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Libero Rassegna Stampa
28.07.2024 Hezbollah uccide 10 bimbi
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 28 luglio 2024
Pagina: 14
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Hezbollah uccide 10 bimbi. Israele: E' guerra totale»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 28/07/2024, a pag. 14, con il titolo "Hezbollah uccide 10 bimbi. Israele: E' guerra totale", l'analisi di Amedeo Ardenza.

La strage provocata da un razzo di Hezbollah a Majdal Shams, nel Golan. Dall'inizio della guerra è il peggior massacro di civili nel nord di Israele. Le vittime sono drusi che abitano la regione e sono tutti ragazzini che stavano giocando nel campo da calcio colpito. Hezbollah ha "superato tutte le linee rosse". Una risposta militare israeliana sul Libano è ora inevitabile.

«Non c'è dubbio che Hezbollah abbia superato tutte le linee rosse: siamo di fronte a una guerra totale». Con queste parole, concordate con il capo del governo Benjamin Netanyahu, il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha commentato l’attacco missilistico con cui Hezbollah ha ucciso dieci persone ferendone altre 30, alcune in modo grave, a Majdal Shams, cittadina drusa nel Golan israeliano. La raffica di missili lanciati da Hezbollah ha investito Majdal Shams colpendo anche il locale campo di calcio: le immagini diffuse dai media israeliani mostrano i soccorritori, anche loro in gran parte drusi, che raccolgono i resti di chi è stato colto dagli ordigni: le vittime sarebbero perla maggior parte bambini che erano seduti assieme sugli spalti per seguire la partita in corso. I piccoli, hanno poi spiegato le autorità israeliane, sarebbero stati centrati da un micidiale razzo Grad 22 da 19 chili.
Non è la prima volta che la milizia sciita libanese armata e foraggiata dall’Iran prende di mira il nord d’Israele ma quello di ieri è l’attacco più sanguinoso dallo scorso 8 ottobre, il giorno in cui Hezbollah ha riaperto le ostilità contro lo stato ebraico. Da allora circa 70 mila israeliani hanno lasciato le loro case e kibbutz dove abitavano al nord per trovare rifugio nel centro e nel sud d’Israele. Un esempio che molti drusi, cittadini israeliani che servono anche nelle forze armate, non hanno seguito, preferendo restare nella loro terra. Tanti a Majdal Shams sono al tempo proprietari terrieri e agricoltori: gente che lascia molto malvolentieri i campi o i propri animali all’incuria e che ieri è rimasta vittima di uno dei più ampi attacchi contro il nord: sarebbero 100 i missili esplosi da Hezbollah solo nella giornata di ieri.
La cronaca degli eventi riportata dal Jerusalem Post parla da sola: «Siamo arrivati al campo di calcio e abbiamo visto la distruzione e gli oggetti in fiamme», ha riferito il medico del servizio di emergenza Maghen David Adom (la Stella di Davide rossa). «Le vittime erano cadute sull’erba e la scena molto difficile. Abbiamo iniziato a ordinare i feriti: alcuni sono stati portati nelle cliniche locali e anche le nostre squadre sono state dirette in quelle cliniche. Durante le operazioni di soccorso ci sono stati ulteriori allarmi». La cittadina drusa è stata raggiunta da circa 30 missili almeno uno dei quali è riuscito a superare l’Iron Dome, il sistema antimissile che difende i cieli d’Israele. Il “buco” nella difesa può indicare che i missili siano stati esplosi da una distanza ravvicinata: più vicina all’obiettivo è la rampa di lancio e meno tempo l’Iron Dome ha a disposizione per predisporre una reazione.
Al salire del bilancio delle vittime, Hezbollah ha tirato indietro la mano confermando, da un lato, di aver esploso decine di missili verso una base militare israeliana nei pressi di Majdal Shams, ma negando allo stesso tempo «ogni collegamento con quanto successo» al campi di calcio.
Lo sceicco Muafak Tarif, leader spirituale della comunità drusa d’Israele ha nel frattempo condannato «l’attacco brutale e omicida: è impossibile descrivere le immagini orrende dei bambini e dei loro corpi fatti a pezzi sul campo di calcio: un paese civile non può permettere continui attacchi contro i suoi cittadini. E questo va avanti da nove mesi nelle comunità del nord». Parole perfettamente in linea con l’opinione prevalente in Israele secondo cui il governo dovrebbe reagire in maniera massiccia contro Hezbollah. Katz ha parlato di “guerra aperta” e di come Israele avrebbe «il pieno sostegno di Europa e Usa».
Netanyahu avrebbe ricevuto luce verde dallo zio Sam per attaccare la milizia sciita. Ma fra il dire e il fare c’è ancora un conflitto in corso contro Hamas nella Striscia di Gaza. E se per le Idf operare a largo raggio in Libano è meno complicato che tentare complicate operazioni “chirurgiche” in una Gaza sovrappopolata e dove i terroristi si nascondono nei tunnel, Hezbollah è un nemico micidiale con una dotazione missilistica che si conta in centinaia di migliaia di pezzi, numeri sconosciuti anche ai principali paesi Nato. Attaccare al nord mentre il fronte sud resta aperto potrebbe essere molto rischioso per Israele.

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