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Libero Rassegna Stampa
13.07.2024 Sotto l’Onu il centro militare di Hamas
Analisi di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 13 luglio 2024
Pagina: 12
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Sotto la sede ONU spunta il centro militare di Hamas»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 13/07/2024, a pag. 12, con il titolo "Sotto la sede ONU spunta il centro militare di Hamas", l'analisi di Amedeo Ardenza.

Un altro centro di comando di Hamas, nascosto sotto la sede dell'UNRWA a Gaza. La conferma di quel che tutti vedono: non solo Hamas si fa scudo dei civili, ma l'agenzia ONU è sua complice.

Un drone in una palazzina e una sala operativa (una “war room”) in un’altra. E ancora componenti per l'assemblaggio di droni, droni tattici, razzi, mitragliatrici, mortai, esplosivi e granate. È quanto le Israel Defense Forces (Idf) hanno rinvenuto in quel che resta dell’ex quartier generale dell’Unrwa a Gaza City.
La scoperta non è avvenuta per caso: le Idf hanno iniziato un’operazione antiterrorismo nell'area all'inizio di questa settimana dopo che informazioni di intelligence avevano indicato la presenza sia di terroristi sia di infrastrutture di Hamas e della Jihad islamica nel compund.
Sotto il comando della 99esima Divisione, le Idf hanno condotto un raid mirato su alcune palazzine del complesso, arrestando i terroristi che cercavano di fuggire dall'area.
Ispezioni successive hanno permesso di localizzare un percorso di tunnel sotterranei che portavano a un laboratorio parimenti sotterraneo per la fabbricazione di esplosivi e armi sotto un edificio universitario.
L’annuncio delle Idf conferma una volta ancora quanto questa guerra ha già messo in chiaro: da un lato l’uso sistematico di strutture civili a Gaza da parte di Hamas e della Jihad islamica per muovere guerra a Israele usando la popolazione locale come scudo umano; dall’altro che Israele ha ampiamente sottostimato Hamas, rimanendo all’oscuro dei piani del gruppo del terrore e dello sviluppo della sua infrastruttura di morte.
Sugli errori dei propri sistemi di intelligence e di sicurezza Israele sta però iniziando a fare luce.
Venerdì il generale Mickey Edelstein, già attaché militare israeliano negli Usa, ha presentato il primo rapporto sulle responsabilità delle Idf lo scorso 7 ottobre, giorno in cui Hamas ha sferrato il suo attacco. «Il sistema di difesa ha fallito nel compito di proteggere il kibbutz Be’eri», ha spiegato il generale riconoscendo le gravi mancanze delle Idf, che hanno di fatto lasciato i residenti del kibbutz difendersi da soli per almeno mezza giornata.
L’indagine su Be’eri, villaggio agricolo fra i più martoriati dalla furia dei terroristi, è solo la prima di una serie di inchieste che gli elettori hanno preteso per tentare di recuperare la fiducia in un sistema che si è cullato a lungo nel mito della propria invincibilità per vedere oltre 1.200 persone trucidate in poche ore nel “sabato nero” della storia d’Israele.
Il ministro della Difesa Yoav Gallant, lui stesso ex comandante del comando meridionale delle Idf, ha chiesto la formazione di una commissione d'inchiesta sull'assalto del 7 ottobre «che esamini tutti noi: i decisori e i professionisti, il governo, l'esercito e i servizi di sicurezza», una sfida al premier Benjamin Netanyahu propenso invece a rimandare ogni indagine a dopo la fine della guerra.
Sul fronte internazionale venerdì sera il presidente americano Joe Biden ha annunciato che Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo-quadro sulla fine delle ostilità e il rilascio degli ostaggi israeliani rapiti dal gruppo terrorista mentre la Corte internazionale di giustizia ha fatto sapere che si pronuncerà venerdì prossimo su le Politiche e pratiche di Israele nei Territori Palestinesi Occupati, compresa Gerusalemme Est.

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