qualche altro sono considerati un sacrilegio. Quindi: anche al termine di un complicato iter giudiziario, si può dubitare (ci dicono a sinistra: e io penso che sia legittimo farlo) delle sentenze sul caso Calabresi che hanno condannato Adriano Sofri e altri esponenti di Lotta Continua. Invece, ci spiegano le stesse persone con lo stesso tono stentoreo, al termine di un altrettanto complicato iter giudiziario, non si può assolutamente dubitare della verità processuale sulla strage di Bologna, ormai divenuta materia di fede, anzi dogma. Delle due l’una: quando a sinistra ragionano in modo tanto contraddittorio, vuol dire che o hanno torto o sono molto ipocriti. È anche ammesso il cumulo delle ipotesi.
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