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Libero Rassegna Stampa
26.07.2024 Contestata la visita di Herzog a Meloni e Mattarella
Cronaca di Daniele Dell'Orco

Testata: Libero
Data: 26 luglio 2024
Pagina: 9
Autore: Daniele Dell'Orco
Titolo: «Contestato anche l'israeliano laburista»

Riprendiamo da LIBERO del 26/07/2024, a pag. 9, con il titolo "Contestato anche l'israeliano laburista" la cronaca di Daniele Dell'Orco.

Daniele Dell'Orco
Daniele Dell'Orco

Contestatazione contro la visita del presidente israeliano Herzog a Roma. Benché sia un laburista, un leader di sinistra, si becca lo stesso gli insulti tipici: fascista, nazista, xenofobo. Perché alla sinistra non piace Israele, gli ebrei li sopporta solo se odiano lo Stato ebraico. E purtroppo ce n'è qualcuno anche in Italia. Quelli perbene se ne vanno: si veda Daniele Nahum che è uscito dal PD milanese. 

Ieri a Roma è arrivato il Presidente di Israele Isaac Herzog per una visita istituzionale con il Capo dello Stato Sergio Mattarella e col premier Giorgia Meloni. Gli odiatori di Israele, però, non l’hanno capito. Che sia per un fraintendimento o per la semplice ignoranza, hanno comunque palesato una volta di più la loro tendenza ad odiare un popolo intero e uno Stato intero. Senza distinguo.
Il viaggio di Herzog si svolge in concomitanza con quello, non senza polemiche, del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu negli Stati Uniti (dove ieri ha incontrato Joe Biden). Gli ambienti di ultra-sinistra italiana, quelli zeppi di sigle che scendono in piazza ogni weekend (salvo ferie estive) ufficialmente a supporto della popolazione di Gaza, per schivare le accuse di antisemitismo nonostante un numero spropositato di indizi (endorsement ad Hamas, giustificazionismo del 7 ottobre, insulti agli ebrei tout-court) rivendicano sempre la legittimità di criticare un “fascista”, “nazista” e “xenofobo” come Netanyahu. E che, soprattutto, antisemitismo e anti-sionismo non possono essere fatti corrispondere.
Tesi per la verità molto in voga anche tra i banchi dell’opposizione al governo Meloni. Peccato che il viaggio di Herzog a Roma, con il centro storico blindato dalle prime luci dell’alba, con cordoni di polizia a costeggiare Palazzo Chigi e piazza di Montecitorio, con l’allerta alle stelle, abbia fornito un’altra bella prova indiziaria.
Herzog è stato accolto da una trentina di persone hanno organizzato una manifestazione pro-Palestina all’entrata della Galleria Sordi, proprio davanti alla sede di Palazzo Chigi. Presenti alla manifestazione, dal titolo “Herzog, non sei il benvenuto”, diverse decine di persone che sotto il controllo delle forze dell’ordine hanno sventolato bandiere della Palestina intonando lo slogan “Palestina libera” e mostrato cartelli con su scritto “Meloni vergogna” e “non nel nostro nome”.
Un discorso di un manifestante della sigla che ha organizzato la protesta, il non meglio precisato “Comitato Solidarietà con la Palestina”, ha sottolineato la contrarietà al sostegno del governo italiano ad Israele e «il genocidio in corso nella Striscia di Gaza da parte dell'esercito israeliano» Piccolo fuori programma: durante l’intervento un uomo di origine ebraica ha ricordato quanto accaduto il 7 ottobre 2023 per mano di Hamas. Nessuna tensione, ma l’uomo è stato “cortesemente” allontanato tra gli applausi dei manifestanti. Altre voci dalla piazza dicono: «Un livello di iprocrisia allucinante, sappiamo che Israele sta commettendo un genocidio e una pulizia etnica intollerabile accogliere un criminale di guerra». E ancora: «Le vittime accertate sono almeno 40mila, più le vittime che stanno ancora sotto le macerie intollerabile il silenzio dell’Occidente»; «Fa male vedere la bandiera israeliana e quella italiana insieme fa male». E infine: «Uno scandalo ricevere il presidente di uno Stato assassino e genocida».
Al Ponte degli Annibaldi, di fronte al Colosseo, alcuni attivisti hanno appeso uno striscione con su scritto “Herzog not welcome! Free Palestine”. La firma è quella di un altro non meglio precisato “Fronte Comunista”, una delle cento definizioni di una costellazione marxista-leninista inesistente dal punto di vista politico ma straordinariamente unita nell’odio contro Israele.
Ebbene, nessuno di loro si è degnato di chiedersi chi sia davvero Herzog.
Nel 2011 si dimise proprio da Ministro di larga coalizione del governo netanyahu dopo la rottura di Ehud Barak con il Partito Laburista. Nel novembre 2013 venne eletto leader del partito e guida dell’opposizione contro il governo Netanyahu alla Knesset, presentandosi alle elezioni anticipate del marzo 2015.
Al momento della sua elezione alla guida del Labour, un anno prima, disse: «Sono membro del partito che ha scommesso per la pace, il partito di Rabin, che è stato ucciso perla pace. Bisogna seguire dei parametri che abbiano anche come base l’iniziativa di pace della Lega Araba. Credo che questo processo ci porterà alla creazione di uno Stato palestinese accanto ad Israele. Uno Stato moderno, senza terrorismo». Allora, il Likud durante la campagna elettorale, lo accusò di essere un servo di Abu Mazen (leader dell’Autorità Palestinese).
In definitiva Herzog, che è in Italia come capo di Stato, di tutto uno Stato, è uno di quei profili che quando vengono eletti all’estero la sinistra italiana ci ricama sopra con tono trionfalistico per settimane. Inveire anche contro di lui è la prova provata che non esistano i “critici legittimi di Netanyahu”, ma solo odiatori di Israele.
Come entità.

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