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Libero Rassegna Stampa
07.07.2024 Bardella decide: no armi contro Putin
Cronaca di Mauro Zanon

Testata: Libero
Data: 07 luglio 2024
Pagina: 9
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «Bardella decide sulle armi contro Putin»

Riprendiamo LIBERO di oggi, 07/07/2024, pag. 9, con il titolo "Bardella decide sulle armi contro Putin", cronaca di Mauro Zanon

Mauro Zanon
Mauro Zanon

Cannone Cesar, francese, in azione in Ucraina. Se dovessero vincere i lepenisti, non verrebbero interrotti gli aiuti militari francesi all'Ucraina. Però ci sarebbero due limiti nuovi: niente armi a lungo raggio, divieto di colpire obiettivi in Russia e niente militari francesi, a nessun titolo e per nessun ruolo. La Le Pen si smarca dal suo passato putinista, ma la sua indole spunta alla vigilia del voto.

In un’intervista rilasciata giovedì alla Cnn, Marine Le Pen, madrina del sovranismo francese e capogruppo dei deputati del Rassemblement national (Rn) all’Assemblea nazionale, ha dichiarato che «un primo ministro del suo partito bloccherebbe l’utilizzo di armi francesi a lungo raggio da parte dell’Ucraina contro la Russia e si opporrebbe a qualsiasi dispiegamento di truppe francesi in Ucraina», ossia all’idea evocata più volte negli ultimi mesi dal presidente della Repubblica, Emmanuel Macron.
«Il primo ministro avrà l’ultima parola. Se Macron vuole inviare truppe in Ucraina e il primo ministro si oppone, nessun soldato francese ci andrà», ha aggiunto Le Pen. All’emittente televisiva americana, la leader sovranista ha ribadito quanto aveva già affermato a fine giugno al quotidiano locale Le Télégramme. «Capo dell’esercito, per il presidente, è un titolo onorifico perché è il primo ministro che ha il controllo delle finanze. Jordan Bardella non ha intenzione di litigare, ma ha posto delle linee rosse. Il presidente non potrà inviare le truppe in Ucraina», disse al Télégramme.
Le linee rosse cui fece riferimento Le Pen erano già state delineate da Bardella durante la presentazione del programma di Rn in caso di ascesa a Matignon. «Sono favorevole a portare avanti il sostegno logistico e in termine di materiale di difesa all’Ucraina», anche se ci sono delle «linee rosse molto chiare», ossia «l’invio di truppe sul suolo ucraino» e l’invio di «missili di lunga gittata o di materiale militare» che potrebbero «colpire direttamente le città russe», spiegò Bardella. Da anni sotto accusa per i suoi legami con la Russia, Le Pen si è irritata alcuni giorni fa dopo un tweet di Andrei Nastasin, vicedirettore del dipartimento di informazione e stampa del ministero degli Esteri russo, che si congratulava con lei per il risultato elettorale con queste parole: «Il popolo francese cerca una politica estera sovrana che serva i suoi interessi nazionali e una rottura con i diktat di Washington e Bruxelles».
La leader di Rn ha definito l’endorsment russo una «provocazione» e un’«ingerenza». «Non mi sento assolutamente responsabile delle provocazioni russe contro la Francia e Emmanuel Macron», ha commentato Le Pen. Intanto, a Mosca, è volato il premier ungherese Viktor Orbán, con la speranza di strappare un “cessate il fuoco” da Putin: invano. La «missione di pace», così l’ha definita Orbán, non è affatto piaciuta ai vertici Ue. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha criticato il viaggio del leader ungherese sui social, affermando che «l’appeasement non fermerà Putin» e che solo l’unità e la determinazione potranno portare a una pace globale, giusta e duratura in Ucraina. Josep Borrell, alto rappresentante Ue per la politica estera, ha chiarito che Orbán non ha ricevuto alcun mandato dal Consiglio dell’Ue per visitare Mosca e non rappresenta l’Ue in alcuna forma.
È di ieri, inoltre, la notizia dell’annullamento dell’incontro previsto per lunedì tra il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, e l’omologa tedesca, Annalena Baerbock. Il ministero ungherese ha giustificato l’annullamento «con un cambiamento imprevisto» nell’agenda e ha assicurato che non ci sono ragioni politiche.
Da parte sua, Berlino ha espresso «stupore» per la cancellazione dell’incontro previsto a Budapest, perché un dialogo «serio e onesto» tra i due ministri sarebbe stato molto importante dopo il viaggio «sorprendente e senza preavviso» di Orbán a Mosca.

 

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