Aereo abbattuto, 298 morti: era stata la Russia, non gli ucraini Analisi di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera Data: 18 luglio 2024 Pagina: 22 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «Quell'aereo abbattuto e 298 morti da ricordare»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/07/2024, a pag.22, con il titolo ''Quell'aereo abbattuto e 298 morti da ricordare" la cronaca di Lorenzo Cremonesi
Lorenzo Cremonesi
Sono trascorsi dieci anni, ma resta impossibile dimenticare. C’erano le valigie dei passeggeri sfondate e sparse tra i girasoli, i corpi dei morti confusi con i rottami, soprattutto c’era il troncone della carlinga che mostrava i fori delle schegge del missile russo terra-aria Buk sparato dai separatisti filo-Mosca mischiati alle unità di «volontari» inviate dal regime di Putin. Era il 17 luglio del 2014, da pochi mesi il Cremlino fomentava la rivolta contro il governo di Kiev per impadronirsi del Donbass; poco prima era stata invasa la Crimea. Quel giorno il missile aveva colpito l’aereo di linea malese a 10.000 metri d’altezza sulla rotta da Amsterdam a Kuala Lumpur. In tutto 298 morti, tra loro tanti bambini. Gli ucraini dissero che non erano colpevoli, non disponevano di armi di quel tipo. Mosca li accusava senza prove. La commissione d’inchiesta promossa subito dal governo olandese ha poi stabilito ciò che fu evidente sin dalle prime ore: la responsabilità è russa. A noi un milite delle unità di volontari separatisti del Donbass il giorno dopo la tragedia raccontò molto candidamente ciò che i suoi comandi gli avevano ordinato: «Abbiamo abbattuto un aereo militare ucraino. Andate a controllare se ci sono superstiti, catturateli o uccideteli». Ma tra i campi coltivati e le macchie di bosco lui e i suoi uomini trovarono solo ciò che incontrammo anche noi giornalisti: resti straziati di civili, nulla di militare, un orsacchiotto, libri, laptop, magliette colorate, occhiali da sole e scarpe da tennis, le lamiere del Boeing accartocciate. Faceva molto caldo. Occorre insistere per avere giustizia.
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