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Libero Rassegna Stampa
08.07.2024 Parla Daniele Nahum: inaccettabile ambiguità del PD sull'antisemitismo
Intervista di Simona Bertuzzi

Testata: Libero
Data: 08 luglio 2024
Pagina: 7
Autore: Simona Bertuzzi
Titolo: «Nulla è cambiato. Il Pd resta ambiguo sull'antisemitismo»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 08/07/2024, a pag. 7, con il titolo "Nulla è cambiato. Il Pd resta ambiguo sull'antisemitismo", l'intervista di Simona Bertuzzi a Daniele Nahum.

Daniele Nahum, ex consigliere comunale di Milano in quota PD, ha dato le dimissioni dal partito perché non condanna l'antisionismo e lascia che si usi il termine "genocidio" contro Israele. Da allora ad oggi nulla è cambiato, la sinistra italiana non ha imparato la lezione.

A marzo scorso Daniele Nahum se ne andò dal Pd sbattendo la porta. Un moderato come lui, esponente di spicco della comunità ebraica milanese, non poteva tollerare il clima d’odio che si respirava in città, alimentato anche da una certa sinistra. Soprattutto non poteva restare nelle fila di una forza politica che scendeva in piazza nei cortei sdoganando la parola “genocidio” in riferimento alla crisi umanitaria che si stava consumando nella striscia di Gaza iniziata con il pogrom di ebrei compiuto da Hamas il 7 ottobre scorso. Lo scempio dei cittadini israeliani, i giovani uccisi, inseguiti e braccati come animali a una festa, e i sopravvissuti spariti in un buco nero che solo a pensarci fa venire i brividi, ed era appena l’inizio.
«Pannella diceva che il personale è politico. Per questo dichiaro conclusa la mia esperienza nel partito democratico» disse Nahum in un’aula di Palazzo Marino a Milano stranamente silente e basita. Sono passati quattro mesi da quell’addio, qualcosa come 120 giorni, Nahum nel frattempo si è candidato con Azione e il Pd non solo è fermo a quel punto ma si scopre che i giovani democratici hanno invitato a parlare in un loro convegno Cecilia Parodi, scrittrice e attivista vicina alla sinistra che in un video social ha detto testuale: «Odio tutti gli ebrei, odio tutti gli israeliani, dal primo all’ultimo, odio tutti quelli che li difendono, tutti i giornalisti, tutti appesi per i piedi, non basta piazzale Loreto, ci vuole piazza Tienanmen per appendervi tutti, io ve lo giuro, io sarò in prima fila per sputarvi addosso».

Che ne pensa Nahum?
«Mi sembrano parole degne di un SS. Degne del nazismo e del fascismo. È un fatto gravissimo e deve farci riflettere, lo dico da tempo, sull’antisemitismo di sinistra che è più infiltrante e pericoloso di quello di destra perché ha sdoganato il termine “genocidio” rispetto a ciò che sta avvenendo nella striscia di Gaza, e “apartheid” rispetto alla situazione in Cisgiordania. Il che non solo è un falso perché nell’azione militare israeliana non c’è alcuna volontà di cancellare dalla faccia della terra il popolo palestinese, ma è un non senso visto che il 22% della popolazione israeliana è musulmana e il partito arabo è il terzo partito in Israele».
La Parodi avrebbe abborracciato una spiegazione sui social. Ha parlato di crisi di nervi e di un momento di sconforto cosmico precisando di non avercela con tutti gli ebrei.
«Per nessuna ragione al mondo, neppure per disperazione, si può fare un video degno di Goebbles. Questa è l’ideologia di Hamas che vuole l’annientamento di tutti gli ebrei e gli israeliani. Non posso che essere felicissimo di sapere che sarà denunciata dal console onorario di Israele Marco Carrai».
E il fatto che sia stata invitata dai giovani del Pd a parlare in un convegno dal titolo “Colonialismo e apartheid in Palestina” fa supporre che il pd non comprenda. O non voglia prendere le distanze.
«Basta scorrere la lista degli invitati di quell’evento. Mancava solo Sinwar, il capo di Hamas. La vera riflessione che si impone in questo momento storico è su questo antisionismo che diventa antisemitismo ed è un antisemitismo inconsapevole».

Tirando le somme?
«C’è un problema evidente nella sinistra, anche in ambienti della sinistra moderata».

Non è cambiato nulla quindi da che lei se ne è andato?
«Non credo che sia cambiato nulla in questi mesi. I giovani democratici continuano a partecipare a manifestazioni organizzate su Gaza in cui si urla lo slogan anti-israeliano “dal fiume al mare”. Non solo partecipano ai cortei ma non sono mai stati ripresi dalla dirigenza locale, provinciale e nazionale. E’ una cosa che mette in imbarazzo me che ho sempre avuto una posizione moderata e oggi vengo tacciato di essere filo Netanyahu perché dico che termini come genocidio e apartheid fomentano l’odio».
La prima a non intervenire però è la segretaria Elly Schlein.
«Non so perché taccia la Schlein ma credo che il Pd debba avere coraggio, essere chiaro nella condanna di queste cose. Poi per carità si può essere fermi nella condanna ma critici sulle politiche di Israele».

Il clima è ancora teso?
«Il clima è pessimo. Lo dimostra il fatto che nelle università il direttore Maurizio Molinari o David Parenzo non vengano fatti parlare. Che al teatro Parenti di Milano, luogo di cultura e di confronto democratico per eccellenza, ci siano agenti di polizia schierati in assetto antiterrorismo per proteggere un convegno in cui si parla di Israele e, parentesi, ringrazio le forze dell’ordine per il servizio encomiabile che stanno facendo. Mi sembra evidente che l’antisemitismo di sinistra abbia fatto alzare la temperatura in modo indecente. Poi, chiaro, c’è il tema dell’antisemitismo di destra».

Si riferisce all’inchiesta di Fanpage sui giovani del partito e gli insulti antisemiti e razzisti?
«Io ho chiesto esplicitamente alla Meloni di far chiarezza, di espellere il fascistume che ha dentro il partito e levare la fiamma dal simbolo per costruire finalmente una destra europea e moderna. Detto questo, ritengo che Meloni in politica estera stia comportandosi molto bene, sia rispetto al conflitto in Ucraina che sul conflitto arabo israeliano».
Walker Meghnagi, presidente della comunità ebraica, ha difeso la Meloni su questo ed è stato molto contestato a sinistra.
«Walker ha sbagliato nel dire che si sente tutelato da Fratelli di Italia perché non è possibile sentirsi tutelati da un partito che non ha fatto abiura del passato facendo tabula rasa di certe posizioni estremiste e mandando via a calci certi soggetti».
Ma non è vero, Nahum.
Meloni ha preso le distanze e in modo chiaro.
«Manca il passaggio sulla fiamma. E ci sono ancora troppi esponenti vicini a lei che non hanno fatto abiura del passato e del fascismo dichiarandolo il male assoluto. Non bastano le sue parole, servono quelle di tutti e bisogna togliere la fiamma dal simbolo. Ma ripeto. Concordo al 100 per cento su quanto dice Meghnagi circa l’esistenza di un antisemitismo di sinistra che reputo più pericoloso per gli ebrei di quello di certe frange di destra a livello numerico e come risonanza. Ripeto: non ho mai sentito nessuno del Pd sostenere che è sbagliato usare il termine genocidio o paragonare il sionismo al nazismo».
Anche dal sindaco di Milano Beppe Sala non sono arrivate posizioni forti di condanna dei cortei pro-Gaza.
«Col sindaco Sala ho un ottimo rapporto personale e le dico subito che mi sto adoprando perché ci sia a breve un incontro tra lui e la comunità che porti a un chiarimento. Ma posso garantirle che ha sempre avuto una posizione moderata sul conflitto. L’incomprensione semmai è nata perché ha partecipato a pochi incontri della comunità».

Come si risolverà la crisi in atto?
«Come detto più volte sono favorevole a un cessate il fuoco immediato vincolato al rilascio degli ostaggi e alla ripresa dei colloqui di pace. La soluzione sono due stati per due popoli».

 

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