Se lo Stato di Israele non avesse più opzioni rischiando la propria esistenza, cosa accadrebbe? Analisi di Gabriel Barouch
Testata: Informazione Corretta Data: 01 agosto 2024 Pagina: 1 Autore: Gabriel Barouch Titolo: «Se lo Stato di Israele non avesse più opzioni rischiando la propria esistenza, cosa accadrebbe?»
Se lo Stato di Israele non avesse più opzioni rischiando la propria esistenza, cosa accadrebbe? Analisi di Gabriel Barouch
È notizia recente che la Repubblica islamica dell’Iran, il principale Stato sponsor del terrorismo al mondo, ha annunciato martedì sera che Ismail Haniyeh, il principale leader di Hamas, è stato preso di mira e ucciso all’interno dell’Iran.
Kioumars Heydari, comandante delle forze di terra dell'esercito iraniano, non molto tempo fa, ha altresì messo in guardia Israele. Secondo l'agenzia di stampa Tasnim, strettamente legata alle Guardie Rivoluzionarie, Heydari ha dichiarato: "Se una minaccia contro di noi proviene dal regime sionista, riceverà risposta dalla Repubblica Islamica”.
Se tale minaccia fosse attuata e se l'esistenza di Israele fosse percepita come in pericolo imminente, la possibilità che utilizzi armi nucleari, spesso definita "opzione Sansone", diventerebbe un argomento di seria discussione.
Cosa è l’opzione Sansone?
L'opzione Sansone (in ebraico: ברירת שמשון, traslitterato: b'rerat shimshon) è la strategia di deterrenza di Israele di una massiccia ritorsione con armi nucleari come "ultima risorsa" contro un paese il cui esercito ha invaso e/o distrutto gran parte di Israele.
Il nome è un riferimento al giudice biblico israelita Sansone che spinse via i pilastri di un tempio filisteo, facendo crollare il tetto e uccidendo se stesso e migliaia di filistei che lo avevano catturato.
Kenneth S. Brower (del Jane's Intelligence Group che conduce indagini di intelligence a livello mondiale) ha stimato che ci siano fino a 400 armi nucleari. Queste possono essere lanciate da terra, dal mare e dall'aria. Ciò offre a Israele una seconda opzione di attacco anche se gran parte del paese viene distrutta.
La prima minaccia all'uso dell'opzione Samson e stato nella guerra dello Yom Kippur del 1973. Le forze arabe stavano sopraffacendo le forze israeliane e il primo ministro Golda Meir autorizzò un allarme nucleare e ordinò che 13 bombe atomiche fossero pronte per l'uso da parte di missili e aerei. L'ambasciatore israeliano informò il presidente Nixon che "conclusioni molto serie" avrebbero potuto verificarsi se gli Stati Uniti non avessero trasportato rifornimenti per via aerea. Nixon obbedì.
Il concetto di opzione Sansone suggerisce che Israele potrebbe ricorrere alle armi nucleari come ultima risorsa se si trovasse di fronte a minacce esistenziali.
Questa dottrina è radicata nella convinzione che se la sopravvivenza di Israele è in gioco, non esiterebbe a utilizzare il suo arsenale nucleare per garantire la propria sopravvivenza, anche a caro prezzo.
A prova di ciò, le dichiarazioni provocatorie da parte di un ministro junior ha recentemente suggerito di usare una bomba nucleare contro Gaza, indica che alcune fazioni all'interno del governo israeliano potrebbero prendere in considerazione l'idea dell'uso nucleare in circostanze terribili.
In conclusione, mentre Israele possiede la capacità di usare armi nucleari se la sua esistenza è minacciata, la decisione di farlo implicherebbe la valutazione di numerosi fattori, tra cui il potenziale di conseguenze devastanti sia a livello regionale che globale.
Per ora la strategia prevalente è stata quella di mantenere un deterrente credibile senza dichiarare apertamente la volontà di utilizzare armi nucleari.