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Libero Rassegna Stampa
29.06.2024 Francia: l’intenzione di voto
Analisi di Mauro Zanon

Testata: Libero
Data: 29 giugno 2024
Pagina: 7
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «Avvertimento di Le Pen a Macron: sulle nomina Ue non decide lui»

Riprendiamo LIBERO di oggi, 29/06/2024, pag. 7, con il titolo "Avvertimento di Le Pen a Macron: sulle nomina Ue non decide lui", commento di Mauro Zanon

Mauro Zanon
Mauro Zanon

Jordan Bardella, candidato primo ministro per RN e Marine Le Pen. In caso di vittoria di RN alle elezioni legislative, che iniziano il 30 giugno, sarà il governo a nominare i commissari europei. Le nomine annunciate da Macron fanno già infuriare la Le Pen. In caso di vittoria della destra, dunque, ci si aspetta un cambio della politica estera ed europea della Francia nel bene (amica di Israele e degli ebrei) e nel male (amica di Putin).

Alla vigilia del primo turno delle elezioni legislative francesi, si respira un forte nervosismo nel campo della maggioranza macronista. Giovedì, in occasione di un incontro a Bruxelles con i suoi alleati europei, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha dichiarato di voler riconfermare Thierry Breton come membro francese della Commissione europea. Una proposta che ha fatto subito reagire Marine Le Pen, capogruppo dei deputati del Rassemblement national (Rn) all’Assemblea nazionale e fresca vincitrice delle elezioni europee.

I DIRITTI DI MATIGNON

Parlando con la giornalista Laurence Ferrari nel quadro della trasmissione La Grande Interview di Europe1-CNews, la madrina del sovranismo francese ha ricordato a Macron che la scelta del commissario non è prerogativa del presidente, ma dell’inquilino di Matignon, ossia del prossimo primo ministro. Dunque, in caso di trionfo di Rn alle elezioni legislative, la scelta spetterebbe a Jordan Bardella. «Emmanuel Macron si sta proiettando verso una vittoria che non può ottenere», ha dichiarato Marine Le Pen, prima di aggiungere: «Non potrà nominare il signor Breton, perché ci sarà un’altra maggioranza. Lo spero, e credo che lo sperino anche i francesi. Ci sarà un altro governo rispetto a quello che conosciamo ed è prerogativa del primo ministro nominare il commissario europeo».
Sollecitata sulla possibilità che un governo a trazione Rn continui con Thierry Breton, la leader sovranista ha affermato che «è evidente che il signor Breton non ha difeso gli interessi della Francia durante il suo primo mandato (...). Senza andare troppo oltre, credo di poter dire che non sarà la scelta di Jordan Bardella».
La replica di Marine Le Pen ai piani di Macron fa seguito alla sua intervista al Télégramme, in cui ha spiegato che il titolo di «capo delle forze armate» dell’inquilino dell’Eliseo è soltanto «onorifico», e che se Bardella diventerà capo dell’esecutivo, dunque, secondo gli articoli 20 e 21 della Costituzione, anche «responsabile della difesa nazionale», bloccherà un eventuale invio delle truppe sul suolo ucraino.
In forma anonima, diversi macronisti hanno manifestato le loro inquietudini a La Tribune, ammettendo che la coabitazione con Rn non sarà una passeggiata. Se si concretizzasse, i fedelissimi di Macron riconoscono che esiste un certo grado di incertezza giuridica su chi potrà nominare il futuro commissario Ue. Durante le coabitazioni del 1986-88 e del 1997-2002, ogni capo dell’esecutivo ha scelto uno dei due commissari europei assegnati alla Francia. Ora, tuttavia, c’è un solo seggio a Bruxelles, il che complica la situazione.
Lo scenario della coabitazione diventa sempre più probabile alla luce degli ultimi sondaggi. Secondo l’indagine dell’istituto OpinionWay per CNews, Europe1 e Journal du dimanche, il Rassemblement national e i suoi alleati, a partire dal presidente ribelle dei gollisti Éric Ciotti, raccoglierebbero il 36% dei voti alle elezioni legislative. Il Nuovo fronte popolare, la coalizione delle sinistre guidata dalla gauche radicale di Jean-Luc Mélenchon, leader della France insoumise, è accreditata al 28%. Il blocco centrale di Macron e affiliati, che si presenterà sotto il nome di Ensemble, galleggia attorno al 20 per cento.

MINISTRI DI DUE PAESI

Parlando i giornalisti a margine del Consiglio europeo a Bruxelles, Macron ha inizialmente rifiutato di entrare in «un dibattito costituzionalista», denunciando però subito dopo l’«arroganza» di Rn. «Si sono già spartiti tutti gli incarichi. Ora non si dovrebbe nemmeno andare a votare», ha ironizzato l’inquilino dell’Eliseo, prima di aggiungere: «Chi sono per spiegarci cosa dovrebbe essere la Costituzione?». Il presidente francese ha anche denunciato le frasi del deputato uscente Rn Roger Chudeau, che ha preso come esempio l’ex ministra dell’Istruzione franco-marocchina Najat Vallaud-Belkacem per dire che nei ministeri, in caso di vittoria sovranista, non ci sarà spazio per cittadini con la doppia nazionalità.
Giovedì, intanto, Éric Ciotti ha ottenuto la terza vittoria giudiziaria contro la base storica del suo partito, i Républicains, che vorrebbe rimuoverlo dalla presidenza per il suo accordo con Rn.

 

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