Guerriglia in Val di Susa Cronaca di Claudia Osmetti
Testata: Libero Data: 28 luglio 2024 Pagina: 11 Autore: Claudia Osmetti Titolo: «I No Tav bloccano l'autostrada, bombe carta sulla polizia»
Riprendiamo da LIBERO del 28/07/2024, a pag. 11, con il titolo "I No Tav bloccano l'autostrada, bombe carta sulla polizia " la cronaca di Claudia Osmetti.
Claudia Osmetti
Incappucciati. Con le tute nere, gli occhialini di plastica a proteggere il volto, lo zainetto leggero. Non si vedono neanche le braccia, nemmeno un brandello di volto.
Guerriglieri asserragliati in Val di Susa, in Piemonte. No Tav. I soliti, violenti, No Tav.
È sabato pomeriggio, fa caldo anche in montagna, è fine luglio. Un migliaio di persone si mette in marcia (è in corso il festival Alta Felicità, una sorta di raduno a ridosso dei cantieri, dura da due giorni, finirà domani), ma quasi subito si dividono in due tronconi.
Il primo va dritto verso le cesate del cantiere San Didero: obiettivo, manco a dirlo, abbattere le reti ed entrare. Il secondo fa gruppo nei boschi sopra Chiomonte. Ed è da qui che la polizia si vede lanciare sulla testa pietre e bombe carta. Sono le 15 e sembra un assedio. È tutto organizzato, basta vedere come sono conciati i No Tav.
Preparati a puntino. L’autostrada viene chiusa al traffico, per sicurezza, per precauzione, dopo che alcuni di loro riescono addirittura a straboccare in una corsia che doveva rimanere sgombra per agevolare i lavori dell’infrastruttura. Tra Susa e Bardonecchia non passa un’auto.
Intanto il cielo si riempie di fumogeni. Loro, gli attivisti, alzano due dita in segno di protesta contro la linea veloce Torino - Lione. “Resistenza No Tav”, ha scritto, uno, sulla schiena. Per fare più baccano possibile colpiscono le parti metalliche della recinzione, c’è gente che corre ovunque: «Fino alla vittoria», si sente urlare. Gli agenti in tenuta anti-sommossa rispondono con gli idranti, stanno a distanza, mentre addosso cadono loro ancora le pietre scagliate dagli attivisti dall’altra parte del cancello.
L’attacco, sferrato in diversi punti, si fa gioco persino di una rudimentale fionda con cui, però, i No Tav riescono a lanciare oggetti di grandi dimensioni.
Una denuncia, nei giorni scorsi, se la sono già beccata in 55: non era ancora ufficialmente iniziato il festival, che una “delegazione” di No Tav ha provato a sfondare, per l’ennesima volta, il cantiere di Chiomonte, con diversi attacchi, specie di notte, per non farsi vedere, per agire più indisturbati, partendo come base da un campeggio improvvisato ai Mulini di Clarea. Le autorità hanno contestato pure diverse violazioni di fogli di via dai Comuni della Val Susa collezionati in precedenza. Recidivi. Ma non stupisce. Come non stupisce che a Organizzare la tendopoli No Tav in Val di Susa sembrerebbe sia stato il collettivo studentesco Ksa, che è vicino al centro sociale torinese Askatasuna. Il cerchio che si chiude.
«Chi ancora pensa che non serva il pacchetto sicurezza dovrebbe fare un salto in Val Susa per rendersi conto di come la prepotenza che sfocia costantemente in violenza debba essere punita».
Non ha dubbi Augusta Montaruli, che è la vice-capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. Lassù, in quella valle piemontese sfregiata (non perla prima volta) da manifestazioni che di pacifico non hanno oramai nemmeno l’intenzione, stanno ancora succedendo gli scontri.
A Roma Montaruli tira dritto: «L’ennesimo episodio violento avvenuto in prossimità del cantiere Tav dimostra quanto le misure del governo Meloni siano essenziali.
Andiamo avanti con il provvedimento per portarlo (il Dl Sicurezza, ndr) in Aula entro la pausa estiva, convinti che sia la migliore risposta a chi si macchia di una continua opera di sabotaggio e di sovversione. La nostra vicinanza va agli agenti e la dimostriamo in queste ore difendendo le norme volute da Giorgia Meloni e dal suo e esecutivo».
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