venerdi 22 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






israele.net Rassegna Stampa
27.06.2024 Sopravvissuti del 7 ottobre fanno causa all’Unrwa: E’ corresponsabile e complice dei crimini contro l’umanità di Hamas
Testimonianza di Ditza Heiman

Testata: israele.net
Data: 27 giugno 2024
Pagina: 1
Autore: Redazione di Israele.net
Titolo: «Sopravvissuti del 7 ottobre fanno causa all’Unrwa: E’ corresponsabile e complice dei crimini contro l’umanità di Hamas»

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - l'articolo dal titolo "Sopravvissuti del 7 ottobre fanno causa all’Unrwa: E’ corresponsabile e complice dei crimini contro l’umanità di Hamas"

L’ex ostaggio Ditza Heiman, tenuta prigioniera a Gaza da un insegnante dell’Unrwa

Più di 100 vittime del massacro di Hamas del 7 ottobre hanno intentato lunedì una causa negli Stati Uniti contro l’Unrwa (l’agenzia Onu per i “profughi” palestinesi) accusandola, fra l’altro, d’aver condotto una lunga operazione di riciclaggio di denaro per centinaia di milioni di dollari a favore di Hamas e d’aver facilitato omicidi, crimini contro l’umanità, torture e stupri perpetrati dal gruppo terroristico palestinese.

La causa, depositata presso il Tribunale distrettuale del distretto meridionale di New York (dove ha sede l’agenzia), nomina come imputati l’agenzia Unrwa e sette commissari generali, vice commissari generali e un direttore, accusandoli d’essere implicati in uno schema più che decennale di frode e corruzione.

Oltre all’attuale Commissario generale Philippe Lazzarini, fra gli imputati figurano ex o attuali alti funzionari dell’Unrwa come Pierre Krähenbühl (oggi Direttore generale del Comitato Internazionale della Croce Rossa), Filippo Grandi (oggi Alto Commissario Onu per i rifugiati), Leni Stenseth, Sandra Mitchell, Margot Ellis, Gréta Gunnarsdóttir.

“Tutto ciò che ci resta è lottare per chiedere conto ai responsabili del rafforzamento di Hamas – hanno detto Gadi e Reuma Kadem, che hanno avuto trucidati dai terroristi palestinesi il 7 ottobre nel kibbutz Nir Oz la figlia Tamar, il genero Yonatan, i tre nipoti Shahar, Arbel e Omer e la consuocera Carol – L’Unrwa ha rafforzato Hamas, ha trasferito fondi e finanziato gli omicidi agendo come socio a pieno titolo nella crescita dei terroristi di Hamas. L’Unrwa e i suoi direttori sono pienamente complici dell’assassinio dei miei figli e della mia famiglia”.

L’Unrwa, l’agenzia dedicata esclusivamente ai profughi palestinesi compresi tutti i loro discendenti per generazioni, è da tempo accusata di perpetuare e alimentare il conflitto israelo-palestinese attraverso il suo approccio alla situazione dei rifugiati palestinesi, che è unico rispetto a quello riservato dalle agenzie internazionali a tutte le altre comunità di profughi, al suo incitamento alla violenza nelle sue scuole e ai legami dei suoi dipendenti con organizzazioni terroristiche.

“Le evidenze in questa causa – ha spiegato Bijan Amini, uno degli avvocati – dimostrano che l’Unrwa era consapevole e ha partecipato attivamente alla diversione di fondi destinati alla popolazione di Gaza verso canali che garantivano che tali fondi fossero utilizzati per il terrorismo e in violazione del diritto internazionale. L’insistenza dell’Unrwa affinché oltre un miliardo di dollari in aiuti e stipendi a Gaza venissero distribuiti in contanti statunitensi, che i locali non possono spendere senza passare attraverso i cambiavalute di Hamas, è una delle prove più schiaccianti presentate in questo caso”.

La causa accusa infatti l’Unrwa di insistere affinché i pagamenti degli aiuti a Gaza vengano effettuati in dollari americani anziché in shekel israeliani, che è la valuta localmente in uso. La causa sostiene che questa pratica è unica a Gaza e non si applica ai versamenti di aiuti e stipendi effettuati ad altri palestinesi che beneficiano dell’Unrwa, compresi quelli in Giudea e Samaria (Cisgiordania) o in Giordania. Né si applica ai rifugiati in qualsiasi altro programma delle Nazioni Unite che riguardi non-palestinesi, tutti gestiti dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR).

L’ufficio di António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, ha reagito lunedì con una dichiarazione in cui afferma che “le Nazioni Unite, inclusa l’Unrwa, godono dell’immunità da procedimenti legali, così come i funzionari delle Nazioni Unite, compresi quelli che prestano servizio presso l’Unrwa”.

I pagamenti basati sul dollaro, afferma la causa, costringono i destinatari degli aiuti a utilizzare i cambiavalute di Hamas per convertirli in shekel utilizzabili localmente, il che genera commissioni tra il 10% e il 25% a vantaggio delle casse di Hamas.

Fermo-immagine da un filmato di un drone israeliano, diffuso il 14 maggio 2024, che mostra terroristi palestinesi armati che usano veicoli contrassegnati Nazioni Unite all’interno di un centro logistico dell’Unrwa a Rafah, striscia di Gaza meridionale

“Questo schema di pagamento – si legge nel comunicato stampa che annuncia la causa – ha ridotto il valore reale degli aiuti ai residenti di Gaza da 2 a 4 milioni di dollari al mese e ha aumentato le entrate mensili di Hamas dello stesso importo. Fatto forse ancora più significativo, ha garantito ogni mese un rifornimento sicuro di dollari americani sotto il controllo di Hamas, necessario per pagare i contrabbandieri e i trafficanti di armi che non accettano di essere pagati in shekel”.

La causa sostiene inoltre che Hamas “controllava apertamente 24 delle 26 posizioni dirigenti nel sindacato dei dipendenti dell’Unrwa” e rilancia le accuse del governo israeliano secondo cui a Gaza almeno il 10% dei dipendenti dell’Unrwa erano membri di Hamas e più di 100 di loro hanno partecipato agli attacchi terroristici del 7 ottobre.

L’accusa ribadisce che diversi dipendenti dell’Unrwa, che erano anche membri di Hamas, hanno attivamente partecipato al massacro del 7 ottobre, hanno tenuto in cattività e sorvegliato ostaggi sequestrati il 7 ottobre, e che l’Unrwa ha consapevolmente impiegato membri di Hamas come personale dirigente e di agenzia, e che alti membri di Hamas ricoprivano posizioni influenti nell’agenzia a Gaza.

Secondo la causa, l’Unrwa ha agevolato la costruzione di centri di comando e controllo di Hamas, tunnel di attacco e bunker sotterranei sotto scuole, ospedali e uffici. Inoltre, l’agenzia ha consentito la creazione di depositi di armi presso proprie sedi, scuole, ambulatori medici, uffici, magazzini e altre strutture. L’agenzia ha anche consentito l’installazione di rampe per il lancio di razzi all’interno e a ridosso di scuole, ospedali e uffici dell’Unrwa in violazione del diritto umanitario internazionale.

“Le strutture e le scuole dell’Unrwa – afferma il comunicato – venivano utilizzate per immagazzinare armi e come punti di ingresso e rifornimento per i tunnel e i bunker di Hamas. Il centro di comando e controllo di Hamas per l’attacco del 7 ottobre era situato direttamente sotto il quartier generale dell’Unrwa a Gaza City e utilizzava l’energia e i server di quella struttura per coordinare i movimenti terroristici durante l’attacco”.

7 ottobre, kibbutz Be’eri: fermo-immagine dal video di una telecamera di sorveglianza che mostra (a destra) Faisal Ali Mussalem Al Naami, 45 anni, operatore umanitario dell’Unrwa che insieme a un complice armato rapisce il corpo senza vita di un israeliano per portarlo a Gaza e usarlo come merce di ricatto

La causa ricorda inoltre che l’Unrwa ha scelto di utilizzare libri di testo e programmi di studio approvati da Hamas con contenuti destinati a indottrinare i bambini fin dalla più giovane età all’ideologia jihadista del culto della morte basata su odio e genocidio, anziché utilizzare libri di testo approvati dalle Nazioni Unite anche dopo che Stati Uniti, Nazioni Unite e Unione Europea avevano ripetutamente segnalato l’abuso.

Sebbene 16 paesi avessero sospeso i finanziamenti all’Unrwa dopo che erano emerse le prime accuse di partecipazione dei suoi dipendenti al massacro del 7 ottobre, tutti tranne Stati Uniti, Regno Unito e Nuova Zelanda hanno successivamente ripristinato le donazioni.

Uno dei querelanti nominati nella causa è Ditza Heiman, una nonna di 84 anni deportata come ostaggio a Gaza dal kibbutz Nir Oz e rilasciata il 28 novembre nel quadro di uno scambio ostaggi/terroristi detenuti.

Per la prima volta viene rivelato che è Ditza Heiman l’anziana che afferma di essere stata tenuta prigioniera da un insegnante dell’Unrwa.

“Il terrorista che mi ha tenuto in ostaggio per 53 giorni lavorava come insegnante di scuola per l’Unrwa – dice Heiman nel comunicato stampa che annuncia l’azione legale – Il fatto che Hamas controllasse Gaza non doveva essere una scusa perché l’Unrwa assumesse e finanziasse terroristi, ma anzi avrebbe dovuto spingere l’Unrwa ad adottare più rigorose precauzioni. L’Unrwa sapeva che stava impiegando terroristi e che i suoi fondi e le sue strutture venivano utilizzati per scopi violenti, ma la complicità dell’Unrwa nel retribuire terroristi e conferire loro la possibilità di insegnare e indottrinare una generazione di bambini di Gaza è forse ancora più malvagia e tragica”.

Datacenter sotterraneo di Hamas sotto il quartier generale dell’Unrwa a Gaza City, scoperto dalle forze israeliane l’8 febbraio 2024

In precedenza Heiman aveva già raccontato ai media in forma anonima che era stata tenuta prigioniera da un padre di 10 figli in una soffitta incompiuta e infestata dai topi. Secondo il resoconto dei media, quando i suoi pasti furono ridotti a un’unica piccola razione giornaliera il suo carceriere iniziò a portare a Heiman delle barrette energetiche con il marchio Unrwa e in seguito le consegnò un block-notes anch’esso con il marchio Unrwa. Heiman ha riferito d’aver appreso che l’uomo era un insegnante pagato dall’Unrwa dalla figlia di lui, che parlava inglese, durante il suo ultimo giorno di prigionia.

Il comunicato stampa include la dichiarazione di una persona identificata come T.B. che ha assistito agli eventi del 7 ottobre: “Gli orrori che ho visto il 7 ottobre – afferma – sono possibili solo attraverso un avvelenamento esteso e pervasivo dell’anima di un popolo. Gli esseri umani non sono di per sé capaci di crudeltà di tale portata. La complicità dell’Unrwa nel 7 ottobre va ben oltre l’aver fornito mezzi materiali a Hamas per compiere quell’attacco. L’Unrwa ha fornito a Hamas un’intera generazione di ragazzi e il controllo sociale necessario per generare il male di cui sono stato testimone e di cui così tanti hanno sofferto quel giorno e dopo di allora”.

I querelanti sottolineano che in tribunale “perseguono un risarcimento per i danni subiti da soggetti che sono responsabili di tali danni in base ai tradizionali principi di responsabilità civile”.

Degno di nota il fatto che fra i querelanti figurano anche famiglie apertamente critiche verso il modo in cui il primo ministro Benjamin Netanyahu ha gestito la guerra e i negoziati per la liberazione degli ostaggi detenuti dai terroristi palestinesi a Gaza.

(Da: jns.org, YnetNews, Jerusalem Post, Israel HaYom, Times of Israel, 24-25.6.24)

Per inviare a israele.net la propria opinione, cliccare sull'indirizzo sottostante


http://www.israele.net/scrivi-alla-redazione.htm

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT