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Libero Rassegna Stampa
02.08.2024 Olimpiadi, un uomo in gara con una donna
Cronaca di Salvatore Dama

Testata: Libero
Data: 02 agosto 2024
Pagina: 2
Autore: Salvatore Dama
Titolo: «Il pugno, il ritiro e il pianto, Carini finisce in ginocchio»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 02/08/2024, a pag. 2, con il titolo "Il pugno, il ritiro e il pianto, Carini finisce in ginocchio" l'analisi di Salvatore Dama


Salvatore Dama

Angela Carini getta la spugna. Ha rifiutato di scontrarsi sul ring con Imane Khelif (che è un uomo a tutti gli effetti) in uno scontro impari. Ecco i risultati di un neo-femminismo andato fuori controllo, al punto che si rivolta contro le stesse donne. Complimenti a chi lo ha inventato e chi lo sta diffondendo in Italia, come Chiara Valerio di Repubblica.

«Non è giusto, fa malissimo». Qui è un attimo prima che Angela Carini si pieghi sulle ginocchia a centro ring e scoppi a piangere. Le ingiustizie sono due: il destino che le ha messo contro Imane Khelif in una competizione olimpica che sentiva sua; l’organizzazione dei cinque cerchi che ha permesso all’atleta algerina di combattere: è fuori categoria. Ma dopo ci torniamo.
Riavvolgiamo il nastro. Sono le 12 e 20, Paris North Arena. Le due pugili salgono sul ring. Carini appare concentrata, combattiva, determinata.
Si fa sistemare il caschetto dai secondi al suo angolo. Suona la campanella del primo round. Le due sfidanti sono al centro del quadrato e si studiano. E già qui si vede una differenza significativa. Khelif è più alta e ha due braccia che non finiscono più. Carini deve accorciare per affondare i colpi, Imane sta più lontana e aspetta che l’avversaria si scopra. E' così che l’algerina assesta una prima centra devastante.
Gancio destro sul naso, Angela vede le stelle, le cede il velcro del caschetto. Chiede di tornare all’angolo e subito si capisce che ha in animo di abbandonare. Si materializza l’incubo di Brianda Tamara.
La pugile messicana che, nel dicembre 2022, era stata gonfiata come una zampogna da Khelif («I suoi colpi mi hanno fatto molto male, non mi sono mai sentita così in tredici anni di combattimento»).
Imane mena come un uomo, ma non è un uomo. Si chiama iperandroginismo. Ha livelli di testosterone incompatibili per le regole dell’International Boxe Association, che l’ha squalificata. Ma per il Comitato Olimpico internazionale è tutto ok.
Poi è vero, Khelif ha anche perso degli incontri, perché il pugilato non è solo forza, ma anche tecnica e velocità. Però Carini, dopo aver assaggiato il destro dell’algerina, si sente come Davide contro Golia.
«Fa malissimo», urla al commissario tecnico Emanuele Renzini. Lui le chiede di continuare, arrivando a chiudere almeno il primo round. Angela torna al centro del ring, ma becca subito un altro cartone.
Di nuovo il destro. Di nuovo sul naso.
E' finita. Dopo 46 secondi.
L’italiana schiva il saluto dell’avversaria, si inginocchia a terra e piange. E' un frullatore di emozioni: «Ho il cuore spezzato, ma la testa alta. Ho combattuto». Il web che ieri la implorava di non salire sul ring contro un “uomo”, oggi la insulta chiamandola “femminuccia”. «Ho scavalcato le corde e ho provato a combattere. Il ring è la mia vita, non ho mai avuto paura e non ne avevo oggi. Ma sono una pugile molto istintiva e mi sono detta subito: qualcosa non va.
Ho sentito quel colpo, mi ha fatto molto male, non riuscivo a respirare». Anche in un giorno così, Carini ci tiene a non passare da perdente: «Non sono mai stata sconfitta per ko e non ero mai scesa dal ring prima della fine dell’incontro. Sono una guerriera.
Ma a volte anche i guerrieri, quando vedono che la battaglia è persa, conficcano la spada nella terra e si arrendono».
Angela non colpevolizza la sua avversaria. Anzi, alla fine chiede scusa per non aver ricambiato il saluto: «Chi sono io per giudicare Imane? Lei non ha colpe... E' una ragazza che è qui per fare le Olimpiadi, come me». Inoltre la pugile italiana nega che, nella sua scelta di abbandonare, abbiano pesato le polemiche politiche scoppiate il giorno prima: «Ho dimostrato maturità, non ho perso l’onore. Quello che è successo non fa di me una donna meno forte. Se mi sono fermata, l’ho fatto per la mia famiglia, per la mia integrità fisica, ma soprattutto per mio padre, per questo mi sono inginocchiata, per salutarlo».
Parla anche Renzini. E al Corriere spiega che Angela è salita sul ring non al top della forma: «Aveva già male ai denti, era sotto antibiotici, ha preso un colpo al naso e ha sentito dolore». Poi, è chiaro, anche il contesto ha pesato: «Si è messa in moto la macchina dei social, tutta l’Italia pugilistica le ha chiesto di ritirarsi».
Il ct ammette che non si è trattato di un incontro propriamente ortodosso: Khelif «ha livelli di testosterone molto alti, è una questione controversa, non vorrei essere nei panni del Comitato olimpico».
Interviene anche il presidente della Federazione pugilistica Flavio D’Ambrosi: «La volontà dell’atleta è principe, va sempre rispettata. Nei prossimi Giochi Olimpici sarà necessario che il movimento pugilistico internazionale ritrovi una Federazione, riconosciuta dal Cio, che si occupi di far rispettare le regole tecniche».
Irma Testa, campionessa mondiale, solidarizza con la collega Carini in modo originale. Pubblicando un video con la barba.

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