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Libero Rassegna Stampa
11.07.2024 Pronti i F16 della NATO per l’Ucrania
Cronaca di Carlo Nicolato

Testata: Libero
Data: 11 luglio 2024
Pagina: 10
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: «Pronti gli F16 della NATO per l'Ucraina. L'Italia candidata per guidare il fianco Sud»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/07/2024, pag. 10, con il titolo "Pronti gli F16 della NATO per l'Ucraina. L'Italia candidata per guidare il fianco Sud", l'analisi di Carlo Nicolato. 

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato

F16, dopo due anni di attesa finalmente vengono consegnati all'Ucraina. Ma quanto si deve ancora attendere? E quando la NATO capirà che deve dare all'Ucraina tutti i mezzi richiesti per la sua difesa dall'invasione russa? E' nell'interesse della NATO farlo, visto che gli ucraini combattono per la nostra stessa sicurezza. Quindi basta con le promesse, passiamo ai fatti.

È ovviamente ancora l’Ucraina il piatto forte del secondo giorno del vertice Nato a Washington. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha annunciato che vari Paesi hanno già hanno iniziato a trasferire i caccia F-16 di quarta generazione a Kiev e il primo lotto, che dovrebbe arrivare da parte dell’Olanda e della Danimarca, potrà volare nei cieli dell’Ucraina entro l'estate. Blinken non ne ha fatto cenno ma anche i piloti che li guideranno dovrebbero essere pronti, addestrati nei mesi scorsi sempre in Olanda e in Danimarca, ma anche negli Usa e in Romania. Per tali caccia i Paesi Bassi forniranno all’Ucraina munizioni aggiuntive per un valore totale di 300 milioni di euro aggiungendosi ai 150 milioni di euro di munizioni F-16 che aveva già promesso di consegnare.
Anche il primo ministro norvegese, Jonas Gahr Støre, ha annunciato «la donazione» futura di sei F-16 in dotazione all’areonautica del regno. Il presidente ucraino Zelensky ringrazia, sottolinea che «gli F-16 avvicinano una pace giusta e duratura, dimostrando che il terrore deve fallire ovunque e in qualsiasi momento», e aggiunge che Kiev «continua a lavorare a Washington per raggiungere accordi che rafforzino le capacità di difesa dell’Ucraina».
Rimarcando all’apertura dei lavori la storicità del 75° vertice, il segretario generale uscente dell'Alleanza Jens Stoltenberg ha parlato dei ritardi passati nel sostegno all’Ucraina, ma ha assicurato che «ora stiamo fornendo più supporto e sono fiducioso che gli alleati ora lo manterranno davvero».
Stoltenberg ha accennato a «un pacchetto sostanziale» diviso in cinque parti, che si basa sull’assistenza a Kiev e l’addestramento alle sue truppe a lungo termine, che prevede annunci di supporto immediato (tra questi appunto gli F16), e nuovi annunci sulla sicurezza e l’interoperabilità. «Tutti insieme, questi elementi costituiscono un ponte forte per l’Ucraina verso l’adesione all’alleanza e sono fiducioso che gli alleati ribadiranno l’impegno affinché l’Ucraina diventi membro della Nato», ha aggiunto. In serata i leader della Alleanza hanno annunciato l’impegno a sostenere il «percorso irreversibile» dell’Ucraina verso l’adesione.
Gli Stati Uniti hanno anche annunciato che a partire dal 2026 inizieranno a dispiegare missili a lunga gittata in Germania. Tra i sistemi menzionati figurano gli Sm-6, i Tomahawk e armi ipersoniche in sviluppo, tutti con «gittata significativamente superiore» rispetto a quelli attualmente di base in Europa. Allineata anche l’Italia, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha lanciato la nostra candidatura per l'inviato Nato sul fronte sud dell'Alleanza, una “priorità” per il nostro Paese. «Ci sono anche eccellenti candidati italiani. Credo che proprio perla conoscenza che l'Italia ha di tutta l’area mediterranea, a partire dai Balcani all'Africa e al Medio Oriente ma anche l’area del Golfo. Possiamo mettere a disposizione dell'Alleanza Atlantica nomi di alto livello con conoscenza sia della Nato sia della realtà del fianco Sud», ha detto Tajani.
Il neo premier britannico Keir Star mer ha invece evocato la possibilità di un patto militare tra Regno Unito e Unione Europea complementare alla Nato stessa. La proposta nasce anche dall’esigenza di una maggiore autonomia militare dalla Nato nel caso in cui alla Casa Bianca dovesse tornare lo spauracchio Donald Trump. Al vertice è apparso anche il premier sloveno Robert Golob, accompagnato dalla influencer Tina Gaber, noto per aver riconosciuto la Palestina quale Stato.

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