“Volto della diplomazia di Hamas, considerato un moderato all’interno del movimento palestinese, Ismaïl Haniyeh è stato al centro degli sforzi per porre fine alle ostilità nella Striscia di Gaza.” E’ così che mercoledì scorso, Le Monde, rievocava il capo dell'ufficio politico di Hamas, eliminato a Teheran agli albori di quello stesso giorno. È stata la corrispondente del giornale da Beirut a scrivere queste righe. Il che probabilmente spiega la sua sorprendente perdita di memoria. In realtà il 7 ottobre, questo cosiddetto “moderato che cerca di porre fine alle ostilità” aveva pubblicato online un video in cui lo si vede applaudire in tempo reale i “militanti” di Hamas mentreseminano l’orrore nel sud di Israele, e poi prostrarsi a ringraziare Allah per questa impresa dei suoi uomini. E’ così che iniziarono le ‘ostilità’. Ciò è accaduto 300 giorni fa, e Hamas detiene ancora più di cento ostaggi – vivi e morti. Haniyeh è stato ucciso a Teheran. È stato colpito da un attacco mirato che ha preso di mira la sua stanza nel lussuoso albergo dove gli Ayatollah ospitavano i loro illustri ospiti. Era venuto per presenziare all'insediamento di Masoud Pezeshkian, il nuovo Presidente iraniano. Quest'ultimo ha rilasciato la seguente dichiarazione sul suo account X: “La Repubblica Islamica dell’Iran difenderà la sua integrità territoriale, la sua dignità e il suo onore, e farà pentire gli invasori terroristi della loro azione codarda.” Se l’attentato è generalmente attribuito a Israele, considerati i pochi Paesi capaci di una simile impresa – un’incredibile precisione di intelligence e di attacco – lo Stato ebraico non ha rivendicato la responsabilità. D’altro canto si è assunto la responsabilità di un’eliminazione non meno spettacolare, quella di Fouad Chokr, avvenuta poche ore prima a Beirut. Un missile è caduto sull'edificio dove si trovava l'uomo, meglio conosciuto come Al-Hajj Mohsen, capo militare di Hezbollah e braccio destro di Nasrallah. Quello che quarantotto ore prima aveva ordinato il lancio del missile che era esploso sul campo di calcio di Majd el Shams, uccidendo dodici ragazzini e ferendone altri trenta. Fouad Chokr, ricorda Le Figaro , ebbe un ruolo centrale soprattutto nell'attentato del 23 ottobre 1983 contro la caserma americana a Beirut, che uccise 241 soldati americani e ne ferì altri 128. Lo stesso giorno, 58 paracadutisti francesi furono vittime di un attentato con un'autobomba. Sulla sua testa era stata posta una taglia. Fouad Chokr e Ismail Haniyeh erano entrambi fedeli sostenitori degli Ayatollah, che finanziano e armano queste due organizzazioni terroristiche, Hezbollah e Hamas – così come finanziano e armano gli Houthi dello Yemen e le milizie sciite inIraq – nel conflitto spietato che combattono contro Israele. Ayatollah che ormai parlano di ‘vendetta’ e di ‘ritorsioni’. Il che si traduce in questo sorprendente titolo di Georges Malbrunot su Le Figaro: “L’asse della resistenza filo-iraniana tentato da una risposta esterna a Israele.” E all'improvviso, l'ONU, l'Unione Europea, le grandi capitali rimaste in silenzio dopo la carneficina di Majd el Shams, hanno moltiplicato i loro sforzi per fermare l'escalation, e il Consiglio di Sicurezza si è riunito...